Intervistiamo

Cardiochirurgia e Polo Oncologico: supplichiamo uno scatto d’orgoglio del sindaco Abramo

Scritto da Redazione
La nota di Catanzaronelcuore

A dispetto degli improbabili annunci trionfalistici sulla sanità pubblicizzati, guarda caso, da chi la sanità la gestisce, ci ritroviamo ancora una volta a dover evidenziare la gravità delle scelte abbattutesi sul capoluogo di regione, che prefigurano scenari ancora più drammatici.

I fatti, che sono assai diversi dagli slogan, ci dicono che tuttora permangono i disagi al Pugliese-Ciaccio, di cui abbiamo denunciato i tagli sui posti-letto e le tante anomalie fra le quali spicca la chiusura agli esterni della Fisiatria, forse per privilegiare qualche privato in forte odore di conflitto di interessi. Permane il collasso al Pronto Soccorso. Permangono i disagi alle strutture territoriali. Inoltre, nel piano triennale delle opere pubbliche non c’è più traccia del nuovo Ospedale. E rimane pericolosamente immutato il ridimensionamento di importanti realtà cittadine come la Cardiochirurgia Universitaria e la Fondazione Campanella: su quest’ultima, solo gli sciocchi e gli ingenui possono esultare per il recente accreditamento dei 35 posti firmato da Scopelliti, cioè lo sforzo minimo non già per salvare la Fondazione ma per differirne di un anno la sua morte. Il destino del Polo Oncologico di Catanzaro – e dei suoi 170 dipendenti in esubero che non potranno mai essere convogliati sull’azienda Mater Domini – sembra avviato verso un triste epilogo proprio mentre un altro Polo Oncologico sta per sorgere a Crotone: semplice coincidenza o subdola e scientifica premeditazione che potrebbe nascondere, anche questa, un qualche conflitto di interessi fra imprenditoria privata e politici regionali?

Ma in queste ore è la Cardiochirurgia a ritornare prepotentemente alla ribalta. Infatti lo scorso 13 settembre il governatore Scopelliti ha annunciato la pubblicazione, da parte dell’ASP di Reggio, di una manifestazione d’interesse che scadrà il 16 ottobre, per un investimento di circa 10 milioni di euro, per affidare tutte le operazioni di gestione del Centro Cuore a un soggetto terzo, dunque per reperire “una società che dovrà offrire il service costituito da medici, infermieri ed altro personale specializzato che consentirà di aprire la Cardiochirurgia all’interno degli Ospedali Riuniti”. E si parla di venti posti letto. A questo punto sono troppe le domande ispirate da tale annuncio. La prima: perché esternalizzare senza avere fatto un’indagine di fattibilità all’interno delle risorse disponibili? Perché non aspettare che vengano autorizzati i precari e i vincitori di concorso così come previsto dal recente decreto Letta di stabilizzazione dei circa 35.000 operatori della sanità? L’Università Magna Graecia di Catanzaro è stata coinvolta in questo progetto giacché l’Unità Operativa di Cardiochirurgia prepotentemente voluta a Reggio è prevista a direzione universitaria? Siamo sicuri che la Cardiochirurgia universitaria catanzarese prenda 10 milioni di euro all’anno, ossia la cifra destinata all’appalto per quella reggina? Ed i posti-letto sono venti, per come abbiamo letto su tutte le dichiarazioni stampa lo scorso 13 settembre, o sono dieci per come più volte ha assicurato il presidente Scopelliti? E se i posti fossero venti, significherebbe portare a zero quelli universitari di Catanzaro?

In attesa di ottenere le adeguate risposte non ad uso di sciocchi, servi o no che siano, ci piace ribadire che il famoso Consiglio Comunale ad hoc sulla Sanità dello scorso 25 giugno altro non è stato se non una sceneggiata, messa in piedi da servi sciocchi per la creduloneria di sciocchi ingenui. Sindaco Abramo, ti supplichiamo uno scatto d’orgoglio!

 

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento