Ammanco alla Field, sono 20 gli assegni sospetti

Venti assegni circolari di diverso importo ed emessi a più di un destinatario. Si sarebbe concentrata su questi titoli di credito l’attenzione degli inquirenti che stanno conducendo le indagini relative al denunciatoammanco patrimoniale di 500.000 euro dalla Field (Fondazione innovazione emersione locale disegno del territorio), l’ente in house della Regione che assiste amministrazioni locali e imprenditori privati nell’ambito di progetti di sviluppo specialmente con fondi europei. I 500.000 euro sarebbero spariti dal conto corrente intestato alla Fondazione presso una banca di Cosenza. La movimentazione del denaro incriminato sarebbe avvenuta proprio attraversogli assegni che recherebbero la firma del presidente dell’Ente, Domenico Barile, sospeso dalla Giunta regionale che ha contestualmente nominato un commissario, il dirigente regionale Giuseppe Bianco, incaricato di assicurare la continuità amministrativa degli atti al fine di consentire al dipartimento Politiche del lavoro le necessarie verifiche relativamente a quanto reso noto dal presidente del collegio dei sindaci secondo cui va accertato l’ammanco patrimoniale di circa 500mila euro. I militari della Guardia di finanza avrebbero ritrovato l’ammanco presso diverse banche. Il prossimo passo dovrebbe essere quello di capire quale potrebbe essere stato l’utilizzo dei soldi spesi attraverso gli assegni, che sarebbero stati versati in almeno due occasioni ad uno studio notarile. In ogni caso, proseguiranno ancora gli accertamenti disposti in merito ai movimenti di denaro avvenuti sul conto corrente della Field, per identificare chi vi aveva accesso e chi, materialmente, dispose delle somme in questione. Gli investigatori punterebbero a ricostruire passo passo l’iter dei fatti denunciati e la legittimità di tutte le operazioni eseguite anche relativamente a quanto previsto nello statuto della Fondazione. L’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, è partita dalla segnalazione del commercialista Maurizio De Filippo, revisore dei conti della Field. Che ha indicato cifre e dati ben precisi. In particolare, «dall’esame degli atti trasmessi dalla banca –scrive De Filippo in data 13 dicembre 2012 –emerge che i saldi contabili indicati nella documentazione bancaria e nella situazione patrimoniale al 31 ottobre 2012 forniti al collegio dei revisori contabili nella riunione del 28 novembre 2012 non corrispondono al vero». Fermo restando che spetta ai magistrati accertare la fondatezza delle contestazioni del presidente dei revisori, quest’ultimo mette nero su bianco numeri precisi: il saldo contabile iniziale al 30 settembre 2012 «era pari a 419,30 euro e non a 499.972,41 euro»; al 31 ottobre 2012 «era pari a 407,30 euro e non a 499.935,41 euro» ed al 27 novembre scorso «era pari a 370,30 euro e non a 499.923,41 euro». Ancora, sempre in data 13 dicembre, il presidente dei revisori contestava a Barile che «la Fondazione non aveva reso indisponibile, come richiesto, la somma di 500mila euro versata dalla Regione a titolo di patrimonio», invitando di conseguenza l’organo amministrativo «a ripristinare il capitale iniziale». Infine «la mancanza nella documentazione delle autorizzazioni di spesa con indicazione delle relative finalità» avrebbe reso «impossibile » per il collegio «riscontrarne la legittimità e la inerenza rispetto ai progetti in essere». L’inchiesta penale è agli albori: allo stato, è bene precisarlo, non ci sono indagati. Anche perchè l’ufficio guidato dal procuratore Vincenzo Antonio Lombardo sembra intenzionato a identificare tutti i soggetti che hanno accesso al conto corrente della Fondazione. Ai magistrati spetta ricostruire quanto segnalato dal presidente del collegio dei revisori di conti, “incrociando” la legittimità di tutte le operazioni eseguite con quanto previsto nello statuto della Field. Passaggi che quasi certamente comporteranno l’acquisizione di materiale documentale e potrebbero anche richiedere precisi accertamenti patrimoniali. Da parte sua, Barile – attraverso una nota dei suoi difensori, gli avvocati Roberto Le Pera e Giancarlo Pittelli – ha reso noto già nelle scorse settimane di avere chiesto alla Procura di essere sottoposto ad interrogatorio «al fine di rassegnare tutti i dettagli della vicenda», annunciando pure il rilascio di «idonea garanzia a tutela dell’Ente anche in relazione all’eventuale risarcimento del danno cagionato».

Fonte: GazzettadelSud 

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Redazione

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