Lagonia (UDC): ripristinare la Provincia di Catanzaro

Ritornare all’equilibrio delle tre antiche province con cui la Calabria si è rappresentata per secoli, e che ha garantito il consolidamento di una suddivisione razionale dei territori, è la cosa più logica da perseguire dal momento che il Consiglio dei Ministri obbliga ad una revisione urgente degli enti intermedi.

E’ solo parzialmente comprensibile la disapprovazione proveniente da alcuni ambienti delle province di Crotone e Vibo Valentia, le quali, costituite appena venti anni fa, potrebbero ritrovarsi nello status quo ante; ma oggi dobbiamo chiederci con sano realismo se vi siano stati effetti concretamente proficui in seguito alla gemmazione del 1992 o, al contrario, se il ritorno alle origini che si prefigura con il riordino imposto da Roma non sia piuttosto la dimostrazione, seppur tardiva, dell’errore compiuto con quella avventata tripartizione. La quale, è bene ricordarlo, ha aggiunto alle casse pubbliche un aggravio di spesa senza tuttavia offrire quei significativi progressi che le comunità del crotonese e del vibonese legittimamente attendevano e meritavano, e che tutti auspicavamo.

Pertanto, con estrema serenità e soprattutto con l’obiettivo di conseguire il miglior risultato possibile per i territori coinvolti, sarebbe vantaggiosa la ricostituzione della storica suddivisione territoriale calabrese: ciò, fra l’altro, ripristinerebbe un salutare ed irrinunciabile equilibrio all’interno della regione sia sotto il profilo numerico degli abitanti (si avrebbero tre enti costituiti tutti da circa 600.000 abitanti), sia sotto l’aspetto territoriale.

In tale prospettiva, il ripristino della vecchia provincia non può che essere ordinato a ciò che era e che è sempre stato, anche riguardo alla denominazione, cioè la “provincia di Catanzaro” che affonda le sue radici antiche nel XII secolo e quelle più moderne nel 1816. Appare dunque bizzarra e inutilmente ruffiana la proposta di chi immagina una “chilometrica” denominazione comprendente tutte le città del territorio. D’altro canto, Catanzaro è il capoluogo della regione, il capoluogo della provincia, la città più popolosa e più centrale del comprensorio centrale della Calabria: non bisogna “vergognarsi” di denominare la vecchia-nuova provincia così come si è sempre chiamata e com’è logico che si chiami: provincia di Catanzaro. Infine è bene sottolineare che, in vista del riordino, la legge prevede un solo capoluogo all’interno degli enti accorpati.

Tra le mille sfide che la nostra terra deve affrontare, questo è sicuramente la più pacchiana. Perciò è auspicabile che la politica calabrese, al di là di particolarismi e di ogni anacronistica resistenza, si concentri su questioni serie come il conseguimento di obiettivi di crescita reale e di progresso per tutti i territori.

Autore

Salvatore Ferragina

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