Intervistiamo

La tenerezza e lo schifo, ecco Catanzaro dopo l’alluvione

Scritto da Redazione

936035_1419972944900579_969217107_nCatanzaro oggi fa tenerezza. Fa tenerezza il suo lento ritorno alla normalità, dopo giornate furibonde, incerte, sospese. Prima l’acqua, devastante, con il suo contorno di macerie, disastri, danni economici e materiali ingentissimi. Poi l’assenza di acqua, protrattasi per giorni, che ha messo a dura prova la capacità di resistenza di molti, ma ha colpito ovviamente le fasce più deboli della popolazione: gli anziani, i bambini, i disabili, tutti coloro che non avevano modo di spostarsi dalla città. Catanzaro oggi fa tenerezza, ma in questi giorni molte cose hanno  fatto schifo. Letteralmente schifo, al punto da non poterle dimenticare. Mai.

1. La mancanza di acqua é stata accompagnata da un’assoluta mancanza di informazioni. I cittadini di Catanzaro sono stati lasciati in balìa degli eventi, privi di un’adeguata conoscenza dei danni reali dell’acquedotto, dei probabili tempi di ripristino del servizio, dell’attivazione di un piano di emergenza. Chi riesce a capire cosa significhi stare per giorni senza acqua (senza poter cucinare, senza potersi lavare, senza poter utilizzare i servizi igienici, in un parola: senza casa) deve immaginare anche cosa significhi l’incertezza assoluta in cui abbiamo affrontato questa situazione. Durante questi lunghi e difficili giorni l’unico riferimento per i cittadini non è stato un numero verde di qualche istituzione, non è stato il comune, non è stata la protezione civile, ma un sito di informazione. E questo la dice tutta.

2. In città si rincorrono le voci, gravissime, di una gestione privatistica delle autobotti messe a disposizione della cittadinanza. Più e più persone raccontano di aver assistito a favoritismi e privilegi di per sé intollerabili ma che diventano atti di tracotanza spregevole in situazioni di emergenza. Spero davvero che l’indignazione popolare resti altissima e che si possa accertare se davvero alcuni soggetti, in virtù delle posizioni di potere rivestite o della vicinanza a persone che occupano ruoli istituzionali, hanno ricevuto a casa propria rifornimenti consistenti di acqua mentre il resto della cittadinanza si accalcava intorno alle autobotti posteggiate in piazza.

3. Catanzaro è rimasta sola. In questi giorni, insieme all’acqua è mancata completamente la Regione Calabria. Il silenzio e l’assenza del Presidente della Regione sono stati totali ed inspiegabili. Qualunque altro capoluogo di Regione si fosse trovato ad affrontare un’emergenza lunga e imprevista avrebbe sicuramente avuto al suo fianco il massimo rappresentante istituzionale del territorio. Catanzaro, invece, non ha sentito la vicinanza dell’on. Scopelliti, non ha percepito il suo impegno, non ha avuto nemmeno per un istante la sensazione che le proprie difficoltà fossero condivise dal Presidente della Regione.
Nel fango e tra le macerie alcuni politici hanno cessato di essere i rappresentanti di una città specifica o di una parte politica e sono divenuti dei veri uomini delle istituzioni, dei riferimenti condivisi da comunità colpite dalla furia della natura. L’on. Scopelliti ha dimostrato di non avere questa statura. Egli potrà continuare ad incamerare i voti dei calabresi e finanche dei catanzaresi, potrà rinnovare il proprio successo personale e accumulare incarichi prestigiosi, ma non potrà mai avere il rispetto dei catanzaresi. Perché il rispetto va meritato, va conquistato sul campo. Nel fango, magari, nelle difficoltà certamente.

Nicola Fiorita

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