Libera la madre di Matacena

Il giorno dopo l’arresto del figlio, avvenuto a Dubai il 28 agosto 2013, volò negli Emirati Arabi per sincerarsi delle sue condizioni. E mesi dopo al gip che la interrogava dopo essere stata messa ai domiciliari aveva chiesto “lei, da madre, al mio posto che avrebbe fatto?”. Raffaella de Carolis, madre di Amedeo Matacena, è tornata libera ieri, dopo 23 giorni di arresti domiciliari fatti con l’accusa di avere aiutato il figlio a sottrarsi alla cattura per scontare la condanna definitiva a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa, e di avere cercato di schermarne i beni per sottrarli ad un eventuale sequestro. Il tribunale della libertà di Reggio Calabria, hanno riferito i legali della donna, ha annullato il provvedimento restrittivo per mancanza di indizi in relazione a tutti e due i reati. Contestualmente i giudici del riesame hanno attenuato la misura restrittiva, concedendogli i domiciliari, al factotum di Matacena, Martino Politi. E nel giorno in cui la signora De Carolis può tornare ad uscire dal suo appartamento, dal Libano fa sentire la sua voce l’ex presidente Amin Gemayel per smentire di avere “mai scritto alcuna lettera di protezione a beneficio di nessuno”. 

“Questa vicenda – è stato il commento del suo consigliere Georges Yazbek – non ci riguarda né da vicino né da lontano”. Il riferimento è alla lettera scritta al computer ed in francese indirizzata al “Caro Claudio” sequestrata in uno studio di Claudio Scajola e attribuita allo stesso Gemayel, in cui si assicurava l’interessamento a fare ottenere l’asilo politico a Matacena. Lettera preannunciata dall’imprenditore catanzarese Vincenzo Speziali, che dal 2005 vive a Beirut, alla segretaria di Scajola, Roberta Sacco. La paternità della lettera, secondo quanto ha riferito lo stesso Scajola ai pm, era stata attribuita dallo stesso Speziali a Gemayel. Anche l’imprenditore è tornato oggi a commentare la vicenda per dire di essere “a disposizione dei magistrati”. In attesa dei chiarimenti che Speziali potrà fornire agli inquirenti la posizione di alcuni degli altri indagati, dopo il provvedimento del riesame, sembra attenuarsi. 

A cominciare da quella della madre di Matacena, miss Italia nel 1962, a 20 anni, con un inizio di carriera cinematografica subito interrotta per il matrimonio con l’armatore Amedeo Matacena senior. Secondo l’accusa Raffaella De Carolis avrebbe operato di concerto con la nuora Chiara Rizzo, alla quale l’accomuna una straordinaria bellezza (tanto che la Rizzo è finita in un book fotografico nel 2010 come una delle dieci donne più belle del Principato di Monaco, ndr), per mascherare il patrimonio del figlio. Un’accusa sostenuta anche sulla base di movimenti bancari come quello di 100mila euro che la donna avrebbe fatto trasferire da un proprio conto di una banca monegasca a una italiana. Ma il denaro era anche fonte di dissidi con la Rizzo. In una telefonata del 19 settembre 2013 le donne parlano di denaro e la Rizzo, scrivono gli investigatori parla con tono “seccato”, mentre la suocera si lamenta dell’impegno economico che sta sostenendo e della difficile gestione delle economie disponibili. 

“Anche perché – dice la De Carolis – io soldi, Chiara, da dare non ne ho più, mi dispiace ma io non… Amedeo mi ha detto che ti ha lasciato i soldi della casa di là”. “Ma non qua, lui li ha lasciati là e poi bisogna trasform… va bene, poi te lo spiego!”. In un’altra telefonata l’anziana madre di Matacena (72 anni) suggerisce un metodo d’altri tempi per tenere al sicuro i documenti. E’ il 23 settembre scorso e la De Carolis dice alla Rizzo di “mettere sotto il materasso la cosa della casa”. Chiara di rimando, “seccata” scrivono gli investigatori della Dia, le risponde che “si tratta del documento che lei non ha e che, comunque, ne devono parlare di persona appena si incontreranno”. In questi giorni di detenzione ai domiciliari, Raffaella De Carolis ha sempre ripetuto che lei ha più volte invitato il figlio a rientrare in Italia per scontare la condanna. (ANSA).

Autore

Salvatore Ferragina

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