Intervistiamo

Traversa come Wanda Ferro: non voterò il riordino delle province

Il parlamentare catanzarese esterna in una nota stampa la sua posizone

“Non voterò il decreto sul riordino delle Province, neppure se il Governo porrà la questione di fiducia. Si tratta infatti di una riforma assurda e dannosa per i territori e i cittadini”. Assurda perché in meno di dodici mesi le Amministrazioni provinciali dovranno porre in essere una mole di adempimenti che manderanno in tilt l’intera macchina burocratica e organizzativa.Adempimenti che non potranno essere effettuati anche a causa dei progressivi tagli previsti dalla spending review sui bilanci della Province, che non saranno più nelle condizioni di erogare servizi essenziali ai cittadini. E’ necessario evidenziare, tra l’altro, che i risparmi effettivi prodotti dalla riforma, nell’ordine di pochi milioni di euro, saranno vanificati dai forti costi dell’attuazione della riforma stessa e dal costo che ricadrà sulle spalle dei cittadini in termini di servizi offerti. Poi ci sono le questioni più strettamente finanziarie legate agli accorpamenti degli enti che, con i forti tagli ai trasferimenti e la mancata previsione di strumenti per la compensazione delle perdite di bilancio, comporteranno l’automatico default delle nuove Province, che moriranno prima ancora di nascere. E ancora, il governo non ha affrontato la questione del trasferimento delle funzioni ai Comuni, che non potrà essere accompagnato dal trasferimento delle risorse, e che causerà inevitabilmente disservizi per i cittadini e farà rischiare il dissesto agli stessi comuni. Infine, non possono essere sottovalutate le ripercussioni sui dipendenti provinciali, 56 mila dei quali rischiano di perdere il posto di lavoro. Se il problema è preoccupante in tutto il Paese, in una regione come la Calabria rischia di generare un dramma sociale devastante. Infatti in seguito all’accorpamento più del 50 per cento del personale in servizio nelle Amministrazioni provinciali di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, sarà messo in mobilità. A questi si aggiungeranno, se il Governo riuscirà a completare il suo disegno di riordino, i dipendenti degli uffici statali come le prefetture e le questure. Questo comporterà, non solo l’incertezza economica per migliaia di famiglie calabresi, ma anche che nella nostra regione, per almeno 5 anni, non sarà possibile accedere alla Pubblica Amministrazione, né da parte dei tanti giovani in cerca di prima occupazione, né da parte di quel vasto bacino di precariato che spera in una stabilizzazione”.  

Autore

Salvatore Ferragina

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