La Striscia

Il Catanzaro al pokerissimo di Natale


Fioretti, Fiore, D’Alessandro e uno stratosferico Russotto rimandano a casa battuto il forte Gubbio. Ora i giallorossi guardano con fiducia al futuro

Sabato insolito per i tifosi giallorossi, il calendario propone per l’ultima del girone d’andata Catanzaro – Gubbio. La zona nord della città 2 ore prima della partita è movimentata per via della coincidenza del mercatino che si svolge nella zona stadio; c’è qualche ingorgo ma alla fine i circa 4000 presenti, compresi gli emigranti rientrati in città per le festività natalizie riescono ad accedere al “Ceravolo”. Uno striscione in curva ricorda “Massimo Capraro” e dopo cinque minuti di silenzio a partita inoltrata la curva si colora di giallo e il coro “Siamo la Massimo Capraro” da inizio alla coreografia. Nell’altra curva sono 3 i tifosi giunti da Gubbio, a fine partita dalla tribuna est ricevono gli applausi dei tifosi giallorossi e della loro squadra perché affrontare lunghi viaggi di questi tempi non è facile

Il Catanzaro schiera Conti con Orchi al centro della difesa, rientra Papasidero dietro in luogo dello squalificato Sirignano. Nel mezzo e in avanti giocano quelli che da un paio di partite (con il modulo 3-5-2 o 3-5-1-1 a secondo dei momenti) sono diventati i titolari. In avanti Fioretti riprende il suo posto e Masini si riaccomoda in panca. La squadra guidata da Sottil si presenta più o meno con lo stesso modulo schierato dal suo ex compagno di squadra Cozza. Sin dall’inizio le due squadre si affrontano a viso aperto con gli umbri che sembrano avere una superiorità territoriale a centrocampo e con il Catanzaro pronto a ripartire non appena conquista palla affidandosi soprattutto alle incursioni di Fiore e Ulloa a destra e a quelle di Russotto che svaria su tutto il fronte offensivo. Nella prima mezzora l’arbitraggio è disastroso; il Catanzaro reclama un rigore per una spallata su Fiore in area (il fallo è più o meno come quello che Sirignano ha commesso ad Avellino e che gli è costato l’espulsione) Papasidero viene ammonito al primo fallo mentre i calciatori eugubini che commettono qualche infrazione subiscono solo qualche richiamo. Due azioni degli umbri partono in evidente fuorigioco e il collaboratore di linea che opera sotto i distinti lascia proseguire. In questa fase il Gubbio è più intraprendente e le risposte del Catanzaro arrivano con due rapide ripartenze orchestrate da Russotto prima e Fioretti dopo. La difesa dei giallorossi non è imperforabile, d’altronde basta leggere i numeri, e il peperino Caccavallo spesso crea superiorità numerica perché non trova ostacoli sulla nostra trequarti. Nell’uno contro uno è bravo e un triangolo confezionato alla perfezione con Guerri sblocca il risultato con quest’ultimo che batte Pisseri da due passi.

Dopo pochi minuti l’arbitro continua nella sua sagra degli errori ai danni del Catanzaro che viene fermato in una pericolosa ripartenza per fallo di mano di Boisfer. L’arbitro potrebbe fare continuare l’azione e ammonire dopo il colored del Gubbio ma invece lo vuole fare subito. Le proteste dei tifosi giallorossi sono veementi ma questo alla fine risulterà l’episodio che condizionerà tutta la partita. Un minuto dopo di nuovo il centrocampista umbro commette un fallo su Russotto e Lanza di Nichelino, che l’anno scorso a Chieti sventolò cartellini gialli a quasi tutti i giallorossi in campo, lo espelle per doppia ammonizione. La decisione sembra esagerata ma è uguale a quelle che tante volte ha subito il Catanzaro in questo campionato. Questa volta a rimanere in 10 sono gli avversari. A questo punto è giusto rifare la stessa considerazione fatta dopo Avellino. Il calcio è un gioco maschio, non può essere trasformato agli sport del calcetto o del basket dove a ogni minimo contatto viene fermato il gioco. Pur essendo stati favoriti dall’episodio ribadiamo che spesso gli arbitri applicano il regolamento a proprio uso e consumo e le partite sono falsate. La punizione susseguente calciata da Quadri nel cuore dell’area di rigore trova pronto Fioretti che di testa scavalca Venturi e il pareggio è immediato. Dopo cinque minuti Russotto brucia Radi, l’attaccante catanzarese sullo scatto breve è devastante e con un colpo da maestro porta il Catanzaro in vantaggio. La partita a questo punto è incanalata e il Catanzaro può adesso giocare con più tranquillità anche se la difesa non supportata nella fase di non possesso dal filtro del centrocampo soffre soprattutto sul settore centrale e a destra, dove il Gubbio opera con più insistenza. La ripresa inizia con il Catanzaro che immediatamente allunga sugli eugubini con il primo goal di Fiore. Il Gubbio pur se in 10 uomini non si arrende rischia il quarto goal con le incursioni di Russotto ma sa bene che la difesa giallorossa non è impeccabile e sempre con azioni provenienti dal lato sinistro sfiora prima il goal negatogli da un grande Pisseri e poi accorcia con il possente bulgaro Galabinov che s’incunea in area di potenza e trafigge l’estremo difensore catanzarese.

La sensazione che la partita possa essere rimessa in discussione non c’è perché quando i giallorossi offendono in avanti sono una macchina da goal. Il goal della sicurezza è confezionato dal migliore in campo del Catanzaro, Andrea Russotto. Erano anni al Ceravolo che non si sentivano cori per un calciatore, gli ultimi che ricordiamo sono quelli intonati a Palanca e a Corona. Quanto detto serve per spiegare quanto sia forte l’ex Nazionale under 21. Essere applaudito e incitato dal competente pubblico catanzarese che ha visto calcio vero nel corso della sua storia non capita spesso.

La rete di Russotto nasce da una perfetta triangolazione con Masini (subentrato a Fioretti) tipo quella che gli avversari per tutta la partita confezionavano sul nostro settore difensivo di centro destra del campo. Nella sagra del goal c’è anche gloria per il salvataggio di Orchi sulla linea che poteva consentire agli avversari d’accorciare ancora grazie alle titubanze difensive con un’altra incursione identica alle altre confezionate sempre sullo stesso settore del campo. Sul finire c’è gloria anche per il subentrato D’Alessandro (in campo per Ulloa) che realizza il pokerissimo del Catanzaro e va in rete in questa categoria dopo i 4 goal siglati quando vestiva la maglia dell’Acireale nella stagione 2005-06.

Termina la partita e la squadra saluta il pubblico in festa, il Presidente Cosentino nel suo giro di campo applaude e tifosi ricambiano calorosamente.

La classifica è cortissima e pur non avendo superato altre avversarie i giallorossi sono a un tiro di schioppo dalle posizioni più tranquille. La lunga sosta per la pausa natalizia sarà l’occasione per intervenire e rimediare in sede di mercato di riparazione a quegli errori computi in sede di mercato estivo. Adesso bisognerà scegliere con oculatezza e il Ds Ortoli e Cozza sanno già di cosa la squadra ha bisogno. Basta guardare i numeri della classifica ed è facile intuirlo. Con 23 goal all’attivo siamo il secondo migliore attacco del torneo dietro il Pisa e insieme al Perugia; con 28 reti al passivo insieme alla Carrarese siamo la peggiore difesa. I grandi allenatori da sempre hanno detto che una difesa perforata deve essere anche protetta nella zona nevralgica del campo e i 2 goal subiti ieri, nati con triangolazioni a ridosso dell’area di rigore confermano questa tesi. Se poi aggiungiamo i goal subiti su palla inattiva o su traversoni in area (vedi Avellino) dove intervenire non è poi così difficile. Il Catanzaro dopo l’esordio in casa con il Barletta si presentò con solo 3 nuovi arrivi in campo (portiere, Fiore e Fioretti). Nel corso del torneo è mutato moltissimo e in positivo. Ieri sul terreno di gioco degli autori della cavalcata in C1 ce n’erano 4 e 7 erano nuovi, segno che alcune valutazioni iniziali, modulo compreso, sono stati corretti e in positivo. Merito della società, del mister e del nuovo Ds che adesso dovranno compiere l’ultimo sforzo per porre le basi per un Catanzaro competitivo per il prosieguo del campionato e in proiezione futura.

A noi non resta che attendere, fare gli auguri di Buone feste a tutti e darci appuntamento nel giorno della Befana a Barletta per sostenere come sempre le Aquile del Sud.  

Salvatore Ferragina

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Salvatore Ferragina

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