Intervistiamo

Il Gruppo PD sulle mense scolastiche

L’esempio della Vivaldi dovrebbe essere il modello da seguire, come aveva già’ segnalato anche l’assessore Carrozza nell’ultima riunione

Sulle mense scolastiche, oggi registriamo una novità importante: apprendiamo che l’istituto Vivaldi di lido, ha già’ portato a conclusione una procedura negoziata e ha assicurato le condizioni per ripristinare il servizio mensa da qui a dicembre. Fino a prova contraria, dobbiamo quindi affermare che l’autonomia delle scuole nella gestione del bando e’ praticabile e anche molto conveniente, a giudicare dal prezzo di aggiudicazione della gara. L’esempio della Vivaldi dovrebbe essere il modello da seguire, come aveva già’ segnalato anche l’assessore Carrozza nell’ultima riunione. Il  passaggio che riconsegna al comune un compito di stazione appaltante comporta un ritardo inaccettabile per famiglie e allievi (difficilmente il ripristino sarebbe realizzabile prima di gennaio) e soprattutto si crea una situazione insostenibile per le tante professionalita’ la cui presenza e la cui attività’ all’interno delle scuole sono legate alla permanenza del tempo prolungato. Parliamo di decine di persone che oggi rischiano di pagare i ritardi della procedura. Una soluzione buona esiste, se ci fosse un ravvedimento nella direzione del buon senso. In base al codice degli appalti sarebbe possibile per le scuole, non superando l’importo stimato per ogni scuola del servizio da qui a dicembre i 40.000 euro, procedere anche ad affidamento fiduciario, da ottobre a dicembre. Così si dovrebbe procedere se ci fosse davvero la volontà di risolvere il problema e non strategie o paure altre che al momento davvero non capiamo e comprendiamo. Dall’aggiudicazione della gara della Vivaldi emerge un altro dato interessante e inquietante. Il prezzo di aggiudicazione medio e’ di circa 3,40 euro a pasto (prevedendo tutti i requisiti di qualità e completezza – si tratta di un pasto completo di tutto così come prevedono le linee guida ministeriali), ci accorgiamo che il comune negli anni precedenti ha pagato alla ditta vincitrice una cifra che si e’ aggirata tra i 4,50 e i 5 euro a pasto. Ogni pasto ci e’ costato tra 1 e 1,50 euro in più di quello che si sarebbe potuto pagare a condizione di vera concorrenza, come i fatti di oggi dimostrano. Considerando che il bando del comune prevedeva circa 857000 pasti all’anno, significa che il comune e la città di Catanzaro, hanno perduto  , solo negli ultimi anni, diversi milioni di euro. Si tratta di una vergogna inaccettabile. Chi pagherà per tutto questo? Di chi sono le responsabilità’? Sono questi i capitoli su cui occorrerebbe aprire una riflessione definitiva, soprattutto in un momento in cui il comune non sembra in grado di garantire i servizi più’ essenziali. Il futuro deve essere segnato dal desiderio di non ripetere questi errori e assicurare una responsabilità assoluta e condivisa nella gestione di un servizio così essenziale. Adesso occorre fare in fretta. I dirigenti si orientino sul modello Vivaldi e Il comune non sia di intralcio per loro, assicurando subito le condizioni di sicurezza e utilizzo dei refettori. 

Autore

Salvatore Ferragina

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