Intervistiamo

Comunicati politici

Scritto da Redazione
Catanzaronelcuore e Tallini sul Tribunale di Lamezia, Costanzo sull’Asp

Condividiamo, facendole nostre, le preoccupazioni di quanti protestano contro la paventata soppressione del Tribunale di Lamezia Terme. Senza temere di apparire esagerati riteniamo che tale decisione sia una vera follia poiché quel presidio svolge una mole notevole di contenzioso, sia civile che penale, tale da non giustificarne la cancellazione ex abrupto, così come invece sembra essere previsto dai piani ministeriali. Giudici, funzionari, avvocati: una realtà ed una risorsa economica, intellettuale e sociale, privata del suo riferimento con il conseguente indebolimento e possibile sfaldamento.

Perciò siamo vicini all’intera città del Tirreno catanzarese e riteniamo che la politica debba fare uno sforzo in più per scongiurare il pericolo che Lamezia sia privata di un Ufficio così importante il cui lavoro, fra l’altro, sarà scaricato su altri Tribunali i quali difficilmente potranno assorbirlo senza disagi. Inoltre l’effetto indiretto della soppressione sarebbe la cancellazione della Procura della Repubblica in quel territorio, ciò che rappresenterebbe un brutto segnale da parte dello Stato.

Comprendiamo il fine razionalizzatore delle misure pensate a Roma per ridurre gli sprechi dell’apparato statale, ma riteniamo che bisognerebbe guardare a questi con maggiore attenzione: non si può mettere sullo stesso piano il Tribunale di Lamezia con altri micro-inutili uffici Giudiziari e non si può non rilevare come inaspettatamente altri Tribunali siano stati “salvati”!

Sempre rimanendo in ambito Giustizia, perché ad esempio non si decide di mantenere una sola Corte d’Appello per ogni regione? Perché non si guarda all’improduttività di alcuni magistrati? O alla scarsa efficienza dei servizi di segreteria o alla farraginosità di alcune procedure? O a Giudici di Pace inutili in taluni territori? Nello spreco generale di risorse del sistema (che trova poi all’interno di ogni singolo ufficio ulteriori incredibili appendici) è sacrosanto intervenire, ma senza cancellare con un tratto di penna una realtà rilevante qual è il Tribunale di Lamezia.

Il fatto contingente ci dà l’opportunità per riflettere su alcune cose: innanzitutto rivolgiamo un plauso alle categorie, alle associazioni e alla politica lametine per l’ammirabile risposta corale che offrono nella protesta, ciò che – di contro – fa rilevare l’inerzia di quelle presenti a Catanzaro laddove, a titolo di esempio, sulla Scuola di Magistratura non abbiamo sentito la voce e la reazione di nessuno. Anteporre gli interessi del territorio a quelli del partito o dell’appartenenza è una virtù purtroppo sconosciuta alla politica di Catanzaro, ormai prona e subalterna ad altri soggetti. L’altra riflessione ci dà spunto per sottolineare come, di fronte a battaglie giuste, i territori devono combattere insieme: in questa contingenza siamo sinceramente convinti di dover sostenere le ragioni di Lamezia che reputiamo giuste; con la stessa limpidezza, in altre occasioni abbiamo invece condannato le rivendicazioni errate e faziose che contrapponevano i territori fra di loro in stupide guerre fra poveri (gemmazione di nuove province, denominazione aeroporto, ecc.). Ecco perché reputiamo intollerabili le scelte di qualche politico il quale anziché guardare all’interesse generale (di una città, di una provincia, di una regione) sfrutta posizioni di potere per accrescere clientele particolari, umiliando le vocazioni specifiche dei territori, non temendo di spostare uffici dal capoluogo verso altri lidi, insensibile al dirottamento di ruoli e funzioni da un luogo ad un altro, ignorando le prerogative di ciascuno. Sarebbe il caso di compiere riflessioni approfondite.

 


 

“La tragica e irresponsabile ipotesi della soppressione del tribunale di Lamezia Terme conferma la natura ragionieristica e antipopolare del Governo Monti, un Governo nato senza legittimazione elettorale e rispetto al quale io mi sento opposizione. Per questo Governo un tribunale equivale all’Ufficio economato di un Ministero. Chiedo formalmente al PdL nazionale, che pure continua a sostenere a malincuore questo “governo dei professori” così lontano dalla gente, una posizione netta rispetto ad un problema che non è locale. La sicurezza e la legalità nella città di Lamezia Terme sono beni preziosi ed irrinunciabili per tutti i calabresi”.

Lo ha dichiarato l’assessore regionale Domenico Tallini, ricordando che la sua posizione critica rispetto al Governo Monti “non è dettata solo dalla drammatica contingenza del tribunale di Lamezia Terme, ma riguarda la natura stessa di un Esecutivo che da mesi sta affossando il Paese e soprattutto le famiglie italiane”.

“Bene farebbe il PdL ad uscire dalla maggioranza – afferma ancora Tallini – ma comprendo le ragioni di prudenza di Alfano. Spero solo che il Popolo della Libertà eserciti il suo ruolo di più numeroso gruppo parlamentare per modificare provvedimenti incauti come quelli che riguardano l’organizzazione della giustizia nella nostra regione. Se si smantella un presidio di legalità come il tribunale nella città di Lamezia Terme vuol dire che lo Stato fa le valigie dalla Calabria e lascia questa terra in mano alla criminalità”.

Per ultimo, Tallini “ha auspicato che anche in Calabria, come avviene in tutte le altre regioni italiane quando emergono questioni drammatiche e importanti, tutte le componenti parlamentari, a prescindere dal colore e dallo schieramento, si stringano attorno al Presidente della Regione per una battaglia unitaria nell’interesse della collettività”.


 

COSTANZO: ASP, “DG, LA NOMINA E’ ILLEGITTIMA”

“Credo sia giunto il momento che il presidente Scopelliti e l’intera giunta regionale prendano immediatamente atto del fatto che la nomina del direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Gerardo Mancuso, è illegittima e può creare seri danni all’Azienda, se tutti coloro che sono stati penalizzati dalle determinazioni e deliberazioni aziendali decidessero di attivare le procedure di annullamento degli atti che, direttamente o indirettamente, li riguardano”.
Lo afferma Sergio Costanzo, consigliere comunale di maggioranza che da qualche giorno sta conducendo una vera “battaglia” contro i vertici dell’Asp provinciale, “colpevole – dice – di non aver saputo adeguatamente valorizzare le risorse della città, investendo soltanto sul lamentino e producendo serie difficoltà ai cittadini della fascia jonica”.
“Su questa palese illegittimità – continua Costanzo – chiedo che i deputati e senatori che rappresentano il territorio, e comunque tutti coloro che hanno a cuore le sorti di questa regione, promuovano una urgente interrogazione a risposta scritta per accertare la sussistenza dei fatti e, qualora corrispondessero al vero, di esprimere parere in merito alla validità degli atti adottati dal direttore generale e dal direttore sanitario”.
“A mio parere –  prosegue il consigliere del Pdl – le violazioni normative sono palesi. Con la nomina del direttore generale, avvenuta con atto deliberativo n. 59 del 14.7.2011, è stato violato, infatti, il comma 9 dell’art. 3 del DL 502/92, integrato dal 229/99, che testualmente recita: La carica di direttore generale è incompatibile… con l’esistenza di rapporti, anche in regime convenzionale, con la Unità Sanitaria Locale presso cui sono esercitate le funzioni”. Ed ancora: “La carica di direttore generale è altresì incompatibile con la sussistenza di un rapporto di lavoro dipendente, ancorché in regime di aspettativa senza assegni, con l’Unità Sanitaria Locale presso cui sono esercitate le funzioni”.
“Il professore-dottore Gerardo Mancuso (ci piacerebbe sapere dal Rettore dell’Università a che pro il dg è autorizzato a usare il “titolo” di professore. Ha un incarico effettivo, oppure è un docente a contratto? Nel primo caso c’è da chiedersi per quale motivo il soggetto non risulta iscritto nel piè di lista dei professori di ruolo liberamente consultabile sul sito istituzionale della Magna Graecia. Nel secondo caso è notorio che il titolo di prof. va accompagnato dalla dicitura “a contratto”, con la indicazione della materia per la quale ha ricevuto incarico – Fonte FNOMCeO – e va usato solo per il periodo d’insegnamento. Il Magnifico Rettore che tanto tiene all’immagine pubblica dell’Ateneo, non si sente leso da questo uso forse improprio di titoli professionali?”.) all’atto della nomina a direttore generale dell’Asp di Catanzaro era ed è direttore del reparto di Medicina Generale, (primario per i profani), struttura complessa dell’Ospedale di Lamezia Terme e quindi dell’Asp di Catanzaro”. 
“Per le suddette palesi illegittimità, che non sono di poco conto se si prende in considerazione una eventuale ipotesi di annullamento di tutti gli atti sottoscritti dal direttore generale dell’Asp, chiedo una immediata risposta pubblica dal presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti e dall’UDC, al quale Mancuso fa riferimento”.
“A proposito di Mancuso, – conclude Costanzo – mi piacerebbe sapere se sono vere le voci che lo indicano come candidato alle prossime regionali. Ma con chi? UDC o la Lista Scopelliti? Un bel dilemma!”.


 

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