Intervistiamo

Assunzioni Arpacal, chiesto rinvio a giudizio per sette “manager”

Scritto da Redazione

Abuso d’ufficio in concorso, nello specifico, l’accusa dalla quale sono chiamati a difendersi Vincenzo Mollace, ex direttore generale Arpacal, Giuseppe Graziano, ex dirigente generale del dipartimento Politiche dell’ambiente della Regione, Francesco Caparello, all’epoca dei fatti dirigente del settore Personale Arpacal, Luigi Luciano Rossi, ex direttore amministrativo della stessa Arpacal, Antonio Scalzo, ex direttore scientifico Arpacal e oggi consigliere regionale, Sabrina Santagati, direttore generale Arpacal, e Rosanna Squillacioti, all’epoca dei fatti dirigente di settore del dipartimento Politiche ambientali della Regione.

Assunti a tempo determinato dal ministero dell’Ambiente e assegnati all’assessorato alle Politiche ambientali della Regione Calabria, in otto alla fine si erano garantiti il futuro con una bella stabilizzazione presso l’Arpacal, l’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente, pur non avendoci mai messo piede.  Sostiene questo la Procura della Repubblica di Catanzaro, che, per mano del sostituto procuratore, Carlo Villani, ha adesso chiesto al gip di mandare sotto processo tutti i manager di entrambi gli enti che avevano messo mano alla pratica. 

Tutti coinvolti, a vario titolo, nella stabilizzazione avvenuta nel 2008 sulla scia di un Protocollo d’intesa sottoscritto tra i due Enti per dare vita ad una “task forse per l’ambiente”. Alla fine, tra l’altro, tutti i dipendenti sono stati utilizzati per incarichi fuori dall’Arpacal.

Nei mesi scorsi secondo gli inquirenti gli indagati avevano ormai saputo dell’inchiesta e per evitare che i fondi venissero distratti, la procura ha dovuto disporre il sequestro d’urgenza delle somme di denaro a dimostrazione di ciò uno degli indagati aveva tentato di chiudere il proprio conto andando direttamente in banca dove però ha trovato i finanzieri.

E per sette di loro – Francesco Caparello, Giuseppe Giuliano, Domenico Lemma, Vincenzo Mollace, Francesco Nicolace, Luigi Luciano Rossi e Antonio Scalzo – fu chiesto anche il provvedimento di sequestro di somme che vanno da un massimo di 376.762 euro a un minimo di 15.800 euro.

 

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