La Striscia

Un mercoledì da leoni

Grande prova di tutta la squadra che sfata il tabù Benevento e si regala il terzo posto al termine di una gara tutta grinta e determinazione

Ci sono partite che possono cambiare un campionato e altre che lasciano traccia solo sui tabellini. Quella con il Benevento era semplicemente un crocevia, uno di quelli importanti, specialmente se qualche giorno prima eri uscito tra i fischi del pubblico dopo uno scialbo uno a uno. Così in un colpo solo, quel magnifico gol di Russotto dà un senso diverso ai mugugni e alle polemiche, e il suo abbraccio a capitan Ferraro ti fa capire che quelle undici maglie giallorosse lottano per un obiettivo comune, e come in tutte le battaglie ci sono alti e bassi, ma i bilanci si tracciano solo alla fine.

Una prima analisi però possiamo buttarla giù, ad iniziare proprio dalla partita contro i sanniti che ha sancito l’umiltà e il coraggio di mister Brevi. Lasciare in panchina Fioretti, adattarsi all’avversario, infondere grinta e determinazione sono sinonimo di intelligenza e carattere, doti importanti per chi allena in una piazza come Catanzaro. Non è passata inosservata la differente disposizione della squadra rispetto alla gara di domenica. Il rientro di Rigione che annulla Evacuo, il pressing alto del centrocampo, il lavoro sporco di Germinale e poi quell’eurogol di Russotto su uno splendido cross di Calvarese (quanto vale un terzino che attacca gli spazi) che ha spezzato l’equilibrio dando fiducia a tutta la squadra. Il Benevento di fatto non ha mai tirato in porta, tranne una conclusione di Evacuo nel primo tempo su assist involontario di Marchi, e un colpo di testa di Altinier nel finale.

Alla fine resta la sensazione che più dei moduli e delle posizioni in campo, contino motivazione e grinta, doti che aprono le porte a qualsiasi obiettivo. Nel dettaglio però, il campo ha detto che Rigione e Ferraro a tratti sembrano insuperabili, che Casini, Marchi e Vitiello hanno lottato su ogni pallone, che Germinale ha fatto a sportellate come suo solito, che Martignago deve ritrovarsi e Russotto è un talento cristallino a cui manca solo la continuità. Unica pecca la mancanza di precisione durante le ripartenze con tanti palloni persi o buttati malamente in avanti, frutto probabilmente di una gara giocata sempre sul filo della tensione.

Ora mancano due partite alla fine del girone d’andata. Sei punti in palio contro Paganese e l’Aquila. Due gare difficili che richiedono la massima concentrazione senza pensare a quello che potrebbe riservare il mercato di gennaio. Sarebbe ingeneroso nei confronti degli attuali ragazzi in rosa che stanno costruendo qualcosa di importante. 

Dall’altra parte il presidente Cosentino sta plasmando la società tra mille sacrifici e finora è riuscito nell’impresa di restituire la dignità persa nel corso delle scellerate gestioni che, per per ben due volte, ci hanno condotto al fallimento. Non ci resta che sostenere questo gruppo con tutto l’entusiasmo e la passione possibile, con un pensiero particolare a Rosario Fasano, un altro tifoso giallorosso che ci lascia, improvvisamente. Il suo ultimo gesto? Venire allo stadio, tifare per il Catanzaro, esultare un’ultima volta. Ciao Rosario. Avanti Aquile.

 

Salvatore Ferragina

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Salvatore Ferragina

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