Rassegna stampa

Catanzaro, la grinta è giusta

La vittoria di domenica sul Lanciano premia tutto il gruppo e il tecnico Braglia

Ascoli: «Abbiamo disputato un ottimo secondo tempo»

da Il Quotidiano

CATANZARO ­ Il successo sul Lanciano, preso con le unghie e con i denti in novanta minuti ad alto coefficiente di rischio per cardiopatici, è una vittoria del gruppo. E del suo allenatore, Piero Braglia. Uno a cui tocca il compito di riportare il Catanzaro il più in alto possibile, coniugando la sua tattica alle esigenze di ogni singolo calciatore a disposizione, con un occhio alla piazza e la concretezza senza veli propria del toscano verace.
Una vittoria corale, senza se e senza ma, lontano anni luce da quelle presunte baruffe di spogliatoio circolate nell’ambiente in settimana. Tutto questo piace alla gente, e a chiunque si trovi a passare anche solo per caso dal Ceravolo. Con questa grinta, la concentrazione e lo spirito unitario che pare dominare le stanze del vecchio stadio catanzarese, si può arrivare dovunque. Scene di cronaca strappate al pomeriggio di domenica scorsa, lo dimostrano appieno.
La panchina giallorossa tutta in piedi ­ sostituiti, dirigenti e accompagnatori compresi ­ pronta a correre sotto la curva per abbracciare idealmente gli Ultras. L’abbraccio reale tra Pastore e Lafuenti al triplice fischio finale del signor Marelli di Pisa, stremati dopo gli assalti disperati abruzzesi in un recupero infinito. I nuovi con i vecchi, insieme e raggianti. Le ultime immagini della sfida con il Lanciano lasciano sperare una ripresa ideale per continuare a far bene. Prima però, vista la sosta, un giorno di riposo in più, indubbiamente meritato. Gli allenamenti ripartono mercoledì pomeriggio, ore 14 e 30, sul terreno dell’ex Militare.

SEMPRE UTILE. Tantissimi anni fa la Panini, in un album dei calciatori, definiva il romanista De Nadai “jolly” invece che ala, difensore o centrocampista. Per indicare la particolare versatilità nel ricoprire ruoli diversi. Se oggi il Catanzaro fosse in B, e quindi potesse godere del maggior dettaglio informativo che la storica casa editrice modenese dedica alle formazioni delle due massime serie italiane, la voce jolly se la beccherebbe probabilmente Nicola Ascoli. Tra l’altro lui “jolly”, lo è diventato nel corso di una lunghissima militanza nelle fila del club catanzarese. Esattamente per sette stagioni, dal 1996 a oggi, faticando e sbuffando ogni giorno tra i gusti di svariati allenatori, nel male e nel bene della storia dell’Uesse 1929, con una sfilza di presenze e due gol.
Ma Nicola Ascoli, classe ’79 e origini vibonesi incastonate in un’anima tutta giallorossa, è qualcosa in più. Da terzino in una difesa a quattro a centrale in un analogo reparto a tre, a centrocampista ­ sempre centrale ­ e addirittura esterno in un centrocampo a quattro. Un elemento valido in ogni circostanza, che se la cava sempre bene, anche quando è costretto a giocare con l’influenza addosso (leggi Paternò), fa il vice Alfieri o il vice Caterino. Braglia conta tanto sul contributo, e sui sacrifici tattici, di Nicola Ascoli. E lui ripaga la fiducia con i fatti. Come quel fallo guadagnato con astuzia e grinta nei minuti finali della partita con il Lanciano, dal quale è partito il cross di De Simone magistralmente finalizzato da Giorgio Corona pochi istanti dopo. «E’ andata bene -­ si limita a dire timidamente, limitandosi alla gara ­ ho soltanto cercato di dare il mio apporto alla vittoria».
E si è visto, in una gara per niente facile. «Abbiamo avuto difficoltà in mezzo al campo nel primo tempo, ma nel secondo la squadra la cominciato a macinare gioco, abbiamo creato tante occasioni perché quella partita volevamo vincerla. Giorgio ha preso anche due pali e sembrava che la sfortuna avesse la meglio, invece alla fine ci siamo riusciti».
Ascoli esalta, tra i motivi principali, la voglia di riscatto maturata subito dopo la sconfitta di Pesaro. «Lì abbiamo giocato una brutta partita, e per questo con il Lanciano avevamo tanta voglia di fare una bella gara, per forza», aggiunge subito prima di dire due parole sul gruppo. «Sono tre ragazzi che ci daranno una mano, tre acquisti che possono rafforzare il gruppo e che si sono inseriti bene dal primo giorno. Non so dire se il Catanzaro ha bisogno d’altro, ma quello che c’è può conquistare traguardi importanti».

Ivan Montesano

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