Intervistiamo

Mensa scolastica: i dubbi di un cittadino, pronta una class action

Lettera firmata dal Dott. Luciano ConfortoMedico Veterinario Esperto di produzione primaria di alimenti di origine animale, padre di una bambina che usufruisce del servizio di ristorazione scolastica.

Ho letto con attenzione  e perplessità la nota  del Sindaco di Catanzaro Sig. Sergio Abramo giustificante l’operato dell’Amministrazione comunale da lui presieduta sull’ avvio del servizio di Ristorazione scolastica (mensa) presso le scuole di Catanzaro.Tralascio considerazioni politiche, che francamente poco importano ai tanti  utenti che usufruiscono della ristorazione scolastica, e mi addentro in una disquisizione prettamente tecnico-legale (essendo per attività lavorativa esperto della materia)  per argomentare i miei dubbi sul  disciplinare di affidamento  del servizio.Benissimo dice il Sindaco quando afferma che il servizio di Ristorazione scolastica è un servizio pubblico a domanda individuale. Ma tale affermazione deve essere in linea con i dettami dell’ art.6 del  decreto legge 28 Febbraio 1983, n°55, convertito in legge il 26 Aprile 1983, n°131.Purtroppo questo non avviene.Sia il D.l. 55/83 che la L.131/83 non si limitano soltanto ad individuare i servizi pubblici a domanda individuale, ma specificano chiaramente che le Provincie, i Comuni, i loro consorzi e le comunità montane sono tenuti a richiedere la CONTRIBUZIONE  degli utenti. Ripeto la CONTRIBUZIONE.L’art.1 del disciplinare di affidamento del servizio  elaborato dall’amministrazione comunale guidata dal Sig.Sergio Abramo, invece, afferma che il costo del servizio,  è a totale carico delle famiglie e deve essere corrisposto anticipatamente dalle stesse. Come chiaramente si evince l’art.1 si pone  in totale difformità alle su richiamate fonti legislative. Per due ordini di motivi. Il primo è che l’amministrazione comunale  deve anticipare la spesa del Ticket. Il secondo è che l’amministrazione comunale  deve richiedere solo la CONTRIBUZIONE all’utenza, NON IL PAGAMENTO DELL’INTERO TICKET. Ci si pone inoltre contro legge, purtroppo e paradossalmente, ancor quando il Sindaco Sig.Sergio Abramo afferma, ed è scritto sempre nell’art.1,   che il comune si impegna a proprie spese ad erogare il 15% dei pasti gratuiti alle famiglie con un ISEE tra 0 e 1500 Euro. Tralascio qualunque facile commento per non spostare le argomentazioni sul piano della strumentalizzazione, e mi concentro su aspetti legali. Questo  è ancora in difformità di legge  perché i servizi pubblici a domanda individuale non possono, in questo caso purtroppo, essere erogati a titolo gratuito ma solo su CONTRIBUZIONE dell’utenza. Esiste a tal proposito una chiara sentenza della Corte dei Conti sezione regionale Campana, la n°7/2010.Troppo facile inoltre attaccarsi a problemi di bilancio ereditati. Tralascio ancora una volta di commentare la veridicità di simile affermazione, come utente del servizio di ristorazione scolastica poco mi importa.Mi appello sempre alla legge. Il D.Lgs 504 del 1992 in riferimento agli Enti in condizione deficitaria strutturale stabilisce la percentuale minima di copertura dei servizi pubblici a domanda individuale.  La stessa per tali enti è del 36%. Per quelli che non si trovano in tali condizioni può essere sicuramente superiore. Sempre la corte dei conti Campana chiarisce che tale percentuale non può e non deve essere rimodulata all’ interno dell’ art.6 del D.l 55/83 .Vale a dire che ad ogni singolo servizio pubblico a domanda individuale deve essere garantita da una  percentuale stabilita dall’Amministrazione pubblica .Inoltre è veramente ridicolo vantare la garanzia del controllo da parte dell’Asp sulla qualità del servizio.  Le linee guida del Ministero della Salute approvate dalla conferenza stato regione  lo prevedono obbligatoriamente per tutti  i Servizi di Refezione Scolastica .Come dire avviene in tutte le parti d’Italia. Spero che queste mie considerazioni possano essere smentite da altrettanti argomenti tecnico-legali.Se questo, come penso non dovesse avvenire, ed il comune intendesse  continuare su questa linea,  mi riservo di adire verso lo stesso nelle sedi amministrative più opportune. Inoltre, valuterò la possibilità  rivolgermi ad una associazione di consumatori  per essere il primo firmatario di una class action  nei confronti dell’amministrazione comunale.

Autore

Salvatore Ferragina

Scrivi un commento