La Striscia

Quattro “baci” dal Perugia

Catanzaro inesistente e i grifoni passeggiano al “Ceravolo”

C’era voglia di riscattare la disfatta di Frosinone sugli spalti del “Ceravolo”. Chi era andato in Ciociaria e aveva assistito a quella sfida, prima del fischio d’inizio odierno analizzava la débâcle laziale ma soprattutto manifestava il rammarico che la partita fosse durata solo trenta minuti. C’era voglia di rivalsa fra i tifosi e si sperava che lo stesso desiderio animasse squadra e tecnico. Così invece non è stato. Registriamo un’altra sonora sconfitta e numeri impietosi che potrebbero bastare per chiudere anticipatamente questo pezzo; otto goal subiti in 180 minuti e difesa sempre più perforata che contende al fanalino di coda Carrarese l’ultimissima posizione. Quattromila circa i presenti sugli spalti e tanta rabbia nel vedere la tifoseria perugina con una signora squadra e un signor tecnico (almeno per quello visto oggi) che lotta per la serie B, presentarsi con solo cento unità. Consentitecelo, noi siamo abituati ad altri numeri e foto e immagini -anche estremamente recenti- possono confermarlo. Purtroppo  però non basta avere solo i numeri in termini di tifosi, non basta avere un Presidente e una società, serve anche avere una squadra che nelle ultime due partite non c’è stata e un tecnico che soprattutto oggi ha sbagliato tutto: prima, durante e dopo la partita. Prima di entrare nel merito del match ci sono da segnalare due episodio: il malessere della curva per quanto accaduto in settimana al premio “Nicola Ceravolo” con l’esposizione di striscioni contro gli organizzatori, innanzitutto. Poi il minuto di silenzio per ricordare un grande dello sport, Pietro Mennea. Veniamo adesso alla “partita” volutamente virgolettata perché definirla tale è una forzatura. Partita, quest’oggi, non c’è mai stata.

Dopo una sconfitta del genere, anche i personaggi meno scaltri del mondo del pallone avrebbero serrato le fila chiedendo in primis l’aiuto dei tifosi in vista dello sprint finale verso la salvezza. Invece abbiamo assistito alle solite litanie sui campi d’allenamento (siamo tutti d’accordo), ad un incomprensibile denuncia di alcuni tifosi(?) che godrebbero per le sconfitte e all’annuncio che il mister attuale, fino a prova contraria la nostra guida per la salvezza, a fine stagione andrà via. Che segnale si manda all’ambiente e soprattutto ai ragazzi che, per quanto professionisti, sanno già che il loro condottiero andrà via? Insomma, riassumendo, il post-partita ha rappresentato la summa di quelle dichiarazioni che ai presenti al “Ceravolo” e a quelli che seguono il Catanzaro sette giorni su sette, anche nelle lunghe trasferte, nulla può fregare, specie alla luce del risultato conseguito.

L’inizio della partita è devastante per i giallorossi. Il Perugia aggredisce subito perché l’allenatore Camplone ha evidentemente studiato l’avversario. Ha dimostrato di sapere bene quale potevano essere le armi migliori del Catanzaro e allora opta per centrocampo e difesa schierata alta e pressing sui portatori di palla come Castiglia e Ronaldo che sin da subito non trovano compagni su cui scaricare il pallone. Fioretti è chiuso nella morsa dei difensori in maglia bianca eRussotto è marcatissimo e cerca da solo le sue giocate rimanendo isolato dal resto della squadra. L’altra mossa vincente del tecnico perugino è quella di aver individuato i limiti dei ragazzi di Cozza. Limiti che risalgono a errori commessi nel mercato d’agosto, con la corsia di destra priva di un interprete di ruolo, sulla quale è adattato Fiore che è un elemento dalle attitudini offensive marcate. Guardando le quattro reti subite dal Catanzaro in meno di un’ora di gioco, sono evidentissimi gli errori di preparazione alla partita. Fabinho sembrava il suo connazionale Neymar e prima dalla corsia di sinistra pennellava nel mezzo per Moscati che portava in vantaggio i grifoni, poi si spostava a destra, dove Squillace nel frattempo era sostituito, e trovava altri corridoi invitanti e dopo che Orchi perdeva palla nel mezzo e raddoppiava. La ripresa ricominciava come il primo tempo. Ancora il colored faceva il fenomeno e per l’ennesima volta nell’uno contro (classica situazione di gioco della difesa a 3) prima segnava senza alcuna opposizione e poi serviva a Nicco la palla del poker. Troppo forte il Perugia? Indubbiamente i grifoni sono forti, lo diceva la classifica e oggi l’hanno ampiamente confermato ma dall’altra parte non si è fatto nulla per limitare i danni e se pensiamo che il Catanzaro ha avuto l’opportunità di giocare in superiorità numerica dal 35esimo del primo tempo, nessuna scusa può essere accampata. Non c’è mancanza di struttura che tenga, non c’è nessun tifoso che gode, ma la partita è stata letteralmente regalata al forte Perugia da scelte tecniche sbagliate all’inizio e non corrette durante l’arco dei novanta minuti e soprattutto da una lettura errata della partita preparata durante la settimana. Eppure Camplone lo aveva suggerito a Cozza, affermando che il tecnico giallorosso avrebbe probabilmente cambiato il modulo per tamponare i due velocissimi esterni del Perugia Fabinho e Politano. Invece Cozza, stimolato sull’argomento nella conferenza stampa pre-partita, aveva risposto chiaro: “L’unica cosa che non farò è proprio quella “. Oggi quelle parole suonano beffarde, dopo che il Catanzaro è stato demolito, rimediando 4 gol in poco più di mezzora, tre dei quali in superiorità numerica.

Parlare di reazione per i due goal fatti sul 4 a 0 con i redivivi Carboni e Masini mentre il Perugia si era seduto è inutile. Potremmo chiamarlo scatto d’orgoglio ma essendo realisti sappiamo bene che se i biancorossi avessero voluto potevano continuare a giocare come il gatto con il topo. Sarà una settimana di passione (a parte la Pasqua) quella che adesso si apre per l’ambiente giallorosso. Ci sarà da serrare le fila per il raggiungimento dell’obiettivo della salvezza. La sosta arriva questa volta nel momento giusto e dovrà essere il Presidente Cosentino con il Ds Ortoli a valutare cosa fare e come affrontare il delicato momento. Occorrerà parlare con i ragazzi e con il mister per capire insieme come potranno essere giocate le ultime cinque giornate di campionato che sono veri e propri spareggi.

Sarà importante fare presto e intervenire prima che tutto vada a rotoli e capire soprattutto su chi si può puntare per la conquista dell’obiettivo salvezza. Da Prato, inizierà l’ennesimo nuovo torneo per il Catanzaro di questa stagione. Un Catanzaro nato male ad agosto e riparato in parte a gennaio ma che non poteva essere una macchina perfetta, specie se non si ritorna a essere umili. Il mister ha sempre usato la frase, specie in C2 che “Noi siamo il Catanzaro”. Dire ciò a volte può essere utile contro avversari che si chiamano (con il dovuto rispetto) Aversa, Arzanese, Lamezia. A volte invece bisogna avere rispetto e perché no, anche timore degli avversari. Perché se con le prime sei della graduatoria hai perso in casa e fuori casa (tranne che con la Nocerina) un motivo ci sarà. Giocare da provinciali e di conseguenza pensare prima a non prenderle, in certi casi può essere la migliore medicina. La presunzione e la spavalderia non sempre pagano. Bisogna che tutti remino verso la direzione e noi tifosi al 100% e non al 99% a cominciare da Prato e sino alla fine ci saremo. Forza Giallorossi.

Salvatore Ferragina

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Salvatore Ferragina

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