Intervistiamo

Truffa da sei milioni all’Agea, la mente era un cosentino

Scritto da Redazione
Terreni fittizi per avere i rimborsi dall’Ue. Tra gli intestatari anche i componenti di un’intera squadra di calcio della provincia

Utilizzavano l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) come una sorta di bancomat. Via computer, ottenendo password in modo illecito, formulavano centinaia di richieste di finanziamenti comunitari (dall’importo che variava dai 10 ai 15 mila euro) avvalendosi di una rete di complicità tra coltivatori diretti e addetti di alcuni Centri di assistenza in agricoltura. Questa la truffa messa in atto dai cinque arrestati (tre in carcere e due ai domiciliari) scoperta dai carabinieri del Nucleo Antifrodi di Roma, su richiesta della procura.
A capo dell’organizzazione Maurizio Ferraro, 37 enne di Cosenza, che si trova già in carcere per vicende di droga. Il gruppo, di cui facevano parte anche Giovanni Morello, Marino Gambazza, Antonino Tramontana e Maya Di Gregorio, si era “specializzato” nella presentazione telematica di “Domande uniche di pagamento” diretto all’Agea che, attraverso diversi sportelli dei Centri di assistenza in agricoltura, sin dal 2009, intestava a soggetti compiacenti o ignari (come giovanissime ragazze o, in un caso, i componenti di una intera squadra di calcio del cosentino), la ”conduzione” di terreni fittizi per ottenere il denaro che finiva, poi, nella disponibilità degli indagati.
Le attività di indagine, coordinate dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal sostituto Corrado Fasanelli, hanno evidenziato che i terreni dichiarati “in conduzione” risultavano sia di proprietà di privati, sia di enti pubblici come università, che in entrambi i casi non avevano mai concesso l’uso dei fondi. La truffa si aggira intorno ai 6 milioni di cui 4 sono stati bloccati con l’intervento dei militari.
12/12/2012 15:31

Fonte:corrieredellacalabria.it

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