Intervistiamo

Scalzo: quella triste passione del centrodestra per la propaganda

Ho letto con attenzione e anche un briciolo di tristezza l’ultimo comunicato del sindaco ivi incluso il panegirico al  presidente Scopelliti. Credo che condivisa e forte sia la comune consapevolezza che occorrano misure pronte, urgenti e coraggiose per operare una ricostruzione economica e civile del capoluogo di regione. Non possiamo pero’ pensare di costruire le giuste promesse laddove l’approccio della maggioranza si caratterizzi per gratuita parzialità e schiacciamento acritico sulle posizioni della giunta regionale. Sul primo punto (vale a dire un approccio di parzialità’ gratuita e inopportuna da parte del centrodestra), il problema e’ che l’intero dibattito politico in questa città’ si e’ colpevolmente ripiegato sulla sola esperienza di governo del centrosinistra, sventolata come un mantra da una destra che ha bisogno di nascondere un fallimento che chiama in causa pezzi di classe dirigente da 15 anni a questa parte, le proprie vecchie responsabilità’ e forse anche l’assenza di soluzioni ai bisogni e alle sfide del momento. Per far comprendere come il problema delle partecipate non sia una questione recente ma un annoso problema per lo stato dei servizi e del bilancio della nostra città’ basti pensare ad un fatto puro e semplice: già’ nel 2006, l’onorevole Mario Tassone, allora consigliere comunale, lanciava, in maniera avveduta, una proposta  molto simile a quella da me fatta oggi, vale a dire una commissione bipartizan di approfondimento sulle responsabilità’ di conduzione delle partecipate comunali. Ricordava Tassone, già’ allora, nel presentare l’idea, che la situazione delle partecipate era assolutamente emergenziale, il che prova un’assenza di programmazione e capacita’ gestionale che si era palesata già’ nei primi anni del decennio precedente, in piena amministrazione Abramo. Io credo, e sono già’ lieto delle aperture positive di pezzi della maggioranza, che ritornare ad una commissione politico-tecnica sia il modo migliore per fare chiarezza sulla gestione delle partecipate tra 2001 e 2012 e soprattutto creare il clima politico idoneo per lavorare su ciò’ che più’ conta, vale a dire una soluzione definitiva del nodo partecipate, capace di razionalizzare la spesa, mantenere un adeguato livello dei servizi, favorire la salvaguardia delle maestranze e l’interesse pubblico. Ecco, non vorrei che nella confusione di questi giorni, il solo e unico desiderio di controllo politico da parte del sindaco e della maggioranza prevalgano sulla necessita di favorire una soluzione lungimirante e vantaggiosa per gli interessi dei cittadini catanzaresi. 
Il secondo punto e’ quello relativo all’appiattimento del sindaco Abramo sulle posizioni di Scopelliti. Catanzaro ha bisogno di un percorso nuovo e ricco di soluzioni proprie e non certo di riferimenti o modelli che vedano quale ipotetico rappresentante un politico discutibile e scaduto quale e’ l’attuale presidente della regione. Si badi, non voglio neppure entrare nelle questioni che attengono alla magistratura (anche se i vari rinvii a giudizio sono fonte di preoccupazione profonda e attentato alla credibilità’ delle nostre istituzioni). Il fallimento di Scopelliti e’ tutto politico e riguarda la sua esperienza di amministratore a Reggio Calabria e l’attuale incapacità’ di determinare un percorso di sviluppo serio per la regione. Il sindaco della città capoluogo non può e non deve prendere a modello chi ha lasciato un buco a Reggio Calabria di oltre 150 milioni di euro, portando la sua città’ sull’orlo del dissesto finanziario e al centro di operazioni di ingegneria finanziarie perverse. E si badi che quella di Reggio non e’ una pagina che si chiude a comando. Solo gli ingenui possono pensare che quella precedente disastrosa esperienza non abbia ripercussioni sul modo in cui oggi Scopelliti governa la Calabria. Quando ti lasci alle spalle una esperienza così disastrosa e ricca di ombre, e’ molto probabile che ti tocchi tutelare, proteggere un nuvolo di interessi e relazioni molto forti che rischiano di sbilanciare le decisioni della giunta regionale su ciò’ che non e’ equo e giusto sia in termini di armonizzazione territoriale che di composizione sana e positiva degli interessi in materia sociale ed economica. Oggi la Calabria vive una dialettica anarchica e tesa tra i propri territori e ha ulteriormente accentuato i propri atavici problemi. Non vi e’ stato alcun sussulto ne passo in avanti. Ciò che di mortificante succede a Catanzaro, poi, e’ stato scritto e riscritto da analisti e giornalisti. Un esempio su tutti e’ quello della sanità’. Il protocollo non firmato dall’università perché’ ritenuto mortificante, la trattazione penosa della vicenda Campanella, le intenzioni manifeste (e bisogna dirlo con forza) di cancellare la cardiochirurgia pubblica, il dibattito sulla facoltà’ di medicina a Cosenza sono pezzi di un mosaico che descrivono una minaccia neppure troppo velata al potenziale catanzarese in campo di formazione e assistenza sanitarie. Un danno per il capoluogo e per l’intera regione, che non può’ vedere la qualità del proprio servizio sanitario essere svilito da minuscoli e inutili interessi di bottega. Tutto questo e tanto altro ha rappresentato e sta rappresentando la gestione Scopelliti in Calabria a Catanzaro ed io pretendo che il sindaco della mia città, per un senso di dignità politica e di autorevolezza, scelga altri riferimenti e altri modelli e si confronti con gli altri livelli istituzionali alla pari e con obiettività’. Questo pretendo dal sindaco di un capoluogo di regione. Siamo, come centrosinistra, una minoranza con cultura di governo e, quindi, pronti, nonostante tutti i dubbi sulla legittimità delle elezioni, a instaurare un clima favorevole alla chiarezza e alla ricostruzione della città’. In questo percorso, pero’, non devono e possono trovare spazio ne ipocrisie,ne mistificazioni ne ingiustificate propagande. Altrimenti il rischio e’ che si fallisca ancora prima di cominciare.

Autore

Salvatore Ferragina

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