La Striscia

Il Catanzaro “Cozza” contro il muro dell’Andria

Uno scialbo 0-0 a cornice di una deludente prestazione

Una giornata caldissima accoglie le squadre in campo al “Ceravolo”. Catanzaro e Andria si sfidano davanti a poco meno di quattromila presenti. Mister Cozza è seduto nel settore “distinti” per via della squalifica arrivatagli in settimana e presenta la sua squadra con stesso modulo e stessa formazione che esordì in questo torneo contro il Barletta. Il 3-4-3 dei giallorossi deve vedersela contro la formazione andriese che Cosco schiera con un 4-5-1 impostato solo sulla difensiva.

Il Catanzaro parte bene cercando d’imporre il proprio gioco ma dopo soli 10 minuti perde Quadri per infortunio e Cozza è costretto al primo cambio. Entra Ulloa, un centrocampista di rottura per un centrocampista di qualità. La manovra ne risente subito perché l’argentino è più bravo a interdire (ma oggi non c’era nulla da contrastare nel mezzo) e quindi la circolazione della palla non può essere più fluida. Benedetti si prende sulle spalle le redini del centrocampo ma dalle parti di Rossi azioni pericolose non se ne costruiscono. Solo un tiro di Sirignano dopo un’azione d’angolo impegna il portiere dei pugliesi. Per il resto buio assoluto con Carboni, Fioretti e Masini alla ricerca di un pallone giocabile e che spesso si calpestano i piedi fra loro. Una sola volta Squillace arriva sul fondo ma il suo cross è sbagliato e si perde sotto la Mammì dove ci sono una ventina di sostenitori giunti da Andria.

Il simbolo di questa fase di non gioco è la continua ricerca di Carboni della posizione da mantenere in campo. Parte dalla sinistra, poi si sposta a fare il trequartista e infine scambia posizione con Masini andandosene a destra con il risultato che su quella corsia l’intasamento è totale.Fiore è come se non giocasse, copre e corre per attuare la fase difensiva che a lui non è congeniale. Quando invece potrebbe offendere ha sempre il problema del tocco in più. Non ha le caratteristiche per saltare l’uomo e cercare il fondo. Se poi aggiungiamo che nessuno dei centrocampisti (di terzini con il modulo attuale neanche a parlarne) gli si sovrappone sulla corsia destra, le sue giocate diventano facilmente prevedibili dai difensori avversari. Infine, il tecnico pugliese capisce le difficoltà del nostro esterno e nella ripresa, nel momento in cui il Catanzaro deve produrre lo sforzo maggiore, sposta sulla corsia dell’ex teatino l’esterno offensivo D’Errico costringendo Fiore a repentine corse all’indietro nelle rare (per fortuna) ripartenze biancoazzurre.

I 20 minuti iniziali della ripresa sono identici ai primi 45: noia assoluta e attaccanti giallorossi che corrono a vuoto alla ricerca di un pallone giocabile o di un fraseggio che mai arriverà. C’è d’aggiungere anche la ricerca dei lanci lunghi che per lo spilungone Larosa, spostato al centro della difesa dopo l’uscita del centrale Migliaccio, sono inviti a nozze: di testa le prende tutte lui.

Quando Cozza cambia modulo sostituendo un impalpabile Fioretti con Maisto, la difesa andriese soffre per un quarto d’ora perché i difensori sono costretti ad allargarsi per via delle incursioni laterali e centrali dei giallorossi che trovano qualche spazio in più per gli inserimenti. Le migliori occasioni capitano prima a Carboni, che largo a destra scaglia un fendente che sfiora il palo alla destra di Rossi, poi Maisto, al termine di un inserimento di Benedetti, sulla sinistra che davanti alla porta spara alto. Arrivano anche i cross di Squillace. Masini, finalmente nel cuore dell’area di rigore, cerca di rendersi pericoloso anche con qualche sponda per il rimorchio di un compagno che però non arriverà mai.

Due volta ci prova Sirignano, prima di testa su cross di Papasidero e poi con un tiro da 30 metri. Nei minuti finali entra Cruz per Carboni ma ormai l’Andria si è sistemata bene in campo e, dopo i 10 minuti di lieve sofferenza, controlla senza difficoltà. Anzi, proprio allo scadere, per poco non passa in vantaggio. È bravo Pisseri a recuperare dopo un’uscita fuori tempo. La partita termina e sugli spalti la gente non è contenta perché non ha assistito a un bello spettacolo. I ragazzi della curva applaudono la squadra ma qualcosa va assolutamente rivista perché oggi troppi errori sono stati fatti e le note positive sono veramente poche.

La conferma avuta oggi è che dopo 5 partite di campionato il Catanzaro non ha ancora trovato una sua quadratura. Un solo goal in 4 partite di un difensore, Papasidero, e pochissimi tiri in porta degli attaccanti sono già un campanello d’allarme. Ai problemi d’ambientamento al campionato e all’appannamento di alcuni suoi uomini, oggi si è aggiunto il fatto che dopo aver provato e sofferto con i 3 davanti con le squadre che giocano, anche contro compagini chiuse questo modulo non crea pericoli. Al contrario, facilità gli avversari nella fase difensiva. Questo perché alcuni calciatori (Masini e Fioretti in primis) sono simili e nessuno dei 3 del tridente è adatto nella fase di non possesso e nel dialogo di prima intenzione, come presupporrebbe questo tipo di schieramento.

L’assurdo di oggi è che il nostro attaccante più pericoloso è stato Sirignano, per 3 volte vicino al goal, mentre Fioretti non ha mai tirato in porta e Masini e Carboni una sola volta. Sugli esterni non siamo pericolosi come richiederebbe questo schieramento. Di Fiore abbiamo già detto mentre lo Squillace attuale è un lontano parente di quello che ricordiamo della scorsa stagione. Il mister dovrà necessariamente intervenire, magari pensando a qualche innesto di chi sino adesso ha giocato di meno e anche a qualche cambio di modulo. Se è positivo il fatto che la difesa da due domeniche non prende goal (ma oggi l’Andria in avanti non c’era) è negativa l’involuzione del gioco che stenta a decollare.

L’anno scorso era un torneo diverso e di un livello tecnico inferiore, ma una considerazione deve essere fatta. Oggi in campo, se escludiamo Pisseri e Benedetti, che giocano al posto di Mengoni e Maisto, gli altri due innesti, cioè i sostituti di Giampà ed Esposito (Fiore e Fioretti) hanno caratteristiche diverse. È per questo che bisognerebbe riflettere sull’efficacia di un 3-4-3 bello e spettacolare quanto si vuole ma che forse non ha gli interpreti adatti, soprattutto per caratteristiche.

Tempo per recuperare ne abbiamo ancora, ma non occorre cullarsi perché non bisogna dimenticare che le partite sono di meno rispetto allo scorso anno. Cinque punti in 5 partite non sono un buon biglietto da visita per il futuro. Le grandi società, i grandi allenatori, le grandi squadre e le grandi tifoserie devono essere brave proprio in questi momenti. La società facendo quadrato, il mister rivedendo alcune sue convinzioni che ad oggi non stanno portando i frutti sperati, i calciatori rimboccandosi le maniche e i tifosi rimanendo vicini perché quando si vince è troppo facile sostenere il Catanzaro.

Malgrado l’incazzatura di oggi, Forza ragazzi e Forza Catanzaro.

SF

Autore

Salvatore Ferragina

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