Intervistiamo

Comunicati politici

Scritto da Redazione

Una riflessione di Salvatore Scalzo sulla situazione attuale

Come evidenziano i fatti dei giorni scorsi, il rischio nel quale la città sta lentamente scivolando è quello della disgregazione e della emorragia sociale. Sono i giorni della chiusura dei cinema e dei piccoli esercizi, (ennesimo surrogato alla morte del centro storico), i giorni della rapina nella banca del centro, delle proteste clamorose dei lavoratori di Ambiente e Servizi, i giorni che segnano l’ingovernabilità del centrodestra cittadino a pochi giorni da una delle vittorie più ombrose della storia Repubblicana (e confidiamo che la giustizia riporti luce e speranze alle tante forze della società che si sono sentite e ancora si sentono private perfino del diritto ad una piena espressione della democrazia). Il momento è un momento di profonda crisi e di poche certezze. Poche certezze per tutti. I primi passi della maggioranza non hanno aiutato a lanciare una nuova fase. Non ha aiutato il modo maldestro in cui si è cercato di commentare il post-voto: quel tentativo di riferirsi ai guastatori dell’immagine della città è un’onta, una pietra tombale sulle speranze di risollevamento morale del quadro dirigente del centrodestra. “Sbrogliare i panni sporchi in casa” è un portato di cultura mafiosa e omertosa che non avrebbe mai dovuto diventare il cavallo di battaglia di una coalizione al governo di un capoluogo di regione. Mai e poi mai. Cosi non hanno giovato il propagandismo su questione vitali, quali ambiente e lavoro, e le prime nomine, importante ad una logica più spartitoria e calcolatoria che ad un tentativo di restituire settori cruciali a competenze riconosciute e libere da ombre e condizionamenti. Ecco, oggi esprimo ai cittadini di Catanzaro la convinzione che, le minoranze da un lato, e la maggioranza dall’altro debbano, ciascuno per proprio conto, operare una forte riflessione al proprio interno. Una riflessione che verta, più che su singole proposte da difendere o suggerire, su come reimpostare il rapporto tra maggioranza e minoranza e su quali valori e priorità costruire la propria azione politica in questa fase di transizione (perché di transizione si tratterà) all’interno della città e non solo. Credo di non avere in questo momento risposte certe e soprattutto previsioni. Ma ritengo che tale riflessione sia necessaria prima di avvitarci in un cortocircuito senza ritorno. Certo, i cittadini e le vicende di questi giorni ci dicono che lavoro e politiche sociali a favore dei più deboli sono le priorità assolute da considerare e soprattutto chiedono a tutti quanti, rappresentanti dell’amministrazione e della politica, di sollevare i piedi dal suolo. Volare più alto, perché in un quadro di disgregazione e spaccature solo le scelte responsabili, coraggiose, di qualità, maturate col confronto e con una sana dialettica risultano essere, quanto meno, difendibili. Il resto conduce al progressivo smarrimento della comunità e a quel diritto di futuro negato che investe tutti e particolarmente le nuove generazioni di questa terra.

 


 

Catanzaronelcuore sulla non elezione di Roberto Rizza

 

Obbrobrioso quello che continua ad accadere a Catanzaro, città imbarbarita da politicanti senza scrupolo che impongono il loro metodo pervasivo per condizionare il vivere comune. E mentre si è in attesa di capire quali saranno le conclusioni della Magistratura in merito ai fatti assai equivoci accaduti prima e durante le elezioni, dentro e fuori dai seggi, un’appendice inaspettata e altrettanto equivoca si aggiunge all’anomala situazione politica del capoluogo di regione.

Apprendiamo infatti che la Commissione Elettorale avrebbe tolto il seggio spettante all’UDC, nella figura del giovane e brillante Roberto Rizza, persona capace e onesta e perciò sicuro elemento di disturbo in un momento storico cittadino nel quale la politica politicante sembra voler dettare la propria legge e non gradisce ostacoli. 

Se le notizie trapelate troveranno conferma, ossia se il seggio dell’UDC sarà effettivamente cancellato, non temiamo di affermare che la città sarà stata ancora una volta violentata e umiliata nella sua libera espressione democratica. Infatti, se democraticamente il consenso popolare “pulito” ha scelto di assegnare a Rizza un posto in Consiglio Comunale, riteniamo che questo non possa essergli sottratto attraverso interpretazioni “bizzarre”, che non trovano rispondenza nel manuale della legge elettorale. Bizzarre perché cercano conforto in circolari ministeriali di cui non si conoscono gli estremi mentre si ignorano diversi precedenti, avvalorati da altrettante sentenze, che ci inducono ad affermare come la Commissione Elettorale di Catanzaro abbia agito erroneamente.

Al di là degli esempi e dei tecnicismi illustrati nel manuale della legge elettorale – che contraddicono l’interpretazione fatta a Catanzaro in questa fattispecie – già la logica più elementare denuncia la cattiva interpretazione della Commissione.

C’è qualcosa di inspiegabile. Ci risulta difficile capire come i componenti della Commissione abbiano potuto partorire un simile mostro interpretativo!

D’altro canto è rimasto a tutti incomprensibile come mai, a fronte di irregolarità diffuse, acclarate e denunciate nella famigerata sez. 85, la Commissione si sia limitata semplicemente a prenderne atto. E i principi basilari di legalità che fine hanno fatto? E’ tutto indecifrabile!

Riteniamo pertanto che la proclamazione del consiglio comunale debba essere congelata alla luce di quello che appare l’ennesima anomala situazione politico-elettorale catanzarese. Nel frattempo chiederemo che sia investito del grave problema il Ministero della Giustizia affinché si faccia luce.

In un paese civile, democratico e libero, l’uso degli “strumenti del potere” deve rispondere a criteri di legalità senza indurre nessuno a ritenere di vivere in un’enclave organizzata a proprio uso e consumo, attraverso utilizzi capricciosi e arbitrari della democrazia.


 

Grandinetti:ancora una volta la Calabria viene offesa, ma noi puntiamo il dito.

In questi ultimi giorni la gente di Calabria si è mobilitata partendo dal lametino e coinvolgendo diverse aree della nostra regione per gridare e difendere i presidi di legalità.

E’ davvero singolare che una terra come la Calabria che viene costantemente additata quasi come il male Italiano debba alzare la voce e far sentire il proprio sdegno verso gli apparati Statali, che orientati a mettere in atto una sana politica di rigore e risparmio abbiano inteso pensare di sopprimere tribunali come Lamezia, Paola, Castrovillari e Rossano, salvo poi   cercare di porre rimedio attraverso gli interventi dei deputati che in quelle aree hanno la loro base elettorale  e smossi dalle manifestazioni popolari.

La cosa più sconcertante non è assistere a questo tipo di riorganizzazione ma toccare con mano come la Calabria debba costantemente difendere con le unghie e con i denti apparati Statali in questo caso specifico i tribunali.

Come può una Regione intraprendere un cammino virtuoso e scrollarsi di dosso tutto il fango che da decenni  gli viene riversato addosso senza nessun riguardo, se nemmeno il Governo tecnico attuale mette in atto una impostazione Statale degna di questo nome?. La risposta è sotto gli occhi di tutti ed è il venticello calabrese che sta iniziando a sollevarsi, la nostra gente sta prendendo coscienza di come la nostra Calabria sia sempre messa all’angolino  e rifiuta categoricamente che da noi i Presidi della legalità siano considerati un optional; in Calabria il tempo della giustizia dovrebbe essere da record europeo proprio per far comprendere che la Giustizia esiste e deve diventare l’unico mezzo per redimere le diverse controversie di qualsiasi natura. Il messaggio che ne è venuto fuori invece dimostra il contrario.

I Calabresi, in questa occasione hanno dimostrato la loro tempra e non resteranno impassibili a dare una ulteriore prova di coscienza civile nel momento in cui saranno chiamati a esprimere il loro voto per le elezioni Politiche quasi imminenti e che vedranno per forza di cose un cambio generazionale di rappresentanza della Calabria in qualsiasi schieramento o aggregazione.

Comprendo la “difficoltà” della deputazione calabrese ma ritengo opportuno stigmatizzare qualche intervento nell’aula di Montecitorio teso solo a voler tirare qualche frecciatina verso chi dal basso, sostenendo i cittadini e sostenuto dagli stessi, vuole dire Basta a questo modus operandi che va contro i calabresi.

Autore

Redazione

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