Eolico e mazzette: Adamo replica

“Riuscirò con le carte processuali a individuare i pupi e i pupari”. Lo ha detto Nicola Adamo, consigliere regionale ed ex assessore del PD, durante una conferenza stampa indetta a seguito del sequestro di beniin denaro subito per la presunta maxi tangente pagata da un imprenditore per la realizzazione dei parchi eolici calabresi e su cui indaga la procura di Catanzaro.

Adamo è accusato di aver agevolato alcuni imprenditori, approfittando della sua posizione politica. “E’ una bufala, io non ho mai preso una tangente”, ha tuonato Adamo, mostrando gli estratti dei suoi conto correnti. “Ogni mia fonte di reddito è facilmente verificabile e non ho prestanomi di sorta”, ha detto ancora. “Mentre vi parlo, non mi è stata ancora notificata l’esecuzione del provvedimento, ma la cifra a me sequestrata è di 875 euro”, ha aggiunto Adamo. “Non credo – ha infine detto – alla cosiddetta giustizia ad orologeria, ma è una coincidenza che il provvedimento mi venga notificato a due giorni dal voto?”.

Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Carlo Villani, ha richiesto e ottenuto dal gip del capoluogo di regione, Carlo Villani, il sequestro per equivalente di beni per poco più di un milione e settecentomila euro nell’ambito dell’inchiesta Eolo che punta a fare luce su un presunto gruppo impegnato a drenare illegalmente denaro pubblico nell’ambito di appalti legati ai parchi eolici in Calabria. Due i provvedimenti di sequestro: uno, fino alla concorrenza della somma di 912 mila euro, nei confronti di persone fisiche; l’altro di 792mila euro contro persone giuridiche,:le società Sogefil e Piloma. Sigilli a beni personali, mobili e immobili, riconducibili al consigliere regionale del Pd, Nicola Adamo, a Carmelo Misiti, a Mario Lo Po, a Giancarlo D’Agni, e agli imprenditori Roberto Baldetti, Giampiero Rossetti e Stefano Granella. Sequestrato anche al parco eolico Pitagora di Isola Capo Rizzuto. 

AGI

Autore

Salvatore Ferragina

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