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Bilancio positivo. Ora puntelliamo la classifica aspettando gennaio

L’editoriale di Francesco Ceniti

Tre pareggi consecutivi sono il segnale di una piccola crisi oppure è la dimostrazione di una squadra solida che ambisce a traguardi importanti? Rispondiamo subito: in linea generale nessuna formazione può essere giudicata per una striscia così esigua di gare. Il Catanzaro, però, ha disputato fin qui 14 match. E allora si può tranquillamente esprimere un giudizio.
Con ogni probabilità i giallorossi chiuderanno il girone d’andata nella griglia delle posizioni che contano (tanto per intenderci quelle che vanno dal primo al quinto posto). Il fatto non può essere frutto di un caso. Se vogliamo essere più precisi nessun avversario è riuscito a mettere sotto Alfieri e compagni. Le uniche sbavature si sono avute nel primo mese di campionato (due sconfitte e qualche pari con molti rimpianti), quando la difesa ancora si trovava in fase di rodaggio (da allora è la migliore del torneo). Dopo c’è stato un crescente di risultati utili fino alle ultime prestazioni contro Sambenedettese, Taranto e Acireale.
E qui ritorniamo al quesito iniziale. Un tris di 0-0 che ha sollevato qualche perplessità tra la tifoseria (non tutta, per la verità). Fermo restando che in una circostanza (nelle Marche) i giallorossi avrebbero dovuto (e potuto) osare di più, troviamo davvero curioso che qualcuno parli d’affanno nella marcia catanzarese. Fino a prova contraria la Samb e l’Acireale sono due formazioni accreditate da tutti gli osservatori come papabili alla promozioni. Il fatto che il Catanzaro sia uscito dal loro campo con un risultato positivo (perché il pareggio in trasferta è tale), senza aver praticamente rischiato nulla in difesa, ma semmai con delle recriminazioni per via dei tre legni complessivamente colpiti, dovrebbe bastare per chiudere qualunque disquisizione.
Non solo, anche il piglio mostrato dai giallorossi è quello giusto: squadra attenta, compatta, che cerca di giocare senza ostruzionismi tanto da incutere rispetto negli avversari. Insomma, per una volta il coro “Noi siamo il Catanzaro” è supportato dai fatti, perché non abbiamo dimenticato i tempi abbastanza recenti in cui gli ultrà esternavano il loro orgoglio giallorosso, mentre la squadra si chiudeva a riccio per difendere (spesso con scarso successo) uno striminzito pari a Marsala, Trapani, Albanova, Trani e Tivoli.
Certo, se si fossero conquistati i tre punti al Ceravolo con il Taranto, siamo sicuri che il problema non si sarebbe neppure posto. Ma pensare di vincere sempre in casa è utopistico. Non è mai accaduto nella storia giallorossa. Due o tre pareggi interni per girone sono fisiologici. Per ora il Catanzaro ne ha collezionati un paio. Con il Benevento (primo tempo bellissimo, forse il migliore disputato fin qui nonostante i due gol incassati) e con i pugliesi. Per il primo ci siamo già sbilanciati, mentre sul secondo siamo meno euforici. Non è stata una partita eccezionale, ma nonostante questo i giallorossi sono andati al tiro in almeno 10 occasioni. Insomma, la vittoria con un po’ di fortuna poteva benissimo arrivare. Ma non è questo quello che conta. Piuttosto il dato da mettere in luce è uno: se anche in una giornata poco felice (diamo pure dei meriti all’avversario: il Taranto per qualità tecniche non è l’ultima arrivata e lo ha dimostrato andando a vincere in rimonta sul campo del Paternò) il Catanzaro riesce a creare un numero così alto di palle gol, allora vuol dire che la squadra c’è.
Ora bisogna sfruttare bene le prossime tre gare per puntellare l’ottima classifica. Poi arriverà gennaio: con il mercato di riparazione molti valori potranno cambiare. Non sarà un altro campionato, ma ci saranno numerose novità. Il primo obiettivo della stagione (la salvezza tranquilla) è già in cassaforte. Spetta alla società aprire i forzieri per regalare a Braglia un paio d’elementi in grado di dare alla squadra quella spinta necessaria per raggiungere una promozione alla nostra portata. Lo sforzo economico è inevitabile, ma siamo sicuri che la tifoseria risponderebbe alla grande. Si potrebbe, ad esempio, riaprire la campagna abbonamenti per il girone di ritorno in modo da far entrare nelle casse giallorosse denaro contante.
Insomma, non fermiamo il treno in corsa (carico di speranze). Semmai regaliamogli un locomotore più potente.

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Redazione

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