Intervistiamo

Scalzo riparte da Janò

Oggi nel pomeriggio il candidato Sindaco del centro-sinistra Salvatore Scalzo incontrerà alcuni cittadini del quartiere Ianò.
Il ricordo di quella drammatica giornata di piogge battenti e paura, quando la terra cominciò a sgretolarsi lungo la collina di un quartiere come altri a nord della città, e con essa franarono le certezze, la normalità, la vita quotidiana di decine di famiglie costrette ad abbandonare la propria abitazione e le proprie cose, è vivo e doloroso. Ma non nelle amministrazioni comunali che si sono susseguite dopo quel fatidico 10 febbraio 2010 – da Michele Traversa a Sergio Abramo, provenienze diverse, stessa essenza politica – che ai residenti di Janò hanno elargito a piene mani promesse e continui rinvii, senza riuscire a garantire le più elementari norme di sicurezza come la pulizia dei canaloni e dei fossi dove si accumulano sporcizia e detriti. Canali di scolo che dovrebbero essere ripuliti a settembre, e non a novembre quando la stagione invernale incombe già con il suo carico di preoccupazioni e precipitazioni. In poche parole, guardando anticipatamente alla realizzazione delle più semplici opere di urbanizzazione, la garanzia delle manutenzione ordinaria, e quindi, la messa in sicurezza del territorio.
Ma questo succede nelle città normali, affidate al governo di amministrazioni comunali che sono in grado di essere elette democraticamente, senza forzature né irregolarità, per prendersi cura dei cittadini e non dei pochi amici, abituati alle corse preferenziali del favore. Della situazione in cui versa il quartiere di Janò e delle preoccupazioni dei residenti, molti ancora ospiti di parenti o di alloggi di fortuna, lontani dalle proprie case, il Partito democratico e il suo gruppo consiliare al Comune si è interessato in tempi non sospetti, qualche mese fa, non per intercessione elettorale, incontrando nutrite delegazioni dei diretti interessati che hanno potuto manifestare anche la propria insofferenza per il senso di abbandono istituzionale accumulato in questi anni. E anche in quella occasione, l’amministrazione Abramo che avrebbe dovuto essere rappresentato con il  dirigente del settore e con l’assessore ai Lavori pubblici, fu completamente assente. La negligenza e l’indifferenza delle Giunte di centrodestra nei confronti del quartiere Janò non si ferma solo all’incapacità di ascolto del territorio: nessuna delle amministrazioni ha mai  provveduto a quello che rappresenta il primo passo per la messa in sicurezza di un quartiere a rischio idrogeologico, vale a dire la pulizia con cadenza periodica e la manutenzione dei canali di scolo e dei fossi. Un intervento di prevenzione a garanzia del quartiere di Janò e del resto del territorio a salvaguardia dei pericoli derivanti dal maltempo.
A seguito dell’incontro che  si è tenuto qualche settimana fa  tra una delegazione del Partito Democratico e il dottor Percolla, Commissario Straordinario Delegato per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria, avevamo avuto modo di denunciare  il blocco degli interventi oggetto di due finanziamenti, l’uno per 2,1 milioni di euro  “…mitigazione del rischio di frana e di messa in sicurezza … in località Rumbolotto e Scala di Janò” e l’altro di
1,2 milioni di euro “…consolidamento del centro abitato (via Siciliani e Via Carlo V) e della frazione Gagliano (via Smaldone e via Gradoni Giglio) determinato dalla lentezza delle giunte di centrodestra”. 
Inoltre,  la Struttura del Commissario Delegato all’Emergenza è, ancora, in attesa che il comune (che ha istruito la pratica) invii la graduatoria definitiva per dare il via al saldo finale agli aventi diritto relativamente ai “Contributi autonoma sistemazione dei nuclei familiari proprietari di unità immobiliari già destinatari di ordinanza di sgombero.” Anche per ciò che concerne i contributi per i danni subiti, a privati e attività produttive ci si ritrova difronte inadempienze e lungaggini inspiegabili.
Il CNR sta completando lo studio di monitoraggio del territorio. Serviranno a ridefinire le zone a rischio (Rosse, Marroni e Verdi) e di conseguenza procedere all’aggiornamento-adeguamento del master-plan della città di Catanzaro ormai fermo all’agosto del 2010. Solo dopo si potrà sapere quali unità immobiliari dovranno essere demolite e quali avranno bisogno di una manutenzione con erogazione del contributo legato al rientro nell’abitazione.
Per le famiglie ancora sgomberate,  visto che nell’ordinanza della protezione civile non è prevista la demolizione, si chiederà al Ministero una ordinanza che prevede la de-localizzazione per usufruire del contributo per la ricostruzione.E’ arrivato il momento della concretezza, dell’attenzione, dell’ascolto, della cura della collettività, della sicurezza di tutti come bene comune e non dell’interesse dei pochi come favoritismo e autocoservazione di potere e rendite di posizione.

Autore

Salvatore Ferragina

Scrivi un commento