Dalla Redazione

Hanno scritto la Storia, saranno ricordati per sempre

Cosentino, Cozza e i  suoi ragazzi conquistano la prima promozione dalla quarta serie dell’ Unione Sportiva Catanzaro

Sì, ce l’hanno fatta. Sì, ce l’abbiamo fatta.

Lasciatevi andare, guardatevi intorno o allo specchio. Guardate là fuori o dentro voi stessi, non troverete che gioia: la vostra squadra del cuore ha sconfitto i fantasmi. La vostra squadra ha vinto.

Il Catanzaro sale così un altro gradino del suo percorso di rinascita e imbocca deciso la strada verso il calcio che gli appartiene. Lo fa controcorrente, con classe e fatica, lo fa all’ultima giornata di un campionato durissimo, spinto dal suo pubblico in festa: come piace a noi, com’è giusto che sia. Si va verso quel calcio che negli anni è apparso sempre più come un miraggio a causa di dirigenze straccione e squallidi mestieranti del pallone. 
Nella loro storia, i Giallorossi che hanno giocato per anni contro le grandi della Serie A e che hanno trasformato la serie B nella loro seconda casa, non avevano mai vinto un campionato di quarta serie. La C2, poi Seconda divisione, s’era rivelata un muro invalicabile, un inferno  di campetti spelacchiati e squadre improbabili, di tifoserie fantasma e dirigenti arraffoni. Il Catanzaro che fu di Palanca e Ranieri, Bivi e Mauro si è battuto, e spesso ha perso, contro l’Isola Liri, l’Albanova, l’Astrea, il Gladiator, la Puteolana, il Pomezia.
I suoi tifosi hanno viaggiato per le strade più remote e polverose del Centro-Sud. Abbiamo visto crescere un’intera generazione di tifosi all’inseguimento di pagina 218 del Televideo, e centinaia di ragazzini sono passati all’età adulta sperando in una rete di Ciccio Libro e Marsich, di Baratto e Scaringella. 
Sono stati lunghi anni bui, interrotti da un ripescaggio che qualche tempo dopo ci sarebbe costato il doloroso fallimento del 2006. Ma il ricordo di quel lungo inverno oggi ci permette di gioire senza freni, ci consente di sentire una felicità forse superiore a quella di Ascoli, quando in gioco c’era la serie B. Oggi si vince consapevoli di poter contare su una proprietà solida ed entusiasta, su una tifoseria affamata di calcio vero ma certo più matura del passato.

Giuseppe Cosentino è arrivato da Polistena soltanto la scorsa estate. Al suo primo anno ha portato una promozione, un tecnico, Ciccio Cozza, capace, giovane e appassionato, un gruppo di ragazzi in grado di aprire un ciclo. Il patron di Gicos ha restituito alla città la storica Uesse, ma soprattutto la “propensione al sogno”. In molti si erano arresi a un destino di quarta serie, in troppi avevano ceduto a chi predicava la necessità di una lunga era spartana
Cosentino e Cozza hanno convinto innanzitutto i tifosi del Catanzaro. Li hanno riportati allo stadio pochi mesi dopo il peggiore Catanzaro di tutti i tempi e lo hanno fatto sbattendo a tutti in faccia la loro ambizione. Hanno costruito “l’impresa titanica” senza nascondersi mai, plasmando un gruppo di giocatori che in dicembre è stato ulteriormente rafforzato con innesti di qualità assoluta.
Oggi la storia del Catanzaro riparte con una vittoria sul campo, una vittoria mai conquistata prima. Da domani si parlerà di stadio e mercato, progetti e visioni. Da domani ci saranno altre sfide, magari altri giocatori. Oggi è però il tempo di  onorare un gruppo che rimarrà nella storia. Non verrete mai dimenticati.
Fabrizio Scarfone

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