Bar Mangialavori

Volere sarà potere

Scritto da Redazione
L’arbitro friulano condiziona l’intera gara e Rigione deve recitare il mea culpa, ma Il Catanzaro resta ad un tiro di schioppo dalla vetta.

Altri due punti gettati alle ortiche (come sarebbe diversa oggi la classifica dei giallorossi!), altre recriminazioni, altre ingenuità imperdonabili. Malgrado tutto, il Catanzaro rimane a tre punti di distacco dalla prima posizione in classifica occupata dal Frosinone che tra l’altro osserverà il turno di riposo proprio dopo aver incrociato nel prossimo turno la stessa Salernitana.

Chi scrive, la scorsa “puntata” aveva anteposto difficoltà diverse da quelle tecnico tattiche e così è stato. Malgrado l’esercito mediatico e la presenza della tifoseria organizzata dei campani, la Salernitana di Lotito si è dovuta ritirare a casa esultando per la conquista di un punticino. L’esultanza dello speaker dell’emittente salernitana insieme a quella degli uomini di Perrone fotografano la partita di sabato scorso.

A questo punto pare che ad accorgersi della bontà dell’impianto giallorosso e delle varie occasioni che le Aquile stanno perdendo, debba essere solo e proprio il Catanzaro (visto e considerato che gli avversari ne hanno già contezza). E’ cosa risaputa che la Salernitana abbia investito molto più della società giallorossa, ma il Catanzaro deve una buona volta per tutte spogliarsi dai panni della cosiddetta squadra rivelazione del campionato per salire in cattedra e vestire quelli della squadra/società che lo vuole vincere. Perché? Perché il Catanzaro può essere in grado di farlo. Lo ha dimostrato nei valori in tutte le gare disputate finora e tranne qualche incidente di percorso dovuto a comprensibili cali di tensione, i valori dei giallorossi hanno sempre prevalso su quelli degli avversari di volta in volta incontrati.

La Società deve essere consapevole di questo e atteggiamenti e dichiarazioni politically correct a parte, deve prendere atto che quella che si sta prospettando è un’occasione da non perdere. A Catanzaro, non dimentichiamolo, l’attuale capolista ci ha rimesso le penne e lo stesso Pisa non è che abbia fatto questa gran bella figura (anche in quell’occasione ben quattro espulsioni, non dimentichiamolo). Lo stesso Pontedera oramai ex capolista, ha dovuto arrendersi benché in zona Cesarini. La cosa che traspare ma che tento a stento a rimuovere, è questa voglia ossessiva di essere severi con se stessi a vantaggio dell’avversario di turno. Si chiamerà sportività? Chiamatela obiettività o ancora “peggio”…, maturità. A chi scrive non piace affatto soprattutto se si cronicizza o ancora peggio diventa uno stile stucchevole e improduttivo.

Rigione purtroppo ha vanificato in un sol colpo il suo indiscutibile apporto alla causa e non ha giustificazione alcuna. Se l’avversario ti provoca, non puoi cadere in certi orrori marchiani soprattutto se ti definisci un “professionista” e l’arbitro è a due passi. Sembrava quasi che Ros non aspettasse altro, soprattutto al fine di bilanciare l’espulsione comminata nella prima frazione di gioco a Foggia. Gli spogliatoi nel secondo tempo hanno partorito un altro direttore di gara. La giacchetta nera friulana ha letto l’episodio a discapito di un Catanzaro che stava dominando la gara, oltretutto in superiorità numerica. Applicazione del regolamento obietterà qualcuno, ma l’eccellente attore Guazzo ci ha messo del suo. L’oriundo crotonese (il padre è di Pallagorio) Mendicino ha bissato il compagno di squadra vanificando la segnatura dell’ottimo Germinale. Malgrado quanto sopra, l’input l’ha dato sempre Rigione. Sbagliato criminalizzarlo, ma non nascondiamocelo, sono stati persi punti molto più importanti di quanto sembri e speriamo non condizionino il volo delle Aquile. A tal proposito non dimentichiamo che il difensore giallorosso sarà costretto ad uno stop prolungato (si aspetta riscontro dal giudice per quantificare il danno).

Insomma oramai non ci si può più nascondere dietro un dito e si deve decidere di puntare dritti all’obiettivo contro quelle corazzate che si sono dimostrate tali (finora) solo sulla carta, ma il rettangolo verde ha parlato diversamente. Il Lecce e il Perugia vogliono risalire la china e insieme a loro altre compagini non resteranno certo indietro. Bisogna sin d’ora capitalizzare quanto prodotto e gettare il cuore oltre l’ostacolo. Un cuore che non dovrà avere paura di vincere perché le qualità ci sono ed il blasone anche (e non ha da invidiare nulla a nessuno). Rispetto per tutti, timore mai. Avanti tutta Catanzaro, contro tutto e contro tutti..

Giuseppe Mangialavori

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