Intervistiamo

Reggio al collasso tra default e infiltrazioni mafiose

Scritto da Redazione

scopellitiIl Comune è “decotto”, il “dissesto deve essere formalizzato”. Non c’è nulla da fare per la Corte dei conti, “nonostante gli sforzi” riconosciuti alla Commissione prefettizia che amministra Palazzo San Giorgio, il piano di riequilibrio finanziario presentato dall’Ente “non è congruo”. La città dello Stretto è stata definitivamente bocciata dalla magistratura contabile in una lunga relazione che non lascia margini di manovra. Ma non è l’unica tegola caduta su Reggio Calabria in queste ore. Alla voragine di bilancio si aggiunge anche la relazione della Prefettura che ha chiesto al ministero dell’Interno di prorogare il commissariamento deciso oltre un anno fa per le “contiguità” mafiose. Il municipio più grande della Calabria, una delle dieci città metropolitane Italiane, è ancora a rischio infiltrazioni da parte della ‘ndrangheta. Schiacciata tra incudine e martello Reggio è in ginocchio sia sotto il profilo economico che della legalità.

Ieri mattina i commissari hanno aperto il plico della Corte dei conti, nel quale si sollecita “l’obbligatoria formalizzazione di un dissesto fattualmente in atto ormai da troppo tempo”. Una scelta necessaria “tanto più che gli incolpevoli cittadini reggini risultano ormai già ampiamente incisi, sul terreno tributario e tariffario, dai provvedimenti assunti in esecuzione del piano di riequilibrio”. In altri termini non ci sono più tasse da aumentare. E se anche i debiti dell’amministrazione fossero inferiori ai 694 milioni censiti a fine 2012, non c’è alcuna possibilità di attingere ad altri fondi ordinari. Una bocciatura pesante sia per l’ex sindaco Demetrio Arena (oggi assessore regionale alle Attività produttive), sia per il suo precedessore Giuseppe Scopelliti (oggi governatore della Calabria) che ha guidato la città dal 2002 al 2010. In questo senso è la stessa Corte dei Conti che ricorda come quasi 196 milioni di debiti provengono “dall’esercizio 2007 e precedenti”. Soldi sprecati di cui si trova traccia sulla richiesta di proroga del commissariamento che è ora sulla scrivania di Angelino Alfano. Denaro finito in una politica di “remunerazione del personale totalmente incompatibile con le possibilità finanziarie del Comune”, e con “eccessivo conferimento di incarichi a soggetti esterni”. Consulenze insomma.

Desta ancora preoccupazione la permeabilità mafiosa. Il Prefetto, Vittorio Piscitelli, trasferito poi ad altro incarico, come ultimo atto ha accompagnato la richiesta di proroga spiegando che è ancora profonda “la collusione delle organizzazione criminali con l’apparato del personale e con il sistema delle municipalizzate”.

Il cerino ancora acceso è a questo punto nelle mani di Alfano. Il ministro dovrà pronunciarsi sulla proroga del commissariamento, tra l’altro, auspicata anche dalla Corte dei Conti. E qui entrano in gioco gli equilibri politici. Per Scopelliti si tratterebbe di una bocciatura politica clamorosa. Il governatore è responsabile dell’organizzazione del Nuovo centrodestra e oggi paradossalmente il colpo più pesante gli potrebbe essere inferto proprio dal capo del suo partito. Un capo a cui, tra l’altro, al momento della scissione del Pdl ha portato in dote praticamente tutti i parlamentari calabresi.

A Reggio nelle ultime 24 ore sono tornate anche le minacce e le intimidazioni. Scopelliti ha denunciato una lettera in cui vengono minacciati di morte i suoi familiari. Un avvertimento dai toni simili è arrivata anche al capo della terna commissariale che amministra il Comune, Gaetano Chiusolo. E sempre ieri si è saputo dell’incendio della macchina di Giuseppe Agliano, ex assessore reggino e fedelissimo di Scopelliti.

In questo contesto in città la tensione è altissima, con i servizi pubblici inesistenti e le tasse alle stelle. Scopelliti ha organizzato per domani un comizio in piazza per chiedere ai suoi di fare quadrato. Sabato è previsto l’arrivo di Angelino Alfano per un’iniziativa a Cosenza dove dovrebbe tenere a battesimo il Ncd regionale. Inizialmente si era parlato di un incontro pubblico anche a Reggio, iniziativa che però avrebbe creato qualche imbarazzo al ministro.

Giuseppe Baldessarro, Repubblica.it

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