CNC torna sul riordino delle Province

Sono ore decisive per la proposta di riordino relativa al nuovo dimensionamento delle province. Il Consiglio Regionale, a tal proposito, si determinerà nella seduta di mercoledì 24 ottobre. Pertanto riteniamo doveroso rivolgere un ulteriore appello all’intera classe politica regionale, ma anche agli esponenti di tutti gli enti locali, affinché la Calabria dimostri senso di responsabilità rispetto ad una scelta che deve seguire criteri di ordine effettivo e di razionalità, per come imposti dal governo Monti.

Il ritorno allo status  amministrativo anteriore al 1992 appare l’esito più lineare e certamente l’obiettivo da conseguire. Perciò il ripristino della vecchia “Provincia di Catanzaro” deve essere ricercato e ottenuto sia relativamente ai confini antecedenti al ‘92, comprendenti il territorio crotonese e quello vibonese, sia rispetto alla storica denominazione. Quindi auspichiamo che il dibattito in Consiglio Regionale proceda con serenità e raziocinio in vista di un riordino degli enti intermedi che dia equilibrio all’intero territorio regionale, ciò che può essere garantito attraverso la ricostituzione – nell’area centrale della Calabria – della vecchia grande “Provincia di Catanzaro”.

Profittiamo ancora una volta per rammentare che alcune proposte lette sulla stampa in merito a denominazioni stravaganti includenti i nomi di più città sono inutili, fuorvianti, grossolani e anti-storici. Allo stesso modo ci sembra inverosimile l’indiscrezione apparsa sul Corriere della Sera secondo cui Crotone si accorperebbe a Cosenza: la provincia brutia è già una delle più grandi d’Italia e non sarebbe ammissibile ingigantirla oltre modo, anche in nome dell’equilibrio più volte richiamato, salvo immaginare che anziché provincia la vi voglia trasformare in una nuova regione! Fra l’altro, non si comprenderebbe perché il territorio cosentino che ha sempre ostacolato la gemmazione di altri enti (vedi Castrovillari, Rossano, Corigliano) debba essere addirittura premiato.  

In conclusione, non ci sarebbe bisogno nemmeno di una discussione in Consiglio Regionale giacché si può deliberare facendo riferimento alla situazione storico-amministrativa così come essa era: ripristinare, dunque, i vecchi confini e le vecchie denominazioni.

Entro novembre il Consiglio dei Ministri presenterà il testo definitivo che non prevede deroghe in quanto l’intenzione è quella di ridurre subito il numero degli enti in tutto il Paese. Perciò la Calabria dimostri responsabilità politica proponendo al Governo un disegno di riordino davvero razionale, abbandonando ogni ipotesi improponibile e goffa, e rivolgendo i propri sforzi nel costruire la Calabria di domani, nell’auspicio che il ritorno all’originaria “Provincia di Catanzaro”, nella denominazione e nei confini, costituisca un momento di crescita per tutti e tre i territori con una gestione politicamente integrata che renda protagonista l’area centrale della Calabria all’interno del Mediterraneo.

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Redazione

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