Intervistiamo

Cardiochirurgia: per Catanzaronelcuore Abramo ha tradito

Se è vero che il dirottamento della Cardiochirurgia da Catanzaro a Reggio, per volontà del governatore Scopelliti, sta producendo molto sdegno in città e sta distorcendo ogni canone del buon senso e della logica, è purtroppo altrettanto vero che troppi sono i silenzi assordanti. Ci riferiamo in particolare alla classe dirigente del nostro territorio, dalla quale ci si aspetterebbe maggiore partecipazione civica. Ma quando poi qualcuno finalmente parla, come fa il sindaco Sergio Abramo, c’è da rimpiangere quei silenzi! Insomma…siamo messi assai male.

Le ultime dichiarazioni del primo cittadino, giunte in seguito alla valanga di rimostranze mostrate dal nostro movimento e da altri settori della società, non si accordano con gli interessi generali della collettività. Egli testualmente afferma, tradendosi e tradendo le aspettative della città, che “se ci sarà una sezione staccata di cardiochirurgia a Reggio Calabria, questa dovrà essere dipendente funzionalmente dalla cardiochirurgia pubblica universitaria di Catanzaro”. Della serie: non importa se la cardiochirurgia traslocherà; basti che dipenda dal capoluogo!

Probabilmente Abramo non ha compreso, o non vuol comprendere, che il progetto di Scopelliti prevede che a Catanzaro rimanga solamente la “teoria”, cioè la Scuola di Cardiochirurgia, mentre la “pratica”, ossia l’ambito operatorio, verrebbe traslocato tout court in riva allo Stretto, lasciando l’Università sfornita del presidio operativo.

Per essere credibile, il sindaco dovrebbe abbandonare il politichese e obbligare oggi stesso il presidente della giunta regionale a stralciare dal Protocollo d’Intesa, che sta per essere siglato fra Regione e Università, il parametro relativo all’osceno dirottamento della Cardiochirurgia. Allo stesso tempo occorre strappare alla Regione Calabria una dichiarazione ufficiale con cui si impegni a salvaguardare e valorizzare la facoltà medica dell’Ateneo “Magna Graecia” contro ogni tentativo di istituire una seconda facoltà di Medicina in Calabria, di cui, al momento, non solo non si ravvisa l’esigenza ma addirittura se ne intravvede l’irrazionalità rispetto ai parametri imposti dagli standard nazionali ed europei.

Sulla triste falsa riga di quanto già accaduto con la Scuola di Magistratura, dove la classe dirigente ampiamente intesa ha mostrato tutta la sua pochezza e i suoi silenzi, la tematica della Cardiochirurgia e della Medicina reclama risposte forti ed immediate. Assieme al tradimento del sindaco Abramo, denunciamo perciò il silenzio assordante degli assessori regionali di provenienza catanzarese, degli altri organi istituzionali del territorio, delle associazioni di categoria, degli ordini professionali.

Ci auguriamo che l’anestesia di tanti finisca al più presto!

Crediamo sia opportuno indire urgentemente un Consiglio Comunale sull’argomento. Vogliamo altresì sperare che il gruppo comunale afferente al presidente Scopelliti abbia un pizzico d’orgoglio e dignità politica al punto di abbandonare il partito del governatore qualora questi continuasse nel suo perverso disegno di trasferire la Cardiochirurgia catanzarese in riva allo Stretto e perseverasse la sua opera demolitrice del capoluogo di regione con la complicità di chi, a Catanzaro, continua a tacere.

O di chi, quando parla, butta una casa…..anzi un’Università.

 

 

Autore

Salvatore Ferragina

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