La Corte dâAppello di Catanzaro ha riconosciuto a due persone, Domenico Melina e Giuseppe Angelo Casilli, arrestate nel marzo del 1999 con lâaccusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e successivamente assolte, il diritto ad ottenere dallo Stato lâindennizzo per ingiusta detenzione. Melina e Casilli furono arrestati nellâambito di una operazione denominata âMariaâ nella quale furono coinvolte, complessivamente, 21 persone.
Melina trascorse in carcere quasi un anno e mezzo, mentre per Casilli il periodo di detenzione durò poco più di quattro mesi, tre dei quali in regime di arresti domiciliari. Lâindennizzo riconosciuto dalla Corte (presidente Marcello Vitale) a Melina e Casilli ammonta, rispettivamente, a 98 mila e 22.500 euro a titolo di riparazione per lâingiusta detenzione subita.
âSi tratta di provvedimenti – ha detto il difensore di Melina e Casilli, Vincenzo Fulvio Attisani – che non potendo restituire ai miei assistiti il tempo loro sottratto con lâingiusta carcerazione, quanto meno li conforta sotto il profilo morale ed economico dopo essere stati ingiustamente sottoposti ad un duro e difficile procedimento penale, caratterizzato dalla terribile esperienza della privazione della libertà personaleâ. Delle 21 persone coinvolte nellâoperazione âMariaâ, secondo quanto ha riferito lâavv. Attisani, ne sono state condannate soltanto cinque e degli assolti quattro, al momento, hanno ottenuto lâindennizzo per ingiusta detenzione.
(CNN 20.01.2004)