Intervistiamo

Inchiesta compravendita voti, botta e risposta fra Comitato per Scalzo e Lomonaco

Il Comitato pro Scalzo: nulla da gioire se si ritratta, anzi c’è da preoccuparsi. Lomonaco: dall’incidente probatorio emerge l’estraneità di Franco Leone e parla di pressioni esercitate da Scalzo e dai suuoi collaboratori sui testimoni

Comitato per Scalzo

Attendiamo con fiducia la continuazione dell’inchiesta giudiziaria sulla compravendita di voti a Catanzaro assistendo meravigliati come sempre alle uscite sulla stampa di inopportuni  personaggi del centro destra catanzarese. Il trasformista Lo Monaco fa riferimento ad informazioni che non dovrebbero essere pubbliche, a tutela dei soggetti coinvolti coinvolti, sul procedimento che gravita attorno al consigliere da 600 preferenze Franco Leone primo degli eletti in Per Catanzaro e difeso proprio dal figlio dello stesso ex assessore Lomonaco.

Bisognerebbe avere maggiore scrupolo quando si parla di argomenti così delicati e maggiore senso di responsabilità, rispettando non solo a parole ma in sostanza l’azione della magistratura, purtroppo tutto questo non sembra proprio ci sia.

Quello che è accaduto in queste ore solleva un problema profondo e non c’è nulla di cui gioire come invece fa l’assessore Lomonaco. Il fatto, appreso dalla stampa, che delle persone, non tutte, abbiano scelto di testimoniare sulla compravendita di voti ed ora abbiano, per motivi non noti, ritrattato nel corso dell’incidente probatorio  solleva pesanti se non inquietanti considerazioni e sospetti. E per la verità se è vero che queste dichiarazioni ritrattate sono state inviate per direttissima in Procura evidentemente la cosa ha sollevato dubbi e perplessità anche all’autorità giudiziaria che si sta interrogando sulle ragioni su questo cambiamento in corsa. Da parte nostra questa sembra essere la conferma dell’emergenza legalitaria che investe la nostra città e la accomuna in questo momento, al netto di ogni forma di garantismo, a contesti con un livello criminale molto più elevato. E la smetta il centro destra di parlare di immagine qui parliamo di fatti concreti. Tra l’altro ricordiamo a Per Catanzaro da cui avremmo preferito un rispettoso silenzio che alcuni hanno pienamente confermato i capi d’accusa e solo due ritrattato. Ma non si gioisce quando qualcuno ritratta. Ci si interroga, si riflette, si cerca di capire.

Quanto al coinvolgimento di altri cittadini che hanno, secondo la stampa, non lasciato soli i testimoni che volevano denunciare fatti illegali da loro visti o subiti vorremmo ricordare a Lomonaco che questo si chiamo senso di cittadinanza e che molte associazioni antimafia fanno proprio questo in sostegno dei testimoni. Vorrebbe lui che la vittima o il tesimone di un reato venisse lasciato solo? Magari in balia dei suoi aguzzini e sensa rivolgersi alle forze dello Stato? Ogni comportamento contrario sarebbe una omissione se non una compiacenza. Inviatiamo Lo Monaco a chiedere al suo compagno di coalizione, il candidato consigliere Eugenio Riccio, che nella vita fa il carabiniere, se è possibile lasciare solo un cittadino che chiede aiuto nel denunciare fatti delittuosi e se questo è un comportamento degno. La civiltà ed il rispetto delle regole dovrebbero essere più chiare a tutti. Il resto resta un linguaggio culturalmente pericoloso.

La dichiarazione di Lomonaco

“DALL’INCIDENTE PROBATORIO EMERGEREBBE L’ASSOLUTA ESTRANEITA’ DI FRANCO LEONE”. “IL PM SICURAMENTE APPROFONDIRA’ L’INQUIETANTE ELEMENTO DELLE PRESSIONI CHE SAREBBERO STATE ESERCITATE DA SCALZO E DAI SUOI COLLABORATORI SUI TESTI”

 

“Non avremmo voluto in nessun modo, per il rispetto che portiamo al lavoro della magistratura, commentare le indiscrezioni giornalistiche sull’incidente probatorio svoltosi ieri nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta compravendita di voti. Peraltro, l’incidente probatorio è rigorosamente coperto dal segreto istruttorio e, in questo caso, ancora non completato, visto che dovranno essere sentiti altri testi il prossimo 1 febbraio.

Ma le avventate dichiarazioni del candidato della sinistra Scalzo, che continua a spargere i suoi veleni nella città, ci impongono di fare alcune elementari considerazioni. Se le indiscrezioni giornalistiche corrispondono al vero, dall’incidente probatorio nessun elemento è emerso che possa fare pensare ad una compravendita di voti e nessun riferimento è stato fatto dai testi all’ipotesi della cosiddetta “scheda ballerina”, così cara alla sinistra. Emergerebbe, invece, l’assoluta estraneità di Francesco Leone, nostro candidato, alle accuse che si sono state rivolte. Ma su questo, conoscendo la correttezza di Francesco Leone, non avevamo mai avuto dubbi.

L’incidente probatorio, sempre secondo le indiscrezioni giornalistiche, ha invece aperto un altro fronte che dovrebbe preoccupare e non poco Salvatore Scalzo e il suo entourage. Non abbiamo dubbi, conoscendo l’imparzialità e lo scrupolo professionale del pm Domijinanni, che saranno approfondite le circostanze che farebbero pensare che le pressioni sui testimoni sarebbero state esercitate proprio dallo stesso Scalzo e dai suoi collaboratori. Non sarebbe la prima volta nella storia giudiziaria del nostro Paese che proprio gli accusatori si rivelino, alla fine, i responsabili dei reati strumentalmente caricati agli altri. Non dovrebbe essere difficile verificare, attraverso i tabulati telefonici, da chi sarebbero stati contattati i testimoni per indurli a presentarsi in Procura, mentre per un teste sarebbe stato accompagnato personalmente da Scalzo o da un suo collaboratore. Essendo noi garantisti, ci auguriamo che Scalzo possa dimostrare di non avere mai telefonato o fatto telefonare dai suoi collaboratori ai testi, di non essersi mai recato in Procura, di non avere mai dato mandato ai suoi collaboratori di accompagnare un teste dai giudici e quindi di non avere mai fatto pressioni per orientare l’inchiesta.

Da parte nostra, nel prendere atto che l’estraneità del consigliere Leone sta emergendo in maniera netta, attendiamo con fiducia la conclusione dell’inchiesta, confidando come sempre nell’autorevolezza e nell’imparzialità della magistratura”.

 

 

“Non avremmo voluto in nessun modo, per il rispetto che portiamo al lavoro della magistratura, commentare le indiscrezioni giornalistiche sull’incidente probatorio svoltosi ieri nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta compravendita di voti. Peraltro, l’incidente probatorio è rigorosamente coperto dal segreto istruttorio e, in questo caso, ancora non completato, visto che dovranno essere sentiti altri testi il prossimo 1 febbraio.

Ma le avventate dichiarazioni del candidato della sinistra Scalzo, che continua a spargere i suoi veleni nella città, ci impongono di fare alcune elementari considerazioni. Se le indiscrezioni giornalistiche corrispondono al vero, dall’incidente probatorio nessun elemento è emerso che possa fare pensare ad una compravendita di voti e nessun riferimento è stato fatto dai testi all’ipotesi della cosiddetta “scheda ballerina”, così cara alla sinistra. Emergerebbe, invece, l’assoluta estraneità di Francesco Leone, nostro candidato, alle accuse che si sono state rivolte. Ma su questo, conoscendo la correttezza di Francesco Leone, non avevamo mai avuto dubbi.

L’incidente probatorio, sempre secondo le indiscrezioni giornalistiche, ha invece aperto un altro fronte che dovrebbe preoccupare e non poco Salvatore Scalzo e il suo entourage. Non abbiamo dubbi, conoscendo l’imparzialità e lo scrupolo professionale del pm Domijinanni, che saranno approfondite le circostanze che farebbero pensare che le pressioni sui testimoni sarebbero state esercitate proprio dallo stesso Scalzo e dai suoi collaboratori. Non sarebbe la prima volta nella storia giudiziaria del nostro Paese che proprio gli accusatori si rivelino, alla fine, i responsabili dei reati strumentalmente caricati agli altri. Non dovrebbe essere difficile verificare, attraverso i tabulati telefonici, da chi sarebbero stati contattati i testimoni per indurli a presentarsi in Procura, mentre per un teste sarebbe stato accompagnato personalmente da Scalzo o da un suo collaboratore. Essendo noi garantisti, ci auguriamo che Scalzo possa dimostrare di non avere mai telefonato o fatto telefonare dai suoi collaboratori ai testi, di non essersi mai recato in Procura, di non avere mai dato mandato ai suoi collaboratori di accompagnare un teste dai giudici e quindi di non avere mai fatto pressioni per orientare l’inchiesta.

Da parte nostra, nel prendere atto che l’estraneità del consigliere Leone sta emergendo in maniera netta, attendiamo con fiducia la conclusione dell’inchiesta, confidando come sempre nell’autorevolezza e nell’imparzialità della magistratura”.

 

 


Autore

Salvatore Ferragina

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