Sicurezza in città: nostre proposte non recepite dalla politica

La nota stampa di Fabio Lagonia dell’UDC

La rapina compiuta ieri sul retro del palazzo della Questura, in pieno centro storico, è sintomatica della sfacciataggine con cui anche la microcriminalità agisce. Ciò non solo ripropone il problema della sicurezza in città, ma lo evidenzia sotto quegli aspetti legati alla carenza di risorse e strumenti cui soffrono le forze di polizia, e sui quali la politica potrebbe fare di più.

Il problema lo si denuncia da anni, e per quanto riguarda il capoluogo di regione sono note le preoccupazioni circa lo stato di abbandono di alcuni quartieri, lasciati nel degrado e nell’anarchia più totale. In questi territori urbani, ma “di confine”, assimilabili quasi a delle enclaves, vi è un’assenza dello Stato non certo per il disimpegno delle forze dell’ordine quanto piuttosto perché la politica non ha affrontato la problematica nei termini dovuti. In alcuni casi, addirittura, è proprio certa politica che strumentalizza la vicenda, se è vero che qualcuno si sforza di apparire come paladino della legalità salvo contraddirsi nell’azione amministrativa allorquando si fa garante di abusivismi di vario genere, di intrecci con personaggi poco chiari in funzione del voto elettorale.

La realtà ci dice che finora sono mancate le risposte concrete, per cui la città continua a soffrire l’assenza di nuovi presidi di sicurezza, che pure servirebbero. E’ opportuno rammentare che la Questura di Catanzaro qualche anno fa è stata pure elevata al rango di “questura di fascia A”, ciò che avrebbe dovuto comportare – ma così non è stato – un conseguenziale potenziamento dei vari uffici. Inoltre non si comprende perché sia così difficile creare nel capoluogo di regione un Reparto Mobile della Polizia di Stato quando sappiamo che esiste un progetto che permetterebbe, quanto meno come distaccamento del presidio reggino, di istituire la struttura a Catanzaro a costo zero giacché uffici e alloggi per i poliziotti potrebbero nascere nell’ampio Polifunzionale del quartiere Cavita. Non bisogna trascurare che la richiesta del Reparto Mobile nasce come esigenza concretamente motivata in relazione alle svariate funzioni che si svolgono nel capoluogo, ma non solo per queste. Un Reparto Mobile a Catanzaro, o un suo distaccamento, garantirebbe un ottimo servizio di gestione dell’ordine pubblico in tutta l’area centro-settentrionale della Calabria. Con la stessa logica si può motivare la creazione di un Nucleo del Reparto Prevenzione Crimine, cioè la task force di intervento rapido della Polizia di Stato, che può rappresentare un’efficace risposta strategica per tutte quelle realtà territoriali in cui insistono fenomeni criminali assai complessi e difficilmente aggredibili con le esigue energie locali. Attualmente in Calabria ci sono tre “reparti”: a Siderno e a Rosarno, rispettivamente per l’area sud-orientale e per quella sud-occidentale della regione, e l’altro a Rende che serve l’area settentrionale; se nascesse l’analogo reparto a Catanzaro potrebbe  risultare funzionale per la Calabria centrale.

In altri termini la questione Sicurezza necessita di riscontri reali che solo la politica può dare. Allo stesso modo occorrono risposte alle Forze dell’Ordine. A tal proposito non si può che esprimere solidarietà e vicinanza ai Sindacati di Polizia che in questi giorni hanno manifestato: è condivisibile il loro malcontento per quanto denunciato, specie rispetto all’eventuale innalzamento dell’età pensionabile, cosa che potrebbe danneggiare il comparto sicurezza e il soccorso pubblico.

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento