Intervistiamo

Le armi chimiche siriane arrivano a Gioia Tauro, il “porto delle nebbie”

Scritto da Redazione

porto gioia tauroPotrebbe arrivare già questa sera, a Gioia Tauro, il carico delle armi chimiche di Assad. Gli agenti tossici si trovano a bordo di un cargo che ha lasciato il porto siriano di Latakia e dovranno essere trasferiti a bordo della nave gargo statunitense “Cape Ray” dove verranno distrutti. L’operazione avverrà in acque internazionali, con tutta probabilità nel Mediterraneo e sotto il diretto controllo dei militari Usa. 

È dunque il porto calabrese di Gioia Tauro quello nel quale transiteranno le armi chimiche provenienti dalla Siria che si trovano a bordo della nave danese Arc Futura. Lo ha confermato oggi il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato. «Si tratta della più importante operazione di disarmo negli ultimi dieci anni», ha sottolineato il ministro degli Esteri Emma Bonino, parlando delle operazioni per la distruzione dell’arsenale chimico siriano.

«Voglio ringraziare l’Italia per il suo generoso contributo, fornito mettendo a disposizione un porto italiano» per le operazioni di distruzione di armi chimiche siriane», ha detto il direttore generale dell’Opac, Ahmet Uzumcu, davanti alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato.

Ma la polemica in queste ore, nella nostra regione, si fa forte. Secondo alcune fonti citate dal direttore del Corriere della Calabria Paolo Pollichieni, tra le motivazioni che avrebbero indotto i servizi a scegliere il porto calabrese ci sarebbe l’idea di una “localizzazione tutto sommato isolata della “città della Piana” che garantirebbe discrezione e poche tensioni e proteste”. Ovvero la riconosciuta predisposizione all’omertà collettiva  su quanto accade sotto gli occhi di tutti. Gioia Tauro il vero “porto delle nebbie” insomma, dove ogni affare, anche quello più sporco può essere sbrigato senza troppo rumore.

«I ministri Bonino e Lupi si rechino a Gioia Tauro per incontrare il consiglio comunale della città e riferire alle autorità locali. Un gesto forte di vicinanza delle istituzioni alla comunità gioiese e della costa tirrenica interessata, sarebbe la migliore risposta alle legittime preoccupazioni della popolazione. I ministri si facciano garanti del fatto che la neutralizzazione non avvenga nel mar Mediterraneo». Lo afferma in una nota il gruppo M5S alla Camera. «Il direttore generale dell’Opac – prosegue la nota – ha dato oggi rassicurazioni che il trasbordo dalla nave cargo danese Ark Futura alla nave laboratorio della marina militare statunitense Cape Ray avverrà rapidamente e in massima sicurezza. La nostra preoccupazione, che è quella della popolazione di Gioia Tauro, nel cui porto avverranno queste operazioni, è rivolta a chiedere che queste misure di sicurezza siano le più rigide possibili e che si eviti, come ci è stato assicurato, lo stoccaggio di queste armi a terra».

«La decisione di far transitare nel porto di Gioia Tauro imbarcazioni – tra l’altro prive di doppio scafo – cariche di armi chimiche siriane è di una scelleratezza unica e conferma la superficialità di chi ci governa come il disprezzo nutrito verso i governati, ed i meridionali in particolare». È quanto sostiene in una nota il senatore calabrese M5S Francesco Molinari. «È da irresponsabili – prosegue Molinari – mettere a disposizione i nostri porti civili per movimentare pericolosissime sostanze chimiche tossiche potenzialmente idonee a causare un disastro ambientale, in caso di incidenti. Ma ancora più vergognosa è la scelta del porto calabrese, del tutto impreparato e inadeguato a trattare questo materiale micidiale. Le pietose bugie del ministro Lupi, poi, rispecchiano la considerazione che si ha dei cittadini calabresi, trattati alla stregua di poveri selvaggi ed ignoranti con anello al naso e sveglia al collo: trattamento già riservato ai cittadini della Piana in ordine alla pretesa di realizzare un rigassificatore su una pericolosissima zona sismica».

Il deputato calabrese di Sel Ferdinando Aiello ha presentato un’interrogazione rivolta al ministro degli Esteri Emma Bonino e a quello dell’Interno Angelino Alfano per capire «di quali informazioni sono in possesso rispetto all’arrivo di armi chimiche siriane al porto di Gioia Tauro». Per il parlamentare vendoliano siamo davanti a una vicenda «sulla quale deve essere fatta piena luce» e su cui il governo «deve dare risposte chiare». «Credo sia inaccettabile il silenzio della politica regionale, relativo alle notizie riportate da alcuni organi di stampa, in merito alla possibilità di un attracco al Porto di Gioia Tauro, di due navi danesi che arrivare  dalla Siria cariche di trecentocinquanta tonnellate di armi chimiche da smaltire a cura della marina militare americana. 

Per il consigliere regionale Giuseppe Giordano «è una vergogna che il porto di Gioia Tauro diventi la pattumiera delle armi chimiche siriane. Si tratta – aggiunge Giordano – di un’operazione pericolosissima che vedrà coinvolto il porto di Gioia Tauro nell’ospitare, sia pur per un periodo temporaneo, armi di distruzione di massa. E’ una vergogna che l’Italia si sia resa disponibile a tale operazione, ma è ancor più inaccettabile che sia stata scelta l’area portuale di Gioia Tauro sulla quale si dovranno applicare misure straordinarie per accogliere ben 1500 contenitori dall’elevatissima pericolosità. Ci si domanda su quali criteri si è ritenuto il porto di Gioia Tauro l’unico scalo idoneo a permettere l’operazione di trasbordo». 
Invita a evitare allarmismi, invece, Pierferdinando Casini, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato. «Per la comunità di Gioia Tauro, il cui porto è stato scelto proprio in base a caratteristiche prestabilite, non ci sono rischi. Per cui non facciamo allarmismi perché, altrimenti, a forza di allarmismi in questo Paese non si riesce mai a realizzare nemmeno le grandi operazioni di successo come questa. È fondamentale – prosegue Casini – quello che l’Italia ha fatto e sta facendo insieme alla comunità internazionale. Oggi dal direttore generale dell’Opac sono state date tutte le rassicurazioni possibili sulla sicurezza dell’operazione».

Secondo Pino Galati, invece, «la scelta, comunicata solo oggi dal governo, di far transitare le armi chimiche della Siria presso il porto di Gioia Tauro, lascia interdetti. Non solo per la notizia in sé – spiega il parlamentare di Fi – ma per l’assenza totale di informazioni e di indicazioni innanzitutto in merito alla sicurezza. Ci si trova davanti a un fatto compiuto, a subire una azione su un’area i cui amministratori non sono stati avvisati. Rammaricano le modalità della vicenda, il disinteresse verso la popolazione coinvolta, che il governo, in particolare il ministro Bonino, non abbia ritenuto opportuno pianificare un intervento del genere con le istituzioni locali direttamente interessate, fornendo invece rassicurazioni sull’impresa a pochi giorni dal passaggio della nave. Dispiace inoltre che, come sempre, pur trattandosi di una importante e sicuramente nobile iniziativa internazionale, venga utilizzato e scelto il Sud, in questo caso la Calabria, per operazioni pericolose e dunque negative in termini di ripercussioni, di danni all’immagine stessa della regione, e che mai accada il contrario, che cioè siano attivate iniziative che abbiamo un ritorno positivo, che attirino investimenti, decisioni volte a favorire lo sviluppo e la crescita di questa parte del paese che è già in grandissima difficoltà».

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