Dalla Redazione

E adesso ripartiamo

Messaggio ai lettori di Puntonet

Cari lettori,

lo avrete notato, siamo rimasti in silenzio due volte in poche ore.

La prima volta, lo sapete bene, per la morte di Umberto Galati, utente attivo di questo portale, amico di molti e per un certo periodo anche collaboratore delle pagine che Puntonet dedica alla cronaca cittadina. La seconda per una questione meramente tecnica e di pertinenza della società che ospita il nostro server. Un silenzio ponderato e fortemente voluto prima, uno inatteso, indisponente ma forse anche necessario dopo.

Inutile nascondersi, la scomparsa di Umberto ha segnato le ultime ore di molti fra noi. Per certi versi in un modo che difficilmente avremmo immaginato. Per la prima volta abbiamo detto addio a una persona assiduamente presente nella comunità che da sempre chiamiamo il Forum. Abbiamo vissuto collettivamente quell’esperienza orribile – ma purtroppo anche banalmente naturale – che ognuno di noi prima o poi fa individualmente: la morte.

Abbiamo sofferto per Umberto, per quello che si è perso e per quello che perderà.  Abbiamo indossato il nostro lutto e per un attimo poi, ci siamo sentiti parte di qualcosa dominato da dinamiche che ancora, dopo un decennio, non comprendiamo alla perfezione.

Molti di noi, la maggiorparte di noi, conoscevano umbertocz, non Umberto. Eppure la notizia della sua scomparsa, oltre ogni cinismo, in un modo o nell’altro ci ha destabilizzato. Tutti. Certo ci sono molti fattori da considerare: il terrore inconscio della fine di ogni cosa, la paura di perdere i nostri cari senza preavviso e l’empatia verso la famiglia Galati (alla quale vogliamo restare vicini oltre il tempo di questi primi giorni). Ma non basta.

Un caro amico di questo portale, di più, una delle colonne di Puntonet, ha scritto che questi giorni hanno mostrato i ventuno grammi del Forum, esattamente il peso che secondo Duncan McDougall ogni essere umano perde esalando l’ultimo respiro. Il peso dell’anima dunque, la nostra anima. Quegli stessi ventuno grammi che ci permetteranno presto di rimetterci in cammino, di tornare a seguire il Catanzaro aspettando di esultare senza ombre per un gol (a proposito, grazie presidente Cosentino, la sua sensibilità ci ha reso orgogliosi di Lei), di riprendere a scherzare, litigare, imprecare, polemizzare, sorridere.

Questa volta però, tutto sarà un po’ diverso perchè sapremo bene cos’è diventato il Catanzaro: una straordinaria passione per molti giorni dell’anno, un meraviglioso pretesto per il resto del tempo.

Teniamoci stretti i nostri ventuno grammi.

La Redazione

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