Tutto in quindici domeniche, ma con il Catanzaro gioca Henry Potter

L’editoriale di Francesco Ceniti

Quindici gare. Quindici domeniche (e qualche lunedì sera). Quindici battaglie calcistiche. Quindici volte 90 minuti (più recupero). E’ il menu che ci attende da qui fino a maggio. I nostri protagonisti non saranno quindici uomini (ci perdonerà Robert Louis Stevenson), ma al massimo quattordici (l’undici titolare più tre sostituti). Saranno loro i nostri ambasciatori, quelli che indosseranno la maglia giallorossa, quelli che cercheranno di tramutare una salvezza tranquilla (l’obiettivo iniziale) in una promozione da sballo.
Si ricomincia a trepidare dopo quindici (deve essere proprio un numero particolare) giorni. La sosta è arrivata al punto giusto. Il Catanzaro ha avuto modo di ricaricare le pile in vista del rush finale e soprattutto la gara con il Lanciano ha riportato in casa giallorossa tre punti pesantissimi (contro una diretta concorrente) griffati Giorgio Corona.
Si sa, gli attaccanti si cibano di pane e gol. E quando quest’ultimo non arriva per troppo tempo, nell’animo di qualunque bomber si fa strada l’inquietudine e anche le cose più facili diventano difficili. Se poi la sfortuna ti perseguita sotto forma di pali, traverse e guardalinee con la nebbia intorno agli occhi, allora ci vuole una magia alla Henry Potter per interrompere l’incantesimo. Non ci credete? Andate a riguardarvi alla moviola la rete di Corona. Ma scegliete il filmato girato dietro la porta del Lanciano.
Accade più o meno questo. Palla calciata lunga da De Simone e mentre in area ogni metro quadrato è affollato come una spiaggia di Rimini a Ferragosto, una maglia giallorossa si defila da tutto e tutti e segue con gli occhi la parabola disegnata in cielo da una sfera. I difensori non lo marcano (ma come, eppure si tratta del capocannoniere del campionato…), il pallone sì e vola verso il destro di Corona come una moneta quando entra nel campo d’azione della calamita.
Ma il bello deve ancora arrivare. Dunque, Re Giorgio si coordina e colpisce con violenza al volo da posizione più che defilata. Lo ha fatto tante volte nello stesso modo (e spesso anche meglio) nel corso delle ultime sei domeniche, ma lo stadio non è mai esploso di gioia (o la rete, nonostante le tante preghiere giallorosse comprese quelle di un regista straordinario, non si è mai gonfiata). Questa volta qualcosa è cambiato. Non il portiere, che è piazzato alla perfezione, neppure il palo che non ne vuole sapere di capitolare. Entrambi fanno il loro dovere. Guardate le immagini: il pallone viaggia verso la meta, l’estremo difensore degli abruzzesi quasi si volta verso il legno della sua porta. Tra loro è un patto di mutuo soccorso: “La prendo io oppure la fermi tu”, si sussurrano. Ma qualcosa è cambiato: il pallone si fa piccolo e quando il portiere lo tocca lui non si scompone. Cerca un’altra entrata, libbra verso il palo, gli passa accanto grattugiando il legno per poi schizzare in fondo al sacco. Tutto accade in una frazione di secondo, ma quella carambola impossibile ha spazzato via fantasmi e timori. Lo sa bene Corona che infatti subito dopo il gol corre verso la curva a braccia alzate in un modo che ai più anziani ricorda l’incredulità di un altro grande giallorosso: Mammì, autore di un gol (alla Juventus, mica al Rutigliano) da Henry Potter ante litteram.
Tutto questo accadeva due settimane fa. Di sicuro Piero Braglia avrà sfruttato al meglio questo tempo per compattare la squadra ridisegnata da alcuni innesti (a proposito: a volte Babbo Natale calcistico arriva il 31 gennaio. E al Catanzaro potrebbe portare in dono un forte attaccante. Potrebbe, badate bene). D’ora in avanti non sarà facile. Molte squadre si sono rinforzate. Tranne una paio di casi (Chieti e Foggia, ad esempio) tutte pensano di poter dire la loro: in chiave promozione o per evitare i play out. In quest’ottica il Benevento è davvero il peggiore avversario che ci poteva capitare. I sanniti si sono rilanciati con un tris di vittorie consecutive e vedono la zona play off a portata di vittoria (tre punti di distacco). Non solo, hanno preso giocatori importanti (Riccio, Voria e Pellicori) proprio per puntare alla serie B. Il Catanzaro visto a Pesaro non avrebbe scampo, ma siamo sicuri che quella in terra marchigiana è stata solo una giornata storta. In Campania occorre una squadra battagliera che lotti su ogni pallone. E’ la prima delle quindici battaglie. Tutte sono importanti, ma uscire imbattuti dal Santa Colomba sarebbe un ottimo inizio. Certo, se poi Giorgio Henry Potter Corona ci regala una magia delle sue…

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Redazione

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