“Dottor Jekyll e Mister Hyde” al Teatro Politeama

Uno degli spettacoli più attesi della stagione del Politeama: lunedì 20 e martedì 21 andrà in scena a Catanzaro il musical di Giancarlo Sepe tratto da “Dottor Jekyll e Mister Hyde” di Robert Louis Stevenson, con un cast d’eccezione che presenta, tra gli altri, il grande ritorno in Italia delle gemelle Kessler.

Dopo il grande successo della famiglia di nomadi ballerini di Napoletango, Sepe porta al Politeama una nuova invenzione musicale fra prosa, ballo e canzone. Dal celebre racconto lungo di Stevenson trae una sorta di anomalo seguito, uno spettacolo fatto di suggestioni, di sogni e di visioni su cui il regista e i suoi protagonisti (Alessandro Benvenuti, Rosalinda Celentano e le gemelle Kessler) sembrano cercare di mantenere un certa aura di ambiguità.

Prodotto da Marioletta Bideri, questa versione musicale di Dottor Jekyll e Mister Hyde era da molto tempo nelle mente di Sepe: “Lo avevo pensato molto tempo fa con Mariangela Melato, poi con Eros Pagni, ma solo dopo la grande esperienza di Napoletango ho avuto il coraggio e la possibilità di realizzarlo come volevo, come un grande spettacolo: un saggio ironico e divertito sul dualismo che alberga nei nostri corpi”.
Una rilettura vivace e personale quindi, che il regista casertano ha sviluppato soprattutto a partire dal rapporto fra Stevenson e l’epoca vittoriana: “Un’epoca estremamente bigotta, dove qualunque ambiguità veniva considerata una perversione e la maggior parte della gente reprimeva fortemente le proprie pulsioni”. Sogni e visioni, come recita il sottotitolo dello spettacolo, che si muovono grazie anche ai passi di danza dei quindici giovani attori che popoleranno il palcoscenico, esprimendosi liberamente attraverso le canzoni di Amy Winehouse, Lou Reed o James Morrison e la forza immaginifica dei musical di Minnelli come Brigadoon.

Alice ed Ellen Kessler sono le prime persone a cui Sepe dice di aver pensato quando ha cominciato a lavorare effettivamente sullo spettacolo. Le gemelle di Lipsia, che trent’anni fa erano proprio sulle scene dell’Eliseo con Kessler Kabarett dirette da Giuseppe Patroni Griffi, per il regista rappresentano il “dualismo in atto” (“sono assimilabili ma anche molto diverse”) e, a quanto pare, anche il motore di molte delle invenzioni della messa in scena (“Mentre scrivevo mi sono domandato: e se Hyde non fosse distinguibile da Jekyll?”).
Di questa curiosa operazione di rivisitazione, una delle poche certezze è che Alessandro Benvenuti interpreta uno dei personaggi ripresi dal testo originale: l’avvocato Utterson, il legale del dottor Jekyll. Per l’attore e regista toscano: “È il personaggio da cui parte lo spettacolo, colui che, rimasto talmente affascinato dagli esperimenti di Jekyll, tenta di scoprire la sua seconda anima e dà vita a tutte le scene e le immagini che si susseguono”. Al contrario, quello di Rosalinda Celentano pare essere un personaggio del tutto inventato, “una donna borghese alla ricerca del suo mister Hyde, come dovevano essere molte donne in quell’epoca”.
Per ricreare la Londra di fine Ottocento, Sepe si è avvalso ancora una volta del disegno luci di Umile Vainieri (premiato per Napoletango) e delle scene di Fabiana Di Marco, per dare vita a un’atmosfera simile a quelle fosche notti di nebbia, che, come nella Londra del nostro immaginario, sono illuminate solo da qualche lampione. E per non smentire questa connotazione misteriosa, Benvenuti incalza: “È lo spettacolo il vero protagonista di questo spettacolo”, qualcosa che – secondo l’attore – “è stato come tornare ad avere di nuovo diciotto anni”. Anche le Kessler sono soddisfatte di poter tornare a lavorare in Italia senza dover fare il Dadaumpa (“cinquant’anni dopo è diventata una cosa ridicola da rifare”) e lodano il regista per essersi dimostrato “un genio delirante, come dovrebbero essere tutti i grandi registi”. Sepe, da parte sua, soddisfatto del gruppo ed entusiasmato dalla definizione, si assume tutti i rischi e le responsabilità di questa misteriosa operazione, dichiarando in chiusura: “Se questo spettacolo è brutto, è soltanto per colpa mia!”.

 

Autore

Salvatore Ferragina

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