Il Rompicalcio

Caro Umberto, ti scrivo…

Il Catanzaro di oggi raccontato a un amico nel secondo anniversario della sua scomparsa
 
 
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Caro Umberto,
 
non ti abbiamo dimenticato. È che questi giallorossi ci tengono impegnati, ci fanno viaggiare, ci fanno lavorare per rinsaldare il legame di tutti i tifosi sparsi in giro per il mondo con quella maglietta gialla e rossa che tanto amavi.
 
Ti ricordi quello strano personaggio, con i baffi d’altri tempi e le cravatte viola, che due anni fa era entrato nel nostro mondo tutto d’un tratto? Quel personaggio che due anni fa, proprio quando tu te n’eri appena andato, ci ha fatto gioire per la prima volta in C2. Quel testardo presidente d’altri tempi, quel ragazzino che esultava saltellando come un bambino davanti ai tifosi, e si faceva sopraffare dallo sconforto quando il Catanzaro pareggiava. Quel signore con un cognome geograficamente “nemico”, diventato in poco tempo il re dei tre colli. Te lo ricordi?
 
Caro Umberto, sappi che quel signore ha commesso anche un po’ di errori di inesperienza. Ma a un certo punto, quando tu ci avevi già lasciato soli quaggiù, quel signore che non ama perdere né essere secondo, ha preso finalmente un direttore sportivo e un allenatore. Uno vero. E adesso che ricorre il secondo anniversario della tua scomparsa, il Catanzaro è di nuovo lassù, terzo in classifica, proprio come l’avevi lasciato in quel maledetto giorno di dicembre. Umbe’, e indovina chi c’è al primo posto, lì davanti a fare da lepre? Sì, sempre loro, sempre il Perugia.
 
Chissà cosa starai pensando lassù. Chissà se credi alla cabala, ai corsi e ai ricorsi storici. O magari tu già sai come andrà a finire. Sappi però che i tifosi giallorossi, i tuoi fratelli di sempre, non mollano. E continuano a seguire la squadra con una passione infinita. Ieri a Pagani erano tanti, e domenica contro L’Aquila arrivano anche i rinforzi dei fuori sede per l’ultima dell’anno al “Ceravolo”. Quella partita di Natale che da emigrati sognavamo sempre e aspettavamo fin dal giorno dell’uscita dei calendari.
 
Caro Umberto, non posso nasconderti che qualche problemino c’è. No, non si tratta della squadra. Quella, con qualche ritocchino a gennaio, sta benissimo. Ti ricordi quell’anno? Era appena arrivato Sirignano, poi prendemmo Giampà, Quadri e un certo D’Anna, uno che giocava poco, ma che segnò il gol più importante degli ultimi 10 anni. 
 
Il problema più grosso è sempre quello. I Distinti sono chiusi. E adesso vorrebbero pure trasformarli in una scalinata trionfale, stesa come un tappeto ai piedi di una pagoda in cui entrerebbe solo il gotha della città di Catanzaro. Sì, il gotha. I giornalisti, che tu tanto “apprezzavi”, finalmente liberati dai container. E poi i politicanti (sempre i soliti), i “vippettini” di provincia, i soliti personaggi in cerca d’autore, pronti a sventolare il biglietto o l’accredito per la nuova palazzina come status symbol, accanto all’iPhone bianco, al Fay d’ordinanza e alle Hogan nuove di zecca. Umbe’, vogliono farci persino il prato in sintetico e noi dovremo subire ancora una volta, guardando la partita dalla tribuna con i pali davanti o dalla curva col binocolo. 
 
Non voglio annoiarti ulteriormente. Voglio solo dirti che quando te ne sei andato due anni fa, ci siamo sentiti tutti un po’ più soli. Ma ci hai fatto capire proprio quel giorno, ciò che Puntonet era diventato in tutti questi anni. Una vera comunità, una cosa sola, una grande famiglia. Al di là del Catanzaro o delle parole che volano su un forum.
 
Grazie Umbe’ per tutto quello che ci hai insegnato e che ci hai lasciato. Ti promettiamo di avere cura e di difendere quella che era diventata la tua seconda casa. Una casa giallorossa.
 
P.S.: Ma lo sai che quel misterioso attaccante che segnava gol a raffica a Gavorrano, oggi ce l’abbiamo noi? E lo sai che oggi come allora è capocannoniere?
 
Ivan Pugliese
 

Autore

Ivan Pugliese

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