Una truffa da 60 milioni di euro pagata solo dai lavoratori

Daniele Carchidi della SLC CGIL Calabria: la vertenza Phonemedia giunge all’epilogo

 

Il 31 Dicembre, di questo triste e oramai concluso anno, per oltre 1500 lavoratrici e lavoratori calabresi rappresenta la fine della loro esperienza lavorativa in quella che figurava come una tra le aziende private più grandi della nostra Regione. Con oltre 2500 dipendenti tra Vibo Valentia e Catanzaro, le 3 aziende calabresi del gruppo Phonemedia sicuramente rappresentavano una importante realtà produttiva per la nostra regione. Un così imponente gigante, rivelatosi con il tempo dai piedi di argilla, sgretolatosi sul finire del 2009 come fosse neve al sole. Una azienda che aveva già manifestato la sua scarsa serietà dagli albori, quando priva di commesse rilevanti e di prospettive “industriali” aveva fatto razzia di fondi pubblici per la formazione. E che successivamente nel bel mezzo dello sgretolamento finanziario del gruppo continuava ad accedere a fondi pubblici per la “buona occupazione”. Una azienda privata, quindi, ma che di investimenti reali e concreti nel nostro territorio ne ha fatti ben pochi, ma che in realtà ha razziato e depredato speranze e prospettive di migliaia di lavoratrici e lavoratori, oltre che saccheggiato e devastato milioni di euro di soldi dei contribuenti. Una storia fatta di illusioni, speranze, prospettive fugaci, conclusasi, seppur con ampio preavviso, nel peggiore dei modi. L’inizio del nuovo anno per circa 1500 famiglie calabresi significherà vedere i propri cari andare a riempire le interminabili liste di disoccupazione, subissando di ulteriori 1500 persone il già stracolmo elenco sconfinato di calabresi senza un posto di lavoro. Sarà una data triste, un ulteriore periodo di festa, ove per tutti ci si augura felicità e serenità, lacerato da un ennesimo scempio compiuto ai danni della nostra amata terra. Inesorabili le lettere di licenziamento stanno giungendo, rattristando ulteriormente questo già cupo momento di festività. Seppur atteso questo istante, seppur consapevoli di essere parte di una vertenza già estinta circa due anni fa, l’ufficialità, quel pezzo di carta che ha formalizzato la fine, ha comunque rappresentato un brutto colpo per gli oramai ex lavoratori delle aziende Multivoice, WCCR e Soft4Web. Proprio così! Una vertenza morta già sul finire di due anni fa, ma tenuta in vita dalla tenacia, dalla speranza e dalla forza di volontà di pochi, tra lo scetticismo dei più, attaccati alla speranza di riavere quel posto di lavoro tanto agognato. In una terra quale quella calabrese, per il mercato del lavoro contingente, quasi mai alla chiusura di una porta si apre un portone. Comprensibile oltremodo, come questi lavoratori abbiano lottato per un tempo che appariva interminabile, fino a cadere inermi sotto l’indifferenza di chi aveva il compito di occuparsi di loro. Naturale oltremisura, quindi, che la speranza venga offuscata dalla rabbia, ogni aspettativa annebbiata dal rancore, per essere stati beffati, illusi e poi abbandonati. Come biasimare il sentir comune di sfiducia verso quella politica, quelle istituzioni che si sarebbero dovuti interessare a loro, rappresentando le istanze e le esigenze di quei cittadini che avrebbero dovuto rappresentare. Invece “Phonemedia” è sempre stato considerato come un problema da silenziare, da mettere a tacere, come polvere da spazzare sotto il tappeto, e da ricacciare nell’angolo più lontano del cassetto del dimenticatoio. Le procure sono all’opera da tempo ormai, alcune misure cautelari sono partite, altre seguiranno, magari il tempo potrà dare risposta alla sete di giustizia che questi lavoratori nel corso del tempo hanno manifestato, ma di sicuro non ridarà loro il proprio posto di lavoro. Questa la condizione di 1567, oramai ex, lavoratori delle aziende calabresi del gruppo ex-Phonemedia al termine del loro esasperato percorso lavorativo all’interno di questa azienda. Tuttavia, benché il contesto sia così difficoltoso e angosciante, chi ha conosciuto e vissuto ogni momento di questa vertenza al fianco di questi lavoratori, si accorge che c’è una forte necessità, si rende evidente una vigorosa esigenza, la pretesa di ritornare ad avere speranza. Seppur questo Natale sia stato il più triste degli ultimi 3 anni per queste lavoratrici e questi lavoratori, credo che gli auguri migliori che ciascuno possa loro augurare, che coloro che hanno speranza e felicità sappiano spartirli con coloro che non ne hanno. Felice Anno Nuovo (!!!).

 

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Redazione

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