Equitalia nella bufera, perquisito il direttore calabrese

La guardia di finanza ha passato al setaccio i documenti di Giovanbattista Sabia, che non risulta indagato. Il blitz contro i funzionari infedeli ha determinato 8 arresti. Secondo l’accusa le mazzette servivano a estinguere i debiti nei confronti dell’erario

Equitalia nella bufera, perquisito il direttore calabreseIl terremoto che ha investito Equitalia coinvolge anche la Calabria. Il blitz di questa mattina della guardia di finanza, che ha determinato otto arresti, è scattato anche nei confronti del direttore calabrese dell’agenzia, Giovanbattista Sabia, che è stato perquisito ma non risulta indagato. Gli uomini delle fiamme gialle hanno sono andati alla ricerca di documenti utili anche negli uffici dell’omologo laziale di Sabia, Alessandro Migliaccio. Ma, oltre alle 20 perquisizioni effettuate in tutta Italia, l’operazione ha determinato soprattutto arresti eccellenti, tra cui il funzionario di Equitalia Sud, Salvatore Fedele, sua moglie e alcuni commercialisti e imprenditori. Secondo l’accusa, alcune società pagavano tangenti per dilazionare o cancellare i loro debiti nei confronti di Equitalia. I reati contestati sono corruzione, concussione, bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e riciclaggio. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e dai sostituti Francesca Loy e Stefano Fava. 

Gli investigatori hanno accertato che i vertici di alcune società pagavano ai funzionari dell’agenzia di riscossione tra i 3mila e i 10mila euro per ottenere le dilazioni del debito con Equitalia e, dopo aver saldato le prime due rate, interrompevano i versamenti. Il meccanismo consentiva di non incorrere nelle procedure di fallimento e privava l’erario di quanto dovuto dai privati. 

Si calcola che il danno accertato fino ad ora per la mancata riscossione ammonterebbe a circa 17 milioni di euro, ma a parere di alcuni specialisti potrebbe essere ancora superiore. Centinaia le “posizioni” che devono ancora essere passate al vaglio degli inquirenti. Il sospetto è che oltre alle società anche molte persone fisiche abbiano tratto vantaggi dallo stesso trattamento di favore di funzionari infedeli. 

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Redazione

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