La Striscia

Ciociaria amara per i giallorossi

Dura solo mezzora la partita del Catanzaro. In 10 e dopo un calcio di rigore dubbio cede pesantemente a Santoruvo e compagni


Fra andata e ritorno sono più di 1000 i Km che distano tra Frosinone e Catanzaro, 250 circa sono i giallorossi presenti nel settore ospiti del “Matusa”, 2500 circa quelli complessivi. Si parte con la speranza di assistere a 90 minuti di gioco e invece la partita del Catanzaro dura solo 28 minuti. Chi non ha assistito alla sfida leggendo il risultato finale penserà a una prestazione strabiliante degli uomini di Stellone. Chi invece era allo stadio non potrà che testimoniare che la partita si è decisa con l’episodio del 28′ minuto quando l’arbitro Bindoni di Venezia assegna un calcio di rigore e decreta l’espulsione del difensore giallorossi Conti per fallo da ultimo uomo sull’attaccante Santoruvo lanciato a rete. Sul dischetto va Carrus che spiazza Pisseri e apre così la goleada del Frosinone che si materializza dopo 3 minuti con il raddoppio di Santoruvo. Curiale (subentrato a Santoruvo cui sono bastati 31 minuti per abbattere il Catanzaro) di testa sul finire del primo tempo e Frara con un destro non imprendibile da fuori in apertura di ripresa collezionano il 4 a 0 che rilancia in zona play off il Frosinone e ricaccia il Catanzaro all’indietro.

 

Troppo severa la decisione dell’arbitro Bindi? Il rigore c’era? Santoruvo ha esagerato nell’accentuare la caduta? Forse l’unica certezza è che se c’è fallo è fuori area ma l’altra certezza è che il difensore Cristian Conti è stato davvero un pivello. Peccato però che al Catanzaro alcuni rigori reclamati in passato (ad esempio quello su Ronaldo contro il Pisa), non li conceda mai nessuno. Nessuna recriminazione e nessun vittimismo, semplicemente un dato inconfutabile. Chi ha visto le partite del Catanzaro può confermare. L’altro dato certo è che la decisione dell’arbitro Bindi, giusta o sbagliata che sia, ha falsato una partita smorzando l’entusiasmo dei 250 supporter catanzaresi che speravano di assistere almeno a una sfida ad armi pari. I cambi a inizio di ripresa confermano la resa anticipata del mister che pensa già all’incontro di domenica prossima. Nulla da dire su questo, approviamo in toto. Limitiamoci quindi a commentare la prima mezzora di gioco per poi trarre le conclusioni senza tralasciare le attenuanti di una prestazione comunque incolore. 

Mister Cozza presenta De Risio che dimostra di non essere Benedetti, per il resto va in campo la formazione iniziale che giocò nell’ultima trasferta di Nocera, con Catacchini sulla fascia e Fiore relegato in panchina. Stellone ha ben 4 titolari indisponibili e ridisegna il suo 4 – 3 – 3 dando spazio ad alcuni elementi vogliosi di mettersi in mostra perché poco utilizzati. Nei primi minuti di gioco Russotto rimane steso per terra colpito da un avversario alla prima azione offensiva del Catanzaro. Questo è il segnale che i canarini vogliono dare agli 11 giallorossi in campo. La conferma arriva quando la partita si svolge perlopiù nella zona nevralgica dove c’è tanto traffico. Ronaldo è spesso aggredito per frenare subito il gioco del Catanzaro. Il Frosinone è battagliero nel mezzo e si riversa in avanti creando un pericolo su azione d’angolo, e con un tiro da fuori non trattenuto da Pisseri. Quando i giallorossi riescono ad allargare il gioco sulle fasce potrebbero fare male. Castiglia si accentra per dare man forte a Ronaldo poco aiutato da Catacchini e soprattutto De Risio, Russotto sulla destra e Squillace sulla sinistra trovano spazi invitanti. Una verticalizzazione del fantasista giallorosso per Fioretti non è sfruttata a dovere dall’ex del Gavorrano, stessa cosa accade su una conclusione da fuori di Ronaldo imbeccato da una penetrazione di Squillace. Se vogliamo dirla tutta, la vera differenza sta tutta nelle rispettive difese; se un uomo in maglia giallorossa perde palla nel mezzo, l’avversario (vedi i primi 2 goal subiti) arriva a tu per tu con Pisseri, se la cosa accade al contrario, c’è sempre un Biasi o un Ficagna pronto a intervenire o a sporcarti la conclusione.

Proprio per questo è inutile recriminare se fosse meglio giocare più offensivi con Fiore dall’inizio per mettere qualche apprensione in più alla loro retroguardia. I numeri e i goal subiti dalla difesa catanzarese sono impietosi, così com’è lampante il fatto che al Santoruvo di ieri nella mezzora che è rimasto in campo gli sia stato permesso di fare tutto quello che un attaccante non dovrebbe fare. Questo è stato forse il vero errore della preparazione alla sfida. Affrontare un calciatore forte sul piano fisico con le stesse armi se non si è in condizione, è deleterio e devastante. Purtroppo così è stato. In quei pochi momenti della partita in cui il Catanzaro poteva imporre il proprio gioco, bastava che qualcuno in maglia gialloblù lanciasse Santoruvo perché l’ex del Bari, proteggendo palla, facesse salire i suoi compagni guadagnandosi falli o offrendo sponde per i compagni senza che nessuno in maglia giallorossa fosse pronto in doppia battuta. Vogliamo ricordare che una volta Lippi, in un Juve-Chievo, dopo 5 minuti a difensori come Ferrara e Thuram disse di lasciare libero Corradi (per caratteristiche simili al centravanti del Frosinone), evitando i contatti fisici e marcando solo sulle sponde. Conti ieri ha fatto l’opposto. Prima del fallo da rigore i frusinati avevano già usufruito di due calci piazzati per inutili falli e questo la dice tutta sull’incolore prestazione dell’ex veronese. Ecco, forse questa situazione di gioco doveva e poteva essere prevista prima, trovando le dovute precauzioni che non ci sono state.

Il resto della partita come dicevamo sopra è inutile commentarlo. Parlare di scarso impegno o altro non è proprio il caso. Nel calcio di oggi giocare in inferiorità numerica per più di un’ora di gioco è quasi impossibile. Se poi aggiungiamo che il Catanzaro costruito ad agosto e rivoluzionato a gennaio, per mentalità del suo tecnico, non ha vocazione difensiva e la difesa a 3 rimane sempre una costante della retroguardia impostata da Cozza, allora il gioco è fatto. E’inutile recriminare adesso su quello che è stato, adesso bisognerà guardare avanti e difendere a ogni costo la categoria. La squadra dei primi 28 minuti di ieri e quella vista nelle ultime giornate può centrare tranquillamente l’obiettivo.

Dalla prossima sfida interna con il Perugia bisognerà riacquistare quella mentalità che ci ha consentito di risalire la china in un campionato equilibratissimo. E’ proprio il caso di rifarci alle parole del Presidente Cosentino che da troppo tempo parla di assestamento e mantenimento della categoria rendendosi conto delle nostre difficoltà e del fatto che almeno 6/7 avversarie sono nettamente superiori a noi. Pur non precludendoci alcun sogno, è bene guardare in faccia la realtà e soprattutto la classifica e i confronti diretti con chi ci precede che sono impietosi. Domenica ci sarà il Perugia di Ciofani, mancheranno un paio di squalificati in difesa nella sfida contro i grifoni ma i giallorossi hanno un vantaggio. Il Perugia per certi versi gioca con un ariete come Ciofani e sarebbe da sciocchi non trovare gli antidoti necessari. Sarà servita la lezione che ci ha dato ieri Santoruvo? Forza Giallorossi e mai come adesso ci appelliamo al pubblico affinché domenica gremisca il Ceravolo. Abbandoniamo analisi complicate e polemiche inutili in questo momento topico della stagione e sosteniamo i ragazzi che dovranno archiviare a più presto la trasferta in Ciociaria che storicamente ci ha sempre portato male. Domenica è proprio il caso di dirlo: “Tutti allo Stadio” per cogliere 2 obiettivi: sostenere Cosentino e la sua società che ne ha davvero bisogno per gli sforzi compiuti e stare vicino alla squadra per conquistare la salvezza il prima possibile.

Salvatore Ferragina

Autore

Salvatore Ferragina

Scrivi un commento