La Striscia

Cuore e Russotto buttano giù torre e “muro”

Una grande ora di gioco per passare in vantaggio, poi vittoria importantissima difesa con i denti

E’ una bella giornata primaverile quella che accoglie i 4000 spettatori presenti al “Ceravolo” per assistere alla gara Catanzaro – Pisa. Diciotto sono i supporter neroazzurri giunti dalla città della torre; pochini se confrontati ai 400 e più giallorossi che si recarono nella gara d’andata in Toscana sfidando il maltempo che imperversava su tutta la penisola. E’ un dato da rilevare perché conferma quanto forte sia il legame tifoso, e squadra del cuore nella città capoluogo di regione. Prima della partita il protagonista è il raggiante Presidente Cosentino.

Saluta tutti e applaude i supporter che affollano gli spalti. A fine contesa chiederà loro sostegno e con un filo di rassegnazione annuncerà che per i lavori allo stadio (in particolare quelli per riavere i distinti) un altro anno passerà. In pratica il “Ceravolo” sarà ancora monco di un settore. La gioia nel vedere tanti ragazzini sfilare per il campo in tuta “Gicos” conferma quanto questa società stia ridando dignità al calcio catanzarese. Si punta sul vivaio, si cerca di ricostruire un qualcosa partendo dai più piccini. Eppure da parte delle Istituzioni fra le lungaggini burocratiche e mediocrità nell’affrontare la questione stadio, infrastrutture e campi d’allenamento tutto ritarda. Bisogna avere corazza, temperamento, pazienza e tanta passione per continuare ad andare avanti.

Non sono bastate 3 amministrazioni in due anni con tre sindaci diversi per ridare almeno un settore alla tifoseria giallorossa e per alleviare i costi di una società su cui tanto Cosentino ha investito. Il dato certo è che mister “Gicos” così rimanendo le cose, perde soldi e risorse e allo stesso tempo il danno si riversa su tutti i tifosi catanzaresi che devono spendere di più per assistere a una delle poche cose che aggrega nella nostra comunità. Le promesse fatte e i buoni propositi a inizio avventura del Presidente al momento sono rimaste inevase. E’ davvero assurdo, specie se pensiamo cosa abbiano avuto in termini di sostegno e contributi le società di personaggi innominabili che hanno guidato la prima squadra della città. Un peccato, un vero peccato e speriamo sempre che la società porti pazienza e tanta sopportazione.

Ora parliamo della partita. Il Catanzaro gioca in maglia bianca, non ne conosciamo il motivo ma vedendo il portiere del Pisa che indossa una pettorina arancione, si capisce che il colore poteva confondersi con le maglie classiche del Catanzaro e con quelle della terna arbitrale. Catacchini nella difesa a 3, Fiore a destra e il rientro di Pisseri sono le novità significative che Cozza propone.

Inoltre il tecnico di Cariati carica a dovere la squadra e questo è un merito tutto suo, perché agli appuntamenti importanti il Catanzaro da un anno e mezzo circa a questa parte risponde sempre presente. Il Pisa è senza gli esperti Mingazzini e Buscè e si arrocca sulla propria trequarti difendendosi fino al vantaggio del Catanzaro con 10 uomini più il portiere Sepe nella propria metà campo. A volte per raccontare una partita serve la cronaca intera. Le immagini sono state già viste e ve le offriamo (dal canale ufficiale della società) in calce a questa striscia e allora per quanto ci riguarda basta poco per raccontarla. A noi bastano 3 episodi per fotografare i 90 minuti di ieri.

Ronaldo: passano solo 2 minuti e il brasiliano in tackle conquista un pallone conteso a un avversario; il rumore della sfera che rimane fra i piedi dell’ex del Grosseto è indicativo per fare capire ai pisani che oggi conquistare punti al “Ceravolo” sarà un’impresa titanica. Anni addietro, quelli con i capelli più bianchi lo ricorderanno, in un Juve – Milan, Tardelli fece la stessa cosa su Rivera commettendo però un fallaccio. Lo scopo era identico a quello del biondo centrocampista giallorosso.

Russotto: quando corre il minuto 41° e dopo i ripetuti tentativi dei giallorossi di passare in vantaggio, una sgroppata di Fiore innesca il fantasista che riceve palla, salta il portiere ma davanti alla porta trova un muro di calciatori in maglia neroazzurra. E’ quel muro alzato dal tecnico Pane sino a quando il 10 catanzarese dopo un’ora di gioco non realizzava un goal d’autore con un colpo magistrale su punizione (da tempo immemorabile non vedevamo un goal su calcio piazzato) che s’infilava imparabilmente all’incrocio dei pali sulla sinistra dell’estremo difensore pisano vanamente proteso in tuffo.

La difesa e la squadra tutta: dopo il goal di Russotto, compresi i 3 minuti di recupero, si giocherà ancora per mezzora. Il Catanzaro ha dato tanto e il Pisa che si era limitato solo alla fase difensiva è più fresco e si riversa in avanti. Si soffre perché il Pisa è forte, non dimentichiamoci che era la capolista nel girone d’andata. Le ripartenze del Catanzaro non sono supportate dalle gambe, lo sforzo per passare in vantaggio è stato immane e pur sfiorando il raddoppio con Fioretti e protestando per un fallo di rigore dubbio su Ronaldo è il Pisa a fare la partita. Quel muro neroazzurro adesso ha cambiato colore ed è diventato giallorosso. Pisseri, Sirignano, Bacchetti, Catacchini e Squillace diventano avversari insormontabili per i toscani che nel frattempo avevano spostato il loro baricentro notevolmente in avanti.

Tutti gli 11 in campo e quelli entrati dalla panchina si aiutano fra loro. Lottano con il cuore sostenendosi a vicenda e il triplice fischio finale è una liberazione. Un boato e il pubblico di fede catanzarese può gioire. La conferma del gruppo si ha quando in conferenza stampa Sirignano, Russotto e mister Cozza tesseranno lodi a tutti i compagni, compresi quelli che vanno in tribuna e che durante la settimana aiutano e incoraggiano chi la domenica va in campo. Per ultimo vogliamo segnalare la curva e i rimanenti settori dello stadio. I cori degli Ultras hanno coinvolto l’intera tifoseria e nei momenti difficili il Catanzaro ha giocato in 12. Fa rabbia pensare di non avere uno stadio degno. Chissà, qualche goal in più l’avremmo potuto fare anche noi e il riferimento a quanto accade, con le debite proporzioni, allo “Juventus Stadium” non è peregrino. Non speriamo in un gioiello architettonico come la struttura torinese, ma ridare un settore o migliorare uno stadio che ha visto la serie A, nella città capoluogo sta diventando quasi come gli eterni lavori della “Salerno – Reggio Calabria” o la costruzione del porto di Catanzaro Marina.

Ora ci aspetta la difficile trasferta di Frosinone e si partirà con una certezza: il Catanzaro adesso c’è e la salvezza adesso non è più un miraggio, poi chissà, “iendu videndu”.

Forza Giallorossi.

Salvatore Ferragina

 

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Salvatore Ferragina

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