Intervistiamo

Successo per l’iniziativa ”La città nascosta”

Scritto da Redazione

Quanti sanno che la Questura di Catanzaro era la Chiesa di Santa Caterina?…Che Catanzaro non è la città delle tre ma, delle cinque V?…Che Carlo V premiò Catanzaro facendola diventare Città Imperiale?…Che le sete catanzaresi rientravano in un mercato vastissimo che teneva testa a Genova?
Catanzaro ha una grande storia e possiede un patrimonio eccezionale che, fondamentalmente, i catanzaresi ignorano…
Respirare la bellezza della nostra città, una Catanzaro che non conosciamo bene: questo il messaggio dell’iniziativa “Catanzaro, la città nascosta”.
Un’idea nata dall’avvocato Antonella Prestia e da altri professionisti catanzaresi e promossa dal Circolo Catanzaro, l’istituzione laica più antica della città, nata nel 1871, che vanta tra i soci fondatori Menotti Garibaldi, il figlio dell’eroe dei due mondi. “In un momento dove nessuno sa dove stiamo andando, è importante capire da dove veniamo”, ha spiegato Gregorio Meddis, presidente del Circolo.
Gianfrancesco Solferino, storico dell’arte, Oreste Sergi, architetto e Mario Panarello, storico dell’arte e docente all’Unical, hanno accompagnato i catanzaresi in una passeggiata culturale all’interno del centro storico della città.
Attraversare i vicoli di Catanzaro in compagnia di tre grandi esperti del patrimonio storico, artistico e architettonico della città, non capita tutti i giorni e rappresenta un’occasione da prendere al volo.
Un percorso inusuale, alla riscoperta dei luoghi “più nascosti” della città, ma, non per questo meno importanti ed affascinanti dal punto di vista architettonico e culturale.
Un itinerario nel quale è stato illustrata l’evoluzione del capoluogo di regione dal periodo bizantino a quello normanno.
Partendo dalla bizantina Graecìa, si è arrivati al “cuore” normanno della cittadella vescovile rappresentata dalla mole imponente della Cattedrale di S. Maria Assunta. Il percorso, oltre ad evidenziare elementi urbanistici peculiari che nei secoli si sono stratificati e frammisti fino alle forme attuali, ha voluto mettere in risalto, attraverso la visita di alcune chiese (Oratorio di S. Maria del Carmine, S. Rocchello, S. Biagio alla Maddalena, S. Maria della Stella, S. Maria de Meridie, Cattedrale di S. Maria Assunta e dei SS. Pietro e Paolo), una parte del ricco ed importante patrimonio storico-artistico della città.
La passeggiata è culminata con la visita del MUDAS (Museo Diocesano d’Arte Sacra) all’interno del quale, attraverso l’osservazione delle argenterie (sec. XVII-XIX), delle seterie (sec. XV – XX) e della piccola pinacoteca (sec. XVII-XIX), si è  avuta la possibilità di percepire la straordinaria ricchezza ed importanza che Catanzaro godette in passato sul piano commerciale e artistico.
In una situazione attuale di profondo degrado, anche morale, si è voluto dare un input alla società catanzarese, una scossa per comprendere che i beni artistici della città non possono e non devono essere oggetto di mera e cieca conservazione ma, devono essere strumenti di studio e ricerca, necessari per la conoscenza della storia del territorio e per calamitare interessi economici.
Occorre investire nella cultura facendo leva sulla ricchezza del patrimonio storico, artistico, architettonico e ambientale della città.
Un’iniziativa interessante e significativa che, speriamo, non cada nel dimenticatoio.
Per comprendere meglio una città che viviamo ogni giorno passivamente. Per guardarla con occhi diversi…
Il messaggio sarà arrivato ai catanzaresi e alle istituzioni?

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Redazione

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