Dalla Redazione

È morto Carlo Petrini, ”centravanti nato”

Se ne va a 64 anni l’ex attaccante del Catanzaro, sfinito da una lunga malattia e da tante battaglie

Uno dei personaggi più controversi del nostro calcio si è spento stamattina all’ospedale di Lucca. Ci ha lasciati Carlo Petrini, 64 anni appena compiuti, da tempo affetto da una grave malattia legata – secondo i medici che lo hanno seguito nel tempo e operato più volte – all’assunzione di farmaci e di sostanze dopanti nel corso della sua carriera di calciatore

Una carriera da “zingaro” del pallone che lo portò a giocare per una quindicina di squadre, tra cui Genoa, Torino, Milan, Roma, Bologna. E il Catanzaro, naturalmente. Arrivò sui tre colli nella stagione della ricostruzione, 1972-73, dopo l’ubriacatura per la prima serie A e l’immediata retrocessione. Il tecnico era Lucchi e la squadra sembrava dovesse fare un sol boccone del campionato. Petrini all’esordio a Taranto segna due gol e i giallorossi dilagano. Ancora una rete nella prima al “Ceravolo” contro l’Ascoli. Tre gol nelle prime quattro partite, dieci nel girone d’andata. Il Catanzaro è terzo ma qualcosa si rompe. Salta Lucchi, arriva Leotta, inizia un calvario di mediocrità, sotto il tiro di stampa e tifoseria inferocite. Nel girone di ritorno Petrini segna un solo gol che vale un punto in casa contro il Lecco. I giallorossi terminano all’ottavo posto.

La seconda stagione di Petrini in giallorosso è peggiore della prima. Lui è sempre capocannoniere della squadra, ancora con 11 gol. Ma la squadra, affidata prima a Seghedoni poi a Di Bella, lotta per non retrocedere fino alla fine, con uno spogliatoio trasformato in polveriera. È proprio un gol di Petrini a Catania, a 4 giornate dalla fine a regalare tranquillità ai giallorossi. Il centravanti toscano segna l’ultimo gol a Catanzaro alla penultima giornata in un 3-3 con l’Arezzo che vale la salvezza matematica. In estate la cessione alla Ternana. Una storia d’amore e odio con la tifoseria giallorossa che ne conosceva il valore, ma gli rimproverava alcuni eccessi. Come quando, contestato, lanciò la maglietta giallorossa contro il pubblico sotto la curva Ovest.

 La vita calcistica ed extra di Petrini è segnata dal dramma dei farmaci, del doping, delle scommesse. Nel 1980 cade nella rete del calcio-scommesse e viene squalificato per 3 anni e sei mesi. Dopo l’amnistia post-Mundial chiuderà la carriera nelle serie minori prima di iniziare la sua attività imprenditoriale che lo porterà a doversi rifugiare in Francia per non cadere nelle mani dei creditori. Lì inizia una nuova vita, interrotta drammaticamente dalla richiesta del figlio malato di tornare in Italia per assisterlo sul letto di morte. Petrini non torna, non può tornare. Non se lo perdonerà mai. Tornato in Italia, scrive un’autobiografia che alza il velo sugli scandali del calcio italiano e sulla sua tormentata esistenza.  è un clamoroso successo editoriale, in cui Petrini denuncia tutti i vizi del mondo calcio, dai pagamenti in nero delle società alle partite aggiustate, ma soprattutto l’abuso di farmaci grazie a medici compiacenti. Una pratica già diffusa ai suoi tempi e che forse gli è costata la vita.

Il resto dei suoi giorni Petrini lo passa a denunciare e a ricordare. Scrive altri sette libri, sempre per Kaos Edizioni, tra cui Il Calciatore suicidato, sulla controversa e misteriosa morte del calciatore del Cosenza Donato Bergamini. Al figlio mai più rivisto dedica una raccolta di poesie. Da Il fango del dio pallone viene ricavata un’opera teatrale che riscuote successo. Mentre il regista Gian Claudio Guiducci ne ripercorre la vita nel film Centravanti Nato. Carlo Petrini, appunto.

Ivan Pugliese

 

Alla famiglia le più sincere condoglianze da parte della redazione di UsCatanzaro.net e dell’Associazione Il Catanzaro nel Cuore – Sanguinis Effusione


 

Al cordoglio si è unito anche l’Us Catanzaro che ha inviato la seguente nota:

La società Catanzaro calcio 2011 Srl, nella persona del presidente Giuseppe Cosentino e dei componenti dello staff tecnico e dirigenziale, intende esprimere il proprio cordoglio e la vicinanza alla famiglia Petrini per la scomparsa di Carlo, già ex calciatore giallorosso negli anni Settanta.

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