Inchino al boss: Papa Francesco, tutto sta cambiando e cambierà

Il Pontefice in un colloquio con Scalfari su Repubblica: “La nostra denuncia sarà costante”. Il monito per i sacerdoti: “Tendono a sorvolare sul fenomeno”

Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio“La nostra denuncia della mafia non sarà fatta una volta tanto ma sarà costante”. Pedofilia e mafia saranno per la Chiesa e la comunità “due principalissime questioni”, dice Papa Francesco in un colloquio con Scalfari su Repubblica. “Ho visto la processione di Oppido e dico: tutto sta cambiando e tutto cambierà”.
Alla processione di Oppido Mamertina, sottolinea Papa Francesco, “erano migliaia gli intervenuti. Poi la statua della Madonna delle Grazie si è fermata davanti alla finestra del boss che è in custodia per ergastolo.

Appunto, tutto questo sta cambiando e cambierà”.
“Alcuni sacerdoti tendono a sorvolare sul fenomeno mafioso”, aggiunge il Pontefice, “naturalmente condannano i singoli delitti, onorano le vittime, aiutano come possono le loro famiglie, ma la denuncia pubblica e costante delle mafie è rara. Il primo grande Papa che la fece proprio parlando in quelle terre fu Wojtyla”, e fu “applaudito da una folla immensa”.
Nel colloquio con il fondatore di Repubblica, Papa Francesco spiega anche di voler approfondire la conoscenza del fenomeno mafia: “Non conosco a fondo il problema delle mafie, so purtroppo quello che fanno, i delitti che vengono commessi, gli interessi enormi che le mafie amministrano. Ma mi sfugge il modo di pensare dei mafiosi, i capi, i gregari.

In Argentina ci sono come dovunque i delinquenti, i ladri, gli assassini, ma non le mafie. E’ questo aspetto che vorrei esaminare e lo farò leggendo i tanti libri che sono stati scritti in proposito e le tante testimonianze. Lei è di origine calabrese, forse può aiutarmi a capire”, chiede Bergoglio al fondatore di Repubblica. Che risponde: “Non le sembri paradossale se le dico che le mafie hanno una propria etica. E non le sembri abnorme se aggiungo che hanno un proprio Dio. Esiste un Dio mafioso”.
Il Papa prosegue nel suo ragionamento: “E’ un fatto che la maggior parte delle donne legate alla mafia da vincoli di parentela, le mogli, le figlie, le sorelle, frequentano assiduamente le chiese dei loro paesi dove il sindaco e altre autorità locali sono spesso mafiosi. Quelle donne pensano che Dio perdoni le orribili malefatte dei loro congiunti?”.

corrieredellacalabria

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Redazione

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