Intervistiamo

L’intervento del SIULP sulla paventata chiusura del Comissariato di Catanzaro Lido

La nota del Sindacato di Polizia di Catanzao: “ingiustificato allarmismo”  

Si è evidenziata in questi ultimi giorni una notizia apparsa sulla Gazzetta del Sud  (ma anche sulla stampa online) riguardante la imminente chiusura del Commissariato di Catanzaro Lido (si parla di questa prossima estate) che, come semplici cittadini, ci infonde una qualche preoccupazione in ordine al futuro della nostra sicurezza. Però, da operatori di Polizia e quindi, in quanto soggetti attivi nella gestione della sicurezza, indubbiamente bene informati, la cosa ci lascia sconcertati  poiché sappiamo con certezza che la notizia è assolutamente priva di ogni fondamento.   

E allora ci chiediamo del perché di questo ingiustificato allarmismo!

Quale motivo spinge un “sindacato” ad avviare una campagna di mobilitazione così ben orchestrata che coinvolge anche personaggi della politica cittadina su di una problematica che non esiste? Vogliamo qui ricordare che lo stesso sindacato, il COISP, lo scorso mese di ottobre aveva già sollevato il medesimo problema, accusando quella volta il SIULP di essere promotore della procedura di soppressione dello stesso presidio di Polizia. Ma allora, pur se caratterizzata da metodiche deontologicamente scorrette,  c’era una motivazione di fondo in quella “iniziativa” in quanto si era nel periodo del tesseramento e quindi era quello un modo (sic!) per acquisire nuove adesioni dal momento che, sia a livello nazionale, sia a livello locale, il COISP si dimostra incapace di formulare una seria politica sindacale, come peraltro dimostrato dallo scarso seguito di cui gode.

 Oggi tutto questo allarmismo ha certamente una origine diversa poiché, escludendo (si spera) eventuali motivazioni disdicevoli, riteniamo possa essere stata determinata dall’unica plausibile spiegazione e cioè quella di arrogarsi il titolo di “salvatore della patria” ma, soprattutto, per accreditarsi  con questa o quella fazione politica senza peraltro assolvere il proprio mandato che, come per ogni sindacato, è finalizzato alla difesa degli interessi generali e collettivi della categoria che rappresenta.

Se poi l’intervento era finalizzato a denunciare soltanto la carenza dell’organico del Commissariato di Lido, detta O.S. avrebbe dovuto precisare che tale problematica è comune a tutti gli uffici della Polizia di Stato che, a causa delle scellerate iniziative governative, negli ultimi quattro anni ha subito un calo di organico di ben tredicimila unità.

Il decremento dell’organico del Commissariato non è quindi da intendersi come una fase propedeutica alla sua chiusura, anche perché, tale riduzione di personale interessa tutte le articolazioni della Questura ed ancora di più le specialità della Polizia in ambito provinciale e regionale. In buona sostanza la strategia adottata da questi “rampanti sindacalisti” è quella di alzare scientemente un polverone su di una determinata problematica inesistente per poi, a totale beneficio dei soliti ingenui e superficiali, propagandare che il problema (mai esistito) è stato risolto grazie al loro intervento.

Molto astuto ma, purtroppo per loro, si è verificato un inconveniente in questa macchinosa farsa dal momento che, oramai, sono stati sgamati e saranno certamente in pochi coloro che vi abboccheranno. 

In tutta questa storia  non si capisce però  il ruolo dei politici catanzaresi che si sono fatti prendere al laccio. Eppure non manca loro il buon senso e l’esperienza per capire l’inconsistenza della notizia che ad ogni modo, prima di “compromettersi”, così come è stato fatto da questa O.S., avrebbero potuto verificare semplicemente consultando i diretti responsabili dell’ordine e della sicurezza pubblica nella provincia che, come si sa, si individuano nel Prefetto e nel Questore. Difatti, se si fossero preventivamente informati, probabilmente questi Amministratori avrebbero potuto capire  che il loro coinvolgimento è strumentale agli interessi del COISP locale, da sempre alla ricerca di aderenze politiche che non sembrano, a ben guardare, tese a tutelare  gli interessi dei colleghi.

Autore

Salvatore Ferragina

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