Il Rompicalcio

Operazione verità

Scritto da Redazione
Società, Cozza, squadra: mettiamo sul tavolo quello che non funziona e ripartiamo dai 250 di Viareggio

Gabriele è arrivato da Milano, Alberto da Torino, Giovanni da Imperia. E poi ancora Sergio da Bologna, Matteo da Roma, Francesco da Perugia. Aristide ha addirittura iniziato il suo viaggio di nozze da lì. Ci sarebbe da citarli tutti, uno per uno, i 250 tifosi giallorossi che hanno macinato centinaia di chilometri per arrivare a Viareggio. Una partita attesa da molti, soprattutto dai calabresi residenti al nord e all’estero. Quelli che hanno varcato il confine, dalla Francia e dalla Svizzera, per rispondere presente alla prima trasferta toscana del campionato. In un momento difficile hanno voluto stringersi intorno alla squadra, reduce da due sconfitte e due pareggi. Il successo di misura con la Vigor in Coppa era stato solo un brodino caldo. Ma tutti speravano che a Viareggio il Catanzaro fosse di nuovo pronto ad addentare l’avversario, saziando gli stomaci dei 250, affamati dalla prima di campionato.

Niente di tutto questo. Anzi. È proprio a questi 250 che il tecnico giallorosso Ciccio Cozza ha chiesto scusa subito dopo la partita di ieri. A loro e a tutti quelli che seguono quotidiamente il Catanzaro. Un gesto apprezzabile, non c’è dubbio. Che spiana la strada a una settimana di riflessione più che di isterismi. Si dice spesso che per ottenere successi serva per forza un ambiente sereno, in cui staff tecnico, giocatori, società, media e pubblico remino dalla stessa parte. Noi di UsCatanzaro.net – e chi ci ha seguito in questi 10 anni lo sa – pensiamo invece che questo non sia necessariamente vero. Basti pensare semplicemente in che clima le ultime due Nazionali azzurre campioni del mondo abbiano portato a casa la coppa.

Noi, invece, crediamo che serva un’operazione di verità. Le cose, anche quelle scomode, bisogna avere il coraggio di dirsele con serenità. Cosa che mister Cozza ha iniziato a fare ieri, ammettendo che non avrebbe avuto senso discutere l’arbitraggio e parlando del “peggior Catanzaro della mia gestione“. Assumendosi insomma le sue responsabilità. Perché, inutile girarci intorno, questo Catanzaro è stato costruito a sua immagine e somiglianza. È stato plasmato dalle sue idee, è stato costruito con le sue scelte. Comunque la si rigiri, comunque la si guardi, Cozza è il principale responsabile di questa situazione. Basta guardare all’organigramma della società e poi confrontarlo con quello di altre squadre, più o meno attrezzate, più o meno di successo, per accorgersi dell’anomalia tutta catanzarese, di un allenatore-manager. Un progetto “innovativo” e ambizioso, un po’ british, che però non sta dando risultati e forse merita un ripensamento.

Perché il campo, per ora, racconta di un Catanzaro che viaggia sotto la media di un punto a partita, che occupa la quartultima posizione, che ha subito già tre sconfitte, che ha segnato solo due gol nelle ultime cinque partite (uno con un difensore, Papasidero, l’altro su un rigore generoso realizzato da Fioretti). Un Catanzaro che sembra aver smarrito quella compattezza che era stata decisiva nella scorsa stagione anche nei momenti difficili. Un Catanzaro senza serenità, senza una chiara idea di gioco, forse senza quella qualità che ci si attendeva dai calciatori scelti e portati sui tre colli da Cozza. Bisogna avere il coraggio di ammettere che la campagna acquisti non è stata felice. Che tre punti fermi dello scacchiere di Cozza, Quadri, Squillace e Masini, sono ampiamente al di sotto delle aspettative. Bisogna capire se in mezzo al campo Ulloa, Maisto, D’Alessandro, Fiore e Carbonaro siano funzionali a un progetto di vertice sbandierato ai quattro venti in questi mesi e ammainato (giustamente) negli spogliatoi di Viareggio dopo sei partite. Bisogna avere il coraggio di ammettere che forse questi uomini non sono funzionali al 3-4-3 di Cozza (in tutte le sue versioni), nonostante sia stato lo stesso Cozza a sceglierli. Bisogna capire se Fioretti e Masini, i due investimenti più importanti, possano giocare insieme senza pestarsi i piedi. E se questo Catanzaro possa permettersi il tridente pesante. La risposta del campo per ora è inequivocabile.

Quest’operazione verità, però, può suonare antipatica se a farla siamo noi. Crediamo sia più utile una riflessione da parte di Cozza, magari nel chiuso degli spogliatoi, coi suoi ragazzi e con la società. Una società che oggi nelle sconfitte, così come l’anno scorso nelle vittorie, sembra mancare di almeno una figura dirigenziale forte. Un uomo di calcio, un uomo d’esperienza che operi scelte importanti e che faccia da cuscinetto tra squadra e società, tra Cozza e Cosentino, tra il Catanzaro e la componente pubblico/stampa. Il presidente Cosentino, nel corso dello scorso campionato, ha ripetuto più volte che un DG o un DS forte non servivano al Catanzaro in C2. Bene, adesso però la costruzione di un futuro roseo e solido passa non solo dal campo ma anche dalle scelte societarie, dal marketing, dalla comunicazione. Da tutti quegli aspetti, insomma, che all’apparenza possono sembrare secondari, quasi superflui, ma che se curati bene, aiutano a superare i momenti difficili.

Siamo convinti che il Catanzaro, ancora giovane in tutti i sensi, abbia tutte le possibilità per risollevarsi da questa difficile situazione. Bisogna ripartire dai punti fermi. Dalla solidità della proprietà, innanzitutto. Cosentino, nonostante il sonno delle istituzioni sulla vicenda-stadio e l’affaire-Contrattopoli, è pronto a tirar fuori di nuovo il portafogli per rinforzare la squadra con qualche svincolato. Poi dalla fiducia in Cozza, magari più allenatore e meno manager. Bravo, giovane e motivato: le carriere si costruiscono proprio partendo dalle situazione più difficili. Infine la squadra. Quella che tante gioie ci ha regalato nello scorso campionato. Ripartire dai punti fermi che ci sono e che vanno difesi e messi nelle condizioni di rendere al meglio. Pisseri, Mariotti, Sirignano, Quadri, Benedetti, Carboni, Fioretti: il materiale c’è. Non erano campioni prima, non possono essere diventati brocchi in un mese. Le sostituzioni-lampo possono essere utili se usate con parsimonia, non come una clava da brandire nello spogliatoio. E in ogni caso sono l’ammissione di un errore.

Ecco, questo è il lavoro di Cozza. E in questo il mister ha sempre dimostrato di saperci fare. Servirà guardarsi negli occhi alla ripresa e ricominciare a battersi senza paura e senza guardarsi indietro. Con gli adeguati correttivi tattici che Cozza riterrà opportuni in attesa dei rinforzi. Quale migliore occasione del riflettori televisivi, della Nocerina dei tanti ex. Di quelli che hanno scritto una delle pagine più vergognose della storia del Catanzaro. Di quelli che ancora oggi chiedono soldi a Cosentino. Di quelli del Flaminio. Una vittoria contro la Nocerina scaccerebbe la crisi e aiuterebbe, nelle due settimane successive di sosta, a lavorare con serenità. E stiano tranquilli Cosentino e Cozza: i 250 di Viareggio li ritroveranno a Pisa a fine mese. Tutti insieme a tifare Catanzaro.

Ivan Pugliese

@naracauliz

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento