La Striscia

La vergognosa disfatta, l’inevitabile addio

Squadra assente, solita gestione e prestazione indecorosa. Regalati tre punti alla Carrarese e ora la salvezza dei giallorossi è a rischio. Cozza esonerato, ma i calciatori dov’erano?

È difficile scrivere qualcosa alla luce di ciò che non abbiamo visto in campo oggi e di quanto è accaduto a fine partita. Tre goal dalla Carrarese e l’esonero di mister Cozza rappresentano una combinazione che in tutta onestà nessuno si sarebbe aspettato.

Certo, a memoria ci sono state un bel po’ di altre batoste che avrebbero potuto mettere in discussione la posizione del mister, ma evidentemente al presidente Cosentino, pur non essendo al “Nicola Ceravolo” quest’oggi, è bastato conoscere dai suoi il risultato finale e il modo in cui è maturato, per decidere l’esonero. Siamo convinti che se il numero uno Giallorosso avesse visto il film horror in scena al “Ceravolo”, l’epilogo sarebbe stato il medesimo, ma forse ci sarebbe stato qualche pubblico rimbrotto nei confronti dei calciatori. Calciatori che sono professionisti regolarmente pagati e che in campo contro una squadra non trascendentale hanno letteralmente passeggiato.

In settimana l’ormai ex mister giallorosso (insieme agli atleti interpellati nelle consuete conferenze stampa) aveva parlato del match con la Carrarese come fosse quasi una battaglia finale. Una partita, considerata la classifica, da affrontare con la massima concentrazione. I tremila circa presenti di oggi hanno invece assistito alla peggiore partita del Catanzaro nei quasi due anni di gestione di Cozza. Sottolineiamo “peggiore”, perché le altre brutte sconfitte precedenti erano arrivate comunque contro avversari che potevano essere definiti tali.

La Carrarese, con tutto il rispetto per i toscani, è invece davvero poca cosa e se la squadra di Iaconi segna tre goal al Catanzaro allora vuol dire che qualcosa di molto grosso non va e le colpe di tecnico e squadra non possono essere nascoste.

Iniziamo dalla formazione, perché parlare della partita nel suo contesto è impossibile.

In settimana Cozza dichiarava di avere un solo dubbio a centrocampo e si pensava che si rifeirisse al ballottaggio tra Ronaldo e Quadri. Sbagliavamo. In campo parte Ronaldo ma già dal riscaldamento e da come il Catanzaro si schiera sul terreno di gioco, si notano troppe novità e troppi azzardi (peraltro già ripetutamente provati e miseramente falliti nel corso del campionato) per una sfida decisiva.

La difesa a tre per la prima volta viene guidata da Conti e la pessima prestazione dell’ex veronese, ancora in gravissimo e quasi ingiustificabile ritardo di condizione, si ripercuote su tutti i compagni di reparto, portiere compreso. Chi ha giocato a calcio sa benissimo quanto sia fondamentale il ruolo del centrale che deve guidare tutti i compagni della difesa. Catacchini viene reimpiegato nel ruolo di terzo difensore a destra e non supportato dall’ormai ininfluente Fiore (non è più una novità per l’ex teatino). Su questa corsia gli avversari affondano con estrema facilità. Ronaldo e Castiglia che dovrebbero guidare il centrocampo sembrano trovarsi con la testa altrove e su questo le uniche responsabilità che possiamo addossare  al mister, riguardano gli allenamenti settimanali (è il mister che deve capire se un calciatore in settimana lavora bene o no).

Infine, l’ennesimo esperimento della coppia Masini Fioretti che dalla prima giornata di ritiro e dall’amichevole  estiva contro il Polistena è apparsa talmente male assortita da far sembrare i due attacanti giallorossi due pesci fuor d’acqua. A tal proposito, le domande logiche sono due: considerata l’assenza di Russotto perché non schierare Carboni? E Carboni, che non parte titolare neanche oggi, come deve sentirsi quando entra in campo? Più che sul valore del calciatore, sarebbe il caso di riflettere un attimo anche sull’aspetto umano, su come l’attaccante sardo sia stato accantonato per lunghissimo tempo. Qualcuno potrebbe obiettare che nella ripresa c’è stata una reazione. Tutto vero, reagire contro una Cararese che si limitava a difendere e lanciare palla in avanti non è stata però un’impresa, semplicemente si è trattato della conferma che oggi abbiamo pesantemente perso contro un avversario quasi nullo.

La reazione della seconda frazione conferma peraltro le nostre perplessità iniziali; Catacchini riportato a destra riesce a portare qualche pallone in avanti, più di quanto abbia fatto Fiore in un intero torneo. Quadri relegato in panchina, per condizione e testa forse poteva partire dall’inizio dopo il lieve risveglio registrato Prato. Rimanere indifferenti a tanta pochezza e soprattutto rimanere indifferenti ora che il livello di guardia per l’obiettivo salvezza si è alzato, poteva essere deleterio. La società si è fatta sentire ed adesso non ci resta che attendere la prossima mossa.

L’esonero del tecnico a tre giornate dalla fine del campionato può sembrare esagerato, ma chi ha assistito alle partite da Frosinone in poi (lasciamo stare le altre) non può non confermare che la squadra non c’è più stata. Il punto conquistato a Prato è arrivato per merito Pisseri che ha neutralizzato un calcio di rigore e grazie alle giocate di un singolo, il solito, che ha fatto espellere un avversario ristabilendo la parità numerica. Ma anche a Prato il gioco ha latitato.

Oggi alla mancanza di gioco e ai consueti limiti di gestione della rosa e dei cambi durante la partita, si è aggiunto lo scarso impegno di qualche elemento, oltre che la generale mancanza di determinazione nel cercare tre punti necessari per la salvezza.

Cozza adesso non c’è più, ma a tre giornate dal termine non si può sbagliare. Troppo importante salvaguardare la categoria. Certo lo scossone odierno non servirà a nulla se nelle segrete stanze non si parlerà negli occhi, e con decisione, ai calciatori. Ai vecchi e nuovi. Bisognerà pretendere rispetto e impegno senza condizioni.

Il pubblico di Catanzaro fino ad oggi ha avuto tanta pazienza. A tecnico e calciatori sono stati riconosciuti i grandi meriti per il successo della scorsa stagione, ma nel calcio niente  è eterno, e la riconoscenza non è un mutuo ventennale. Nel calcio contano i risultati. La settimana di sosta dovrà servire a tutti per rigenerarsi, per riorganizzarsi e soprattutto per prepararsi a non regalare altre delusioni alla paziente tifoseria giallorossa che, malgrado tutto, ha sempre fatto sentire la propria presenza e sempre continuerà ad esserci. Anche a Sorrento.

Salvatore Ferragina

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Salvatore Ferragina

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