L’analisi impietosa della Ragioneria dello Stato sulle retribuzioni della burocrazia regionale

Il pozzo senza fondo della comunicazione

La sede del consiglio regionaleQuando c’è stato da assicurare sostegno alla burocrazia della Regione, la politica calabrese non si è mai tirata indietro. Che fosse la giunta o il consiglio regionale, poco cambia. Lo certifica la relazione messa a punto al termine dell’ispezione – andata avanti da settembre a dicembre dello scorso anno – condotta dalla Ragioneria dello Stato su mandato del ministero dell’Economia.

Basta prendere, come esempio, il caso di Giulio Carpentieri, l’ex segretario-direttore generale del consiglio regionale durante la scorsa legislatura. Secondo quanto scrive il dirigente dei servizi ispettivi di finanza pubblica Gaetano Mosella, l’avvocato Carpentieri avrebbe percepito somme che non gli spettavano: «La determinazione della retribuzione di posizione di 60.118,50 euro è illegittima in quanto gli articoli 23-24 del contratto nazionale stabiliscono la misura massima della retribuzione di posizione nell’importo di 42.869,47 euro per tredici mensilità». Ulteriori profili di illegittimità attengono al riconoscimento di un’altra retribuzione di risultato: «Il contrasto con la norma contrattuale dell’articolo 29 del contratto nazionale non lascia adito a dubbi interpretativi di sorta. Così come il riconoscimento di un’ulteriore retribuzione di posizione – pari a oltre 36mila euro – per l’interim degli altri uffici dirigenziali viola il principio di onnicomprensività della retribuzione dirigenziale».
Incongruenze che, dopo i controlli effettuati, sono state riscontrate anche nel contratto del successore di Carpentieri, Nicola Lopez.

E così gli importi illegittimamente erogati a favore di Carpentieri, nel triennio 2008-2010, ammontano a oltre 289mila euro mentre quelli andati a Lopez nel periodo 2010-2012 si fermano a 199mila euro.
Non che la situazione migliori se si prendono in riferimento le retribuzioni degli ultimi due capi di Gabinetto della presidenza del consiglio regionale.

All’avvocato Giuseppe Strangio, ex braccio destro di Peppe Bova, viene contestato il calcolo della retribuzione di posizione incassata dal 2008 al 2010. In buona sostanza gli sono stati «indebitamente riconosciuti» oltre 60mila euro. Identico discorso vale per Pasquale Crupi, arrivato ai vertici dell’Astronave dopo l’elezione alla presidenza del Consiglio di Franco Talarico, che secondo quanto sostenuto dai tecnici della Ragioneria dello Stato ha avuto «indebitamente riconosciuti», dal 2010 al 2012, oltre 133mila euro.
Lo stesso errore nel calcolo della retribuzione di posizione viene riscontrata anche per l’ex vicecapo di Gabinetto Alessandro Praticò e per quello attuale Valentina Chinè. Al primo sono stati anche qui «indebitamente riconosciuti» oltre 94mila euro, alla seconda oltre 74mila euro.

 

GRANE PER I GIORNALISTI

Ce n’è anche per l’ufficio stampa di Palazzo Campanella. Sotto osservazione c’è la nomina di Gianfranco Manfredi a capo ufficio stampa e di Romano Pitaro come vicecapo ufficio. Per entrambi, l’Ufficio di presidenza con deliberazione 21 del 17 marzo 2005 ne dispose la temporanea assunzione fino al 31 dicembre 2005.

Assunzioni, poi, ulteriormente prorogate fino al 30 giugno 2006 con una deliberazione dell’Ufficio di presidenza. Poi, successivamente a tale data, l’ente non ha esibito ulteriori atti se non la deliberazione dell’Ufficio di presidenza del 7 agosto 2012 con la quale viene nominato Romano Pitaro capo dell’ufficio stampa. «I contratti di lavoro a tempo pieno – si legge nella relazione – con i quali sono stati incaricati i giornalisti, non fanno riferimento a nessuna procedura selettiva utilizzata per la loro individuazione ed anzi nella deliberazione dell’Ufficio di presidenza si dice che “valutato che gli incarichi di capo dell’ufficio stampa e vice capo dell’ufficio stampa hanno carattere fiduciario”».

Altro profilo di illegittimità riguarda la mancata certificazione dell’obbligo di contenimento della spesa: «La Regione ha inoltrato una certificazione della spesa sostenuta che riporta i dati contabili riferiti al triennio 2008/2010 ma non, invece, indica gli importi spesi. Per tale motivo non si ritiene rispettato l’obbligo indicato dalla normativa».

A «destare perplessità» è pure la modalità di reclutamento del personale (Cristina Cortese, Filippo Diano e Luisa Lombardo). «Riesce difficile immaginare – scrive nella relazione il dirigente del Mef Gaetano Mosella – che il legislatore regionale abbia voluto disporre la libera assunzione del personale così come effettuato dall’ente che risulta, pertanto, totalmente illegittima in quanto disposta in violazione del principio costituzionalmente previsto dall’articolo 97 della Costituzione».

Sono importanti, infine, gli importi illegittimi riconosciuti al personale dell’ufficio stampa: 497mila euro per il 2008, 440mila per il 2009, 661mila per il 2010, 980mila per il 2011 e 830mila per il 2012.
Per quanto riguarda i giornalisti dell’ufficio stampa della giunta, il dito è puntato contro le nomine disposte dalla giunta «in deciso contrasto con la vigente normativa in materia di conferimento di incarichi di collaborazione coordinata e continuativa. Per la definizione dell’ufficio stampa la Regione ha sempre ritenuto di dover far ricorso a professionalità esterne senza tenere in nessun conto, invece, delle possibilità di reperire all’interno delle proprie risorse umane il personale idoneo allo scopo violando l’articolo 7 del decreto legislativo 165/2001». Anche in questo caso ammontano a diverse decine di migliaia di euro le somme «indebitamente riconosciute» a giornalisti che hanno prestato la loro attività o che tuttora lavorano a Palazzo Alemanni.

 

IL CASO DEL DIRETTORE DEL BURC

Nonostante con una legge regionale (la numero 11 del 2011) sia stata abrogata tale figura, la Regione Calabria continua a pagare un direttore responsabile del Bollettino ufficiale. Si scopre così che Luigi Rosario Stanizzi ha percepito dal 2008 al 2013 oltre 284mila euro per vigilare sulla redazione dell’organo ufficiale della Regione.

 

Antonio Ricchio

corrieredellacalabria.it

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