Il Catanzaro raccontato attraverso i nomi che hanno fatto la nostra storia

da un post di PINO sul Forum

Sulla porta c’era scritto BENVENUTO.
Nella stalla c’erano BUI e nell’aia i PAVONI.

Nei BRESSI della FONTANA stazionava un CATTO selvatico che a volte ruggiva come un LEONE e attraverso una SCALETTA saltava giù a inebriarsi DI SOLE.
Erano PAESANI che tenevano la SALSICCIA appesa al soffitto, DE SOLDA sotto i materassi e un LIBRO a terra;
però avevano nobili origini vantando BARONE, MARCHESE, CARDINALI ma soprattutto una CORONA a fare bella mostra di se.
A volte erano GAIARDI, a volte MATTOLINI, altre volte BIZZARRI, altre ancora CIARLANTINI ma ciò che colpiva è che erano molto CRISTIANI e la sera davanti al BELCAMINO organizzavano un mistico CORINO diretto da LO MONACO per poter un giorno andare in PARADISI.
I loro nomi erano BERTOSSI, BERTOLETTI, BERTOLINI, BERTONI, BERTUCCIOLI BENEDETTO quel giorno che li conobbi.

Provenivo da ASCOLI, dopo essere stato a TRAPANI, da dove prima con un NAVONE e poi con un antico GALEANO toccai TERREVOLI.
Passai anche da MONZA dove mi feci riempire SACCHETTI di CARAMELLI.

Arrivai in un giorno piovoso di NOVEMBRE e caddi in una POZZANI; tutto BAGNATO PROVA(S)I ad asciugarmi al vento facendo un GIROL lì intorno.

Tutti i tentativi furono VANINI; mi offrirono un vestito in sostituzione del mio e scelsi tra ROSSI, ROSSETTI, BIANCHI e CELESTINI erano di vari colori.

A NATALE LO SACCO era pieno di regali e con la TROMBETTA si chiamava l’adunata.
Non arrivavano figli in questa casa, ma dopo un viaggio a Roma dal PAPA ci fu una gravidanza e dopo nove mesi il nuovo fu chiamato REBONATO.
Era PALESE che la PALANCA MANCA e quindi si lavorava molto negli ORTOLINI con tanto di PALA e ZAPPELLA a piantare BASILICO, il PASTORE con le greggi, e nel BOSCOLO si riempivano cesti di CASTAGNA.
A MARZI DELLE DONNE raccoglievano l’OLIVA.
A carnevale i MASCHI mettevano dei MASCHERONI sul viso dei PICCINETTI.
Un giorno per andare a vedere un CERVONE in cima ad un MONTICOLO passammo per una CONCA viaggiando in FERRARI, ma arrivati a dei BIVI INCONTRI un PICCINNO (poi venimmo a sapere che era di Acireale) che cominciò, senza alcun plausibile motivo, a lanciare DELLA PIETRA, poi PETRINI, PETRUCCI e PETRULLO fino a quando non ebbe SPEROTTO le palle.
Il piccolo rincasò con i GROPPI in gola dopo che lo facemmo ritornare SAVIO al punto che la mamma (dal mestiere antico) per riprenderlo gli dovette somministrare forti DOSI di ZUCCHERI.
Rientrando alla sera con alla GUIDA un SARRACINO passammo dei bei BORGHI era SABATO a cena trovammo ZUPPA di MOLLICA, RONDINELLI in PANNITTERI, pepata di MECOZZI, e GALLI al forno.
Dopo cena il caro vecchio NONINO, dal volto RIGATO e BARBUTO e un po’ GOBBO, abbassava la BRACA e andava a nanna.
Si mangiava molto PESCE in particolare ORATI, SARDEI e frittelle di BIANCHINI, si beveva del rubicondo BARBERA.
Erano tutti stitici MACCACARO.
In KAMARA da pranzo c’era un servizio da TAVOLA in ACCIAIO.
In CASARI si camminava in CHIANELLO o BABUSCIA. Un GRANDE BARATTO TONDO pieno di CIPRIANI era in BAGNOLI.
Con tanta FARINA si facevano PANERO e PIZZIMENTI. In un CASCIONE erano sistemate alcune bottiglie di SODA. La porta era aperta da un PAGGIO di nome LORENZO che aveva tanti BUONGIORNI per tutti.
Il CAMPO era pieno di GIGLIO e LA ROSA. Molti PICCIONI MOSCELLI e una TORTORA volavano BASSI sulla VIGNANDO.
L’auto era DI CARLO, la bicicletta DI JULIO, il motorino DI BAIA, il trattore DI PUNZIO, il tosaerba DI FUSCO, il rasoio elettrico DI BISCEGLIA e il lettore cd DI NAPOLI infatti non funzionava.
Erano tutti MANCINI tranne DESTRO.
Erano VITALI e IACOBELLI.

……..Questa è la grande famiglia questo è il nostro magico CATANZARO.

Autore

Redazione

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