Intervistiamo

Per i giovani aggrediti cade l’accusa di estorsione

Si dovra’ riscrivere il capo d’imputazione nei confronti di quattro persone cui sono state contestate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro la tentata estorsione mafiosa e le lesioni personali. Lo ha deciso oggi il giudice dell’udienza preliminare, Abigail Mellace, che accogliendo la richiesta dei difensori degli imputati (gli avvocati Antonio Ludovico, Gioconda Soluri e Enzo Savaro), non ha ritenuto sussistente l’aggravante delle modalita’ mafiose ne configurabile il reato di tentata estorsione ed ha disposto dunque la restituzione degli atti all’Ufficio del pubblico ministero per la riformulazione delle accuse che, secondo il giudice, non richiederanno il passaggio dell’udienza preliminare potendo giungere direttamente davanti al tribunale. Il pm antimafia, Vincenzo Capomolla, alla scorsa udienza del 2 maggio 2012, aveva chiesto una condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno per due imputati che avevano ottenuto il giudizio abbreviato, ed il rinvio a giudizio per gli ultimi due. Si tratta, in particolare, di Salvatore Agosto, Eros Cavigliano, Vincenzo Furina e Saverio Riverso autori, secondo la Procura, di una sorta di spedizione intimidatoria per far capire ad alcuni giovani malcapitati che nella “loro zona” non c’era liberta’ di organizzare una festa pubblica senza autorizzazione.

Gli imputati, secondo quanto ricostruito dalla pubblica accusa, in concorso con un’altra persona oramai deceduta e con un minorenne, avrebbero aggredito e picchiato sonoramente dei giovani – una delle vittime ebbe una prognosi di 40 giorni – rei di aver organizzato una festa, il 25 dicembre del 2008, nel rione Fortuna, nella zona sud di Catanzaro, senza che loro, presunti “capi di quel territorio”, avessero dato il necessario consenso. Due degli accusati, Cavigliano e Riverso, sono stati in passato coinvolti in un altro procedimento della Dda di Catanzaro, conosciuto con il nome di “operazione Falcos”. Il procedimento odierno, adesso, regredira’ in attesa della nuova richiesta di rinvio a giudizio. (AGI)

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Redazione

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