Fondazione Campanella: chi la sta affondando?

In una nota se lo chiede il Comitato di coordinamento di lotta per il Polo Oncologico

 

Il Comitato dei lavoratori in difesa del Polo Oncologico esprime forte rammarico e preoccupazione alla luce della totale mancanza di chiarezza riguardante la Fondazione “Tommaso Campanella” .

E’ stato più volte ribadito dai diversi rappresentanti dei Soci Fondatori, Regione Calabria e Università “Magna Graecia” che in questi anni si sono succeduti, l’intenzione di mantenere in vita come uno dei fiori all’occhiello della sanità calabrese la Fondazione “Tommaso Campanella”, tutto ciò con l’intento di garantire assistenza oncologica, ricerca scientifica e riduzione dell’emigrazione sanitaria che in tale campo causa ulteriore depauperamento delle casse della Regione Calabria.

Si ha infatti la certezza che negli anni, parallelamente alle diverse criticità che hanno caratterizzato il nostro Ente e che sono rimaste irrisolte, grazie all’impegno e assoluta abnegazione del personale dipendente si è comunque creata una struttura in grado di ridurre l’emigrazione sanitaria con un indice di attrazione tra i migliori in Italia come, per esempio, ampiamente dimostrato dai dati prodotti dall’U.O. di Oncologia

Quali sono stati e sono tutt’ora invece le iniziative concrete che i Soci Fondatori hanno intrapreso al fine di salvaguardare e rafforzare il progetto “Centro Oncologico”?

Secondo la Legge Regionale n. 11 Aprile 2009 e successive integrazioni e modifiche la Fondazione “Tommaso Campanella avrebbe dovuto essere messa in liquidazione il 30-9-2011 per il mancato raggiungimento del riconoscimento quale Istituto di Ricerca a Carattere Scientifico (IRCCS).

La Regione Calabria ha inteso superare tale paventata e certa eventualità, stante il mancato raggiungimento dell’obiettivo “IRCCS”, emanando la L.R. n. 35/2011 che prevedeva, tra l’altro, il riconoscimento della stessa Fondazione quale ente di diritto pubblico con focalizzazione sull’attività prettamente oncologica.

Il Consiglio dei Ministri ha sollevato dei profili di incostituzionalità in ordine a detta legge, così come avvenuto successivamente per la L.R. n 50/2011 emanata dalla Regione Calabria proprio al fine di sanare i profili d’incostituzionalità sollevati nei confronti della legge precedente.

In attesa di chiarire in modo definitivo la natura giuridica della Fondazione, il Presidente della Giunta Regionale nella qualità di Commissario ad acta per l’Attuazione del Piano di Rientro ha emanato nel dicembre 2011 il Decreto n. 136, nel quale veniva, tra l’altro, previsto il rientro nella piena disponibilità dell’ Azienda ospedaliera “Mater Domini” di quelle Unità Operative non coerenti con la mission del Polo Oncologico demandandone la regolamentazione ad un atto di intesa integrativo tra Regione e Università, a tutt’oggi ancora non redatto.

A ciò va aggiunto il successivo Decreto emanato Presidente della Giunta Regionale nella qualità di Commissario ad acta per l’attuazione, il numero 26 del 21 marzo 2012, nel quale la Fondazione Campanella viene confermata tra le Aziende Sanitarie Private con la riduzione dei posti letto a n. 35.

A questo punto ci chiediamo: come si attua il progetto di dedicarsi completamente ad attività prettamente oncologica se Università e Regione non stipulano un Protocollo di Intesa a tal fine??? E soprattutto in considerazione della riduzione dei posti letto che potrebbe anche apparire adeguata al fine di mantenere in vita il Centro Oncologico che fine farà il personale dipendente??? Sarà in esubero???

Rimaniamo preoccupati e perplessi sulla compatibilità di noi 268 dipendenti con detto progetto comunque ancora non attuato e ben definito, anche in considerazione del mancato recepimento degli emolumenti da alcuni mesi, e terremo una riunione proprio nella data di oggi (29 marzo 2012) per concordare le forme di lotta e protesta più consone da attuare.

Autore

Redazione

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