MAFIA: Ricordando un eroe, Salvatore Aversa

Con una solenne cerimonia, il prossimo 4 gennaio, a Lamezia Terme, saranno ricordati il sovrintendente di Polizia Salvatore Aversa e la moglie Lucia Precenzano, uccisi il 4 gennaio del ‘92 in un agguato mafioso, in via dei Campioni. L’omicidio sconvolse la città calabrese che si mobilitò contro la violenza della criminalità organizzata. Alla cerimonia funebre, che sarà celebrata all’interno del Commissariato lametino, presenzieranno le autorità civili e militari locali, i tre figli Walter, Paolo e Giulia e il Questore della Provincia di Catanzaro, Matteo Cinque. Subito dopo la cerimonia religiosa saranno deposte corone di alloro sul luogo del delitto e sulla lapide che ricorda, appunto, il barbaro assassinio dei coniugi Aversa.

Nell’agosto del 1996, sulla base di una serie di testimonianze di alcuni pentiti, Rizzardi e Molinaro, allora in attesa di un nuovo giudizio, furono scagionati. I collaboratori, infatti, indicarono altre persone come mandati e autori del delitto Aversa. Nel febbraio del 2001 furono individuati gli autori materiali dell’omicidio. Si tratta di due pentiti della sacra corona unita pugliese, Salvatore Chirico e Stefano Speciale, che confermano la loro tesi davanti al Gip del Tribunale di Catanzaro, nel gennaio del 2002.

Lo scorso 13 dicembre il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro, Maria Teresa Carè, ha condannato l’ex testimone di giustizia Rosetta Cerminara, accusata di truffa aggravata ai danni dello Stato, falso e calunnia, alla pena di tre anni e quattro mesi di reclusione, all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni ed al risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili. La Cerminara, che non era presente in aula, con le sue dichiarazioni aveva fatto condannare Giuseppe Rizzardi e Renato Molinaro per l’uccisione del sovrintendente della polizia di Stato, Salvatore Aversa, e della moglie Lucia Precenzano, avvenuta a Lamezia Terme il 4 gennaio del 1992. Rizzardi e Molinaro vennero poi assolti in seguito alle dichiarazioni di due “pentiti” pugliesi che si autoaccusarono del duplice delitto.
(CNN 02.01.2004)

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Redazione

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