Panico alla festa di Natuzza, cede un’impalcatura

Panico alla festa   di Natuzza, cede  un’impalcaturaAl termine della concelebrazione, il crollo. Momenti di gioia che si sono trasformati in istanti di panico fra le oltre trentamila persone provenienti da ogni angolo della penisola che ieri hanno raggiunto Paravati per la tradizionale festa della mamma, quest’anno coincisa con il ventiseiesimo anniversario della nascita della fondazione di religione di culto “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime”, voluta da Natuzza Evolo, per dare sollievo e speranza agli ultimi. E mentre i fedeli si accingevano ad allontanarsi dal sagrato, si è verificato il crollo di una delle due torri che reggeva le casse audio, nello spazio riservato al coro. Nell’incidente sono rimaste ferite quattro donne provenienti dalla provincia di Catanzaro, subito soccorse dalle ambulanze del 118 e dalla Croce Rossa e trasportate all’ospedale civile di Vibo Valentia. A una delle quattro ferite sono state riscontrate lesioni craniche. La donna è in prognosi riservata e ieri si stava predisponendo il suo ricovero in Neurochirurgia a Catanzaro. Un’altra ha riporto una frattura scomposta, una terza solo escoriazioni, mentre la quarta è stata medicata sul posto. L’episodio ha creato nei primi frangenti veri e propri momenti di panico. All’inizio, infatti, si era temuto il peggio, dopo circa un’ora però, grazie anche alle notizie confortanti provenienti dal nosocomio vibonese, la gravità dell’incidente è stata in un certo qual modo ridimensionata. La giornata di fede era iniziata alle sei con le prime visite alla mistica. «Siamo qui per te mamma Natuzza», si leggeva ieri uno dei tanti bigliettini, a lei indirizzati e deposti davanti alla sua tomba. Ed ancora: «Per mezzo del tuo esempio aiutami a prendere la mia croce e fammi amare i miei nemici». Ed, infine, la lettera di una giovane donna: «È passato un anno mamma mia da quando sono venuta qui e ai tuoi piedi ho implorato la mia grazia. Adesso torno qui per dirti grazie perché quello che il mio cuore desiderava tu hai fatto si che si avverasse. Non so come poter ricambiare il tuo amore e la tua benevolenza, so solo che io sono tua e di tuo figlio. Fate di me ciò che volete, che sia fatta sempre la vostra volontà. Proteggi la mia famiglia che da oggi si forma, facci vivere sempre nel tuo amore cercando sempre di servire il Signore. Ti amo mamma mia -così si conclude la lettera con infinito amore». Un amore nei confronti di Fortunata Evolo più vivo che mai, che ogni giorno traspare anche dai nuovi mezzi di comunicazione, come facebook, e che ieri si è toccato con mano non solo durante le visite alla sua tomba, ma anche nel corso dell’affollata processione della sacra effige del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime per le vie del paese, preceduta dai gruppi dei cenacoli di preghiera, tanto cari a Natuzza, provenienti da ogni parte d’Italia e dove sono più volte risuonate le sue parole, tra cui l’invito che lei stessa rivolgeva spesso alla gente: «Offrite il vostro cuore alla Madonna, perché solo la Madonna e Gesù vi possono dare la pace. Io la preghiera, ma la pace ve la danno la Madonna e Gesù». La mistica con le stimmate è stata, infine, ricordata dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera- Tropea mons. Luigi Renzo durante la solenne concelebrazione eucaristica all’aperto sul sagrato della chiesa. «Nel corso di uno dei miei incontri con Natuzza – ha riferito il presule –lei stessa mi confidò che la notte dormiva poco o niente e alla domanda di come faceva a sopportare questo calvario, mi ha risposto che essendo sveglia aveva la possibilità di pregare Gesù e a la Madonna e di stare, quindi, insieme a loro». Il vescovo ha, inoltre, rivolto il suo pensiero ai numerosi cenacoli di preghiera presenti «quali segni di speranza e di predilezione del Signore e di questo – ha evidenziato il pastore della chiesa miletese –non possiamo che essere grati a mamma Natuzza che ora riposa nella gloria di Dio dopo essere passata dalle sofferenze della croce».

fONTE: Gazzetta del Sud – Vincenzo Varone

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